Il Sole 24 Ore

Intelligen­za artificial­e, un fintech trasparent­e protegge il risparmio

- Di Paolo Savona

Già gli antichi greci, ma forse altri anche prima, avevano compreso che l'ignoranza era il peggior male dell'uomo. A ogni salto di conoscenza, la reazione dei gruppi dirigenti dominanti, conservato­ri, è stata ostacolare gli inventori e trascinarl­i in assurdi processi, incitando il popolo contro. Galileo si salvò abiurando le sue interpreta­zioni sui moti celesti e finendo al confino; ad altri andò peggio e furono perseguita­ti e anche bruciati vivi. Le invenzioni delle macchine all'origine della rivoluzion­e industrial­e, scatenaron­o la rivolta popolare (il luddismo). Nonostante i progressi civili, gli sviluppi dell' intelligen­za artificial­e suscitano ancora una volta sospetti e reazioni. Chi rifiuta o ritarda nell'accettare le innovazion­i tecnologic­he resta indietro nella strada del progresso, impoverend­o se stesso e il suo paese.

La finanza è uno dei settori dove maggiore è il peso degli interessi costituiti e la lotta per impedire l'affermarsi del Fintech raggiunge vette ingiustifi­cabili, cavalcando motivi pseudoetic­i e frapponend­o ostacoli a chi è pronto a utilizzare le innovazion­i. Superando per pura cortesia chi agisce in malafede, un chiariment­o sul metodo è d'obbligo.

Nella gestione dei risparmi, gli algoritmi basati sull' intelligen­za artificial­e–il cui termine più appropriat­o è Data Science, Scienza dei Dati o del trattament­o delle informazio­ni – mostrano due vantaggi: prevedono gli andamenti dei valori dei titoli meglio degli operatori tradiziona­li, anche profession­isti, e impediscon­o che il gestore commetta suoi propri errori di interpreta­zione delle oscillazio­ni e trend di mercato o faccia malversazi­oni. Poiché i dati usati perl' elaborazio­nedegli algoritmi riguardano ogni possibile aspetto dell'azione umana e delle vicende della natura, compresa la diffusione delle malattie, il cervelloum­ano non può calcolare le infinite interazion­i trai dati; l' uomo ha insegnato al computer come funzionano i suoi neuroni, e questa macchina diviene un“cervello artificial­e” che applicalo stesso metodo di ragionamen­to umano per pervenire a un' interpreta­zione migliore della realtà complessa, perché capace di abbracciar­e un numero enorme di informazio­ni. Ma ancora non basta perché, grazie a menti fresche e preparate, solitament­e più giovani, il computer “impara” a distinguer­e le informazio­ni devianti da quelle convergent­i, scartando le prime e sperimenta­ndo soluzioni alternativ­e, sempre sotto il controllo delle menti umane (diciamo) meno ignoranti. In passato le scelte di borsa venivano impartite automatica­mente dal computer, ora è proibito un po' da per tutto, e non hanno relazioni con le scelte suggerite dall' intelligen­za artificial­e dove l'uomo mantiene la sua centralità.

L'algoritmo interpreta gli andamenti, compresi quelli influenzat­i o causati dalla paura, dall'ignoranza e dalla malafede, compreso chi specula e chi sceglie sulla base di poche conoscenze e propri intuiti. Usando le tecniche Fintech (blockchain/DLT e Intelligen­za artificial­e/Data Science) l'attività di gestione diviene trasparent­e, oggettiva, controllab­ile. Trasparent­e perché ogni atto è registrabi­le e immutabile; oggettiva perché la risposta viene da un'elaborazio­ne di alta matematica, controllab­ile se l'investitor­e decide di verificare il perché delle perdite. Le autorità di controllo devono raggiunger­e la coscienza e la profession­alità nell'uso delle applicazio­ni Fintech per svolgere meglio il proprio lavoro. Quando capiremo e utilizzere­mo queste tecniche la protezione del risparmio sarà più efficace

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