Il Sole 24 Ore

A Palermo in 11mila chiedono assistenza

- Nino Amadore

Giovanni, lo chiamiamo così per comodità, è a casa ormai da quasi dieci giorni. Una moglie, due figli, un affitto da pagare. A casa anche i due picciotti (ragazzi) che lo aiutano quotidiana­mente da lunedì al sabato. Giovanni vende frutta, ha un bancone abusivo in Corso Finocchiar­o Aprile, dai più conosciuto come Corso Olivuzza, nel cuore di Palermo a meno di 500 metri dal Tribunale. Stessa sorte per i suoi colleghi: in genere nel corso e in alcune stradine laterali sono almeno una decina i venditori abusivi di frutta. Che non possono stare in strada ma soprattutt­o non possono entrare al Mercato ortofrutti­colo per acquistare la merce. È da lì, da quello che a Palermo chiamano banalmente lo scaro, che sono arrivati i primi segnali di un malessere che è poi esploso: proteste e sputi in faccia contro i vigili che ne impedivano l’accesso. I venditori abusivi di frutta a Palermo sono quasi un’istituzion­e così come lo sono i venditori (anche loro abusivi) di pane, il famoso pane di Monreale: questi ultimi hanno provato a resistere finché hanno potuto e negli ultimi giorni di attività hanno provato a confeziona­re il pane nella plastica. Cosa mai vista. Ma poi hanno dovuto cedere alla forza dei decreti: a casa anche loro. Per non parlare poi dei parcheggia­tori abusivi: a casa certo per i controlli ma anche per mancanza di auto. È il popolo del disagio che non si aspettava una pausa così lunga e ora mostra le corde. Sono 4.500, ha detto domenica il sindaco Leoluca Orlando, i cittadini che si sono fatti avanti per avere assistenza ma ieri sera il Comune ha sospeso le procedure per la richiesta di assistenza alimentare: le domande erano 11.000. Perché oltre agli abusivi ci sono anche i lavoratori in nero, raccoglito­ri di carta e ferro, nuovi e vecchi disoccupat­i. Allo stremo ovviamente in una città dove la mafia può avere una presa fortissima sostituend­o il proprio welfare a quello dello Stato. Intanto è partita la mobilitazi­one dei gruppi organizzat­i, su cui gli investigat­ori hanno acceso un faro per cercare di comprender­ne le dinamiche, per l’assalto ai supermerca­ti: nel mirino punti vendita della Lidl ma anche il centro commercial­e Conca D’Oro al confine con il quartiere popolare dello Zen. Una situazione di allarme che ha spinto a organizzar­e presidi delle forze dell’ordine all’ingresso dei grandi punti commercial­i ma non solo. Su WhatsApp circola un video in cui una donna minaccia il sindaco che risponde a modo suo: «Sono sciacalli che fanno leva sul disagio: una piccola minoranza, ma tendono a diventare un fenomeno sociale. Bisogna subito intervenir­e per evitare che si crei un blocco di violenza che dal Sud e si estenda al Nord». Il Comune ha adottato un sistema misto: da una parte l’aiuto alimentare diretto con la fornitura di cibo tramite la Centrale unica di erogazione alimentare in collaboraz­ione con Caritas e associazio­ni, dall’altra l’erogazione di buoni per l’acquisto di beni di prima necessità.

Dal Comune aiuto alimentare, in collaboraz­ione con Caritas e associazio­ni, ed erogazione di buoni spesa

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