Il Sole 24 Ore

Linee dei surgelati attive senza sosta

La nuova organizzaz­ione per combinare la sicurezza con l’aumento dei consumi

- Micaela Cappellini

Crescono i consumi di surgelati nelle case degli italiani alle prese con il lockdown da coronaviru­s. Sono prodotti comodi, si conservano a lungo, perfetti per fare scorta alimentare. E così ora non c’è produttore italiano del comparto che non si sia messo a lavorare 24 ore al giorno e su tre turni. «È l’unico modo per produrre di più quando la produttivi­tà sulle linee deve diminuire per via delle distanze di sicurezza», spiega Giancarlo Foschi presidente di Unione Italiana Food Settore surgelati. Qualche grande azienda del comparto ha sempre lavorato sui tre turni. Ora come ora, invece, lo fanno tutti. E c’è anche chi ha cominciato a dover tenere le linee aperte anche nel fine settimana, quanto meno fino al sabato pomeriggio: prima i turni si fermavano al venerdì sera, ora ce ne sono un paio in più. «È il modo migliore che abbiamo trovato per compensare e far fronte alla cresciuta richiesta da parte dei consumator­i - spiega ancora Foschi- ma tutto questo non sarebbe possibile senza i lavoratori del comparto,che con grande senso di responsabi­lità hanno continuato a garantire la loro presenza nelle aziende. Per questo io li ringrazio: dopo gli operatori sanitari, sono la categoria più coinvolta».

Nel mese di marzo la richiesta di surgelati è aumentata in maniera stabile, a prescinder­e dalle due ondate di accaparram­enti nei supermerca­ti a cui abbiamo assistito in seguito all’emanazione dei Dpcm più restrittiv­i: «Il mondo del surgelato è stato preso d’assalto, è un prodotto comodo e garantisce una certa stabilità di prezzo - spiega Foschi -. Certo a marzo si sono fermate le vendite del canale Horeca, dai bar alle mense, ma nel canale della grande distribuzi­one abbiamo registrato un aumento sensibile, con il risultato che la produzione complessiv­a è aumentata». E per aprile? «Sul fronte del retail penso che si vada verso una stabilizza­zione dei consumi, chi acquista è meno compulsivo e ormai sa che troverà sempre i prodotti sugli scaffali. Per quanto riguarda bar e ristoranti, invece, è evidente che la Pasqua ce la siamo giocata. E quanto all’inizio dell’estate, al momento è difficile ipotizzare una ripartenza importante».

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