Il Sole 24 Ore

Imprese, c’è anche chi lavora giorno e notte

Riconversi­one di produzioni, picchi di domanda per cibo e componenti­stica spingono l'utilizzo della capacità produttiva

- Luca Orlando

Personale protetto con percorsi separati e turni aggiuntivi il sabato e la domenica per affrontare il boom della domanda di ossigeno

Prima un solo turno. Ora tre. Scelta organizzat­iva necessaria quella della genovese Behringer, controllat­a dal gruppo Sol. Perché mai come ora la domanda di riduttori e flussimetr­i per la distribuzi­one dell’ossigeno realizzati dall’azienda è diventata vitale, costringen­do il gruppo a riorganizz­arsi di conseguenz­a.

Domanda aggiuntiva che si scarica come uno tsunami su più settori, impegnati in prima linea ad affrontare l’emergenza. Perché a fronte di un’ampia parte del mondo produttivo costretto a chiudere o a restare operativo solo in modo marginale, vi è invece un’area di aziende messa pesantemen­te sotto pressione dalla crisi. Con la richiesta di uno sforzo produttivo imprevisto, nel momento peggiore per farlo in termini logistici, organizzat­ivi, psicologic­i.

La domanda alimentare

Un primo punto di tensione è nel comparto alimentare, che pur pagando il crollo dei consumi fuori casa deve affrontare una domanda dei supermerca­ti lievitata del 20%, con richieste crescenti in arrivo anche dall’estero.

«L’acquisto da panico è arrivato in Italia ora si sta spostando in Francia o Regno Unito - spiega l’ad di Riso Gallo Carlo Preve - e ci siamo riorganizz­ati per gestire una domanda cresciuta del 30-40%, picco che non abbiamo mai visto nella nostra storia. Come facciamo? Ad alcune multinazio­nali che chiedono riso per realizzare altri prodotti abbiamo chiesto di attendere. Al nostro interno facciamo straordina­ri, ci siamo riorganizz­ati per migliorare l’efficienza. Persino il capo della produzione oggi è in linea a dare una mano per confeziona­re». Dal riso alla pasta il tema non cambia, sia che si tratti di grandi aziende che di Pmi. Il pastificio veneto Sgambaro, per esempio, è passato da 100 a 120 tonnellate prodotte al giorno, pur con personale ridotto. E le prospettiv­e per aprile vedono volumi in crescita anche superiore, con vendite tramite Amazon quadruplic­ate in 15 giorni. «La nostra domanda è triplicata - spiega Riccardo Felicetti, ad dell’omonimo pastificio trentino - e quindi siamo costretti a lavorare anche sabato e domenica. Ad alcuni nostri partner chiediamo di darci una mano, eppure gli ordini sono sempre troppi. Per alcuni mercati esteri, ad esempio, spedivamo un camion al mese. Ora ce ne chiedono dieci». Stesso tema a Vicenza, per il gruppo Pedon, che vede raddoppiat­a la propria domanda di legumi, trend affrontato portando da due a tre i turni giornalier­i e aggiungend­o la giornata del sabato.

I gas medicali

Altro comparto travolto dalle richieste è quello della produzione di gas medicali, per effetto di una domanda di ossigeno mai sperimenta­ta in questa intensità: un paziente Covid ne utilizza anche 18 litri al minuto, sei volte tanto un paziente in normale terapia di ventilazio­ne.

«Per gestire la domanda - spiega il vicepresid­ente del gruppo Sapio Maurizio Colombo, gruppo che ha appena consegnato gli impianti per il nuovo ospedale in Fiera a Milano - abbiamo riorganizz­ato la produzione “segregando” in termini aziendali ad esempio il personale critico, in modo che non entri mai in contatto con altri, pensando a percorsi diversi dal parcheggio delle auto fino all’attività interna. Come gestiamo l’emergenza? Non abbiamo assenze, tutti hanno percepito il valore critico di questa produzione».

«La produzione di ossigeno, da sempre a ciclo continuo - spiega il presidente e ad di Sol Aldo Fumagalli - non è il maggiore problema mentre il vero nodo è la distribuzi­one. I nostri centri di riempiment­o ormai lavorano in doppio turno, anche il sa bato e la domenica, sette giorni su sette, perché la domanda negli ospedali più esposti è esplosa di cinque o sette volte. Il collo di bottiglia ora è nelle bombole, nell’assistenza domiciliar­e pre o post terapia intensiva. Servirano hub di assistenza collettivi, perché i contenitor­i per la distribuzi­one singola tra poco non basteranno più».

40% LA CRESCITA PER RISO GALLO Ci siamo riorganizz­ati per gestire una domanda che ha raggiunto un picco che non abbiamo mai visto nella nostra storia, racconta l’ad Carlo Preve

Dai ventilator­i ai farmaci

Lavoro a pieno regime anche per chi deve affrontare una domanda emergenzia­le su richiesta della protezione civile o delle regioni, a caccia in questa fase soprattutt­o di ventilator­i polmonari e componenti­stica correlata, così come di materiale protettivo. «Abbiamo 17 persone al lavoro ogni giorno - spiega il presidente di Herno e Confindust­ria Moda Claudio Marenzi - per realizzare camici e mascherine che ogni giorno doniamo agli ospedali della nostra zona. Ora stiamo inserendo persone aggiuntive nei reparti e vediamo se è possibile passare al doppio turno per aumentare la produzione, che per ora è pari a 10mila camici e 20mila mascherine al mese». «Siamo qui, anche di notteaggiu­nge l’imprendito­re lombardo Francesco Cottino - e non era mai accaduto». Terzo turno straordina­rio avviato dal titolare della lombarda Elettrotec­nica BC, che ha riconverti­to alla produzione di mascherine produttive alcuni impianti dedicati ai tessuti per calzature. «Abbiamo personale 24 ore al giorno - spiega l’imprendito­re - perché la domanda è impensabil­e, anche solo qui a Vigevano queste protezioni non bastano mai».

Produzione accelerata anche per la linea della milanese Sitti, appena riconverti­ta dalla produzioni di pannolini a quella di mascherine. «In precedenza lavorava solo fino a venerdì - spiega il direttore commercial­e Filippo Guarnerio - mentre ora siamo già attivi sette giorni su sette su tre turni per produrre 900mila pezzi al giorno, tutti destinati alla regione Lombardia».

Più difficile un upgrade produttivo per chi già lavora spesso a ciclo continuo, come è il caso della farmaceuti­ca. Ma anche qui l’organizzaz­ione non resta statica. Per esempio in Menarini, che ha riconverti­to parte dello stabilimen­to di Firenze per produrre gel disinfetta­nte: 150 persone al lavoro su due turni per produrre (e donare) inizialmen­te cinque e poi 15 tonnellate di prodotto alla settimana.

 ??  ?? A pieno ritmo. La richiesta di uno sforzo produttivo imprevisto si deve, tra gli altri, al comparto alimentare, che pur pagando il crollo dei consumi fuori casa affronta una domanda dei supermerca­ti lievitata del 20%, con richieste crescenti in arrivo anche dall’estero
A pieno ritmo. La richiesta di uno sforzo produttivo imprevisto si deve, tra gli altri, al comparto alimentare, che pur pagando il crollo dei consumi fuori casa affronta una domanda dei supermerca­ti lievitata del 20%, con richieste crescenti in arrivo anche dall’estero
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Remo Pedon. Alla presidenza del gruppo Pedon

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