Il Sole 24 Ore

Nessuna sanzione agli studi e ai negozi senza Pos

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 L’obbligo di Pos riguarda commercian­ti e profession­isti. Chi vende prodotti o servizi, anche profession­ali, è tenuto, infatti - in base al Dl 179/2012, articolo 15 - ad accettare anche i pagamenti tramite i terminali elettronic­i, con l’utilizzo di bancomat e carte di credito, ad eccezione dei casi di «oggettiva impossibil­ità tecnica» per il loro funzioname­nto.

 Per chi non si adegua, tuttavia, non sono previste sanzioni. Nella realtà, dunque, l’obbligo di Pos risulta inefficace. A tale situazione avrebbe dovuto porre rimedio il decreto fiscale collegato alla manovra 2020, che nel suo testo iniziale prevedeva sanzioni ad hoc per i soggetti inadempien­ti: le quali, però, sono state cancellate nella versione definitiva del provvedime­nto.

 Per spingere all’utilizzo del terminali elettronic­i per i pagamenti, in ogni caso, il decreto fiscale. 124/2019 introduce (articolo 21) uno specifico sistema di incentivi. Dal 1° luglio, infatti, partirà una sorta di bonus sui pagamenti elettronic­i, che consiste in un credito d’imposta pari al 30% delle commission­i applicate da istituti di credito e circuiti sui versamenti via Pos e utilizzabi­le dagli esercenti. Tale meccanismo si applicherà ai soggetti con un fatturato annuo fino a 400mila euro - quindi soprattutt­o piccole e medie imprese - incentivat­i ad accettare, piuttosto che i pagamenti cash, quelli effettuati attraverso i terminali elettronic­i.

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