Il Governo pronto a varare altro deficit per 1-1,5 punti di Pil
Consiglio dei ministri tra domani e giovedì per la nuova relazione sul disavanzo extra Il provvedimento parte da 25-30 miliardi ma nel Governo cresce il pressing per salire ancora
Decreto Aprile.
Per le decisioni (eventuali) dell’Eurogruppo bisognerà aspettare il 7 aprile. Ma il calendario italiano per avviare la macchina del nuovo decreto con gli interventia sostegno dell’ Economia è più stretto. E guarda al Consiglio dei ministri che domani o giovedì, al netto di eventuali accelerazioni, dovrà chiedere nuovo deficit al Parlamento. Quanto? Al ministero dell’Economia si valuta un disavanzo aggiuntivo da 1-1,2 punti di P il, quindi fra i 18 e i 22 miliardi per un decreto che sfruttando una quota dei fondi europei non impegnati potrebbearrivare vicino ai 30 miliardi. Ma nel governo un’intesa di massima su dimensioni e modalità degli interventi va ancora trovata nella dialettica tesa fra Palazzo Chigi. Perché non mancano spinte a far crescere ulteriormente i numeri, per attestare il solo deficit vicino ai 30 miliardi (cioè intorno all’1,5% del Pil) e portare sopra quella quota il valore complessivo del decreto.
Il dato certo è che il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali estesi dal decreto Marzo imporrà uno sforzo notevole, fra gli 11 e i 14 miliardi. Ma le certezze per ora si fermano qui. Perché per esempio i ministri M5S spingono per un uleriore strumento universale di sostegno al reddito, mentre all’Economia si guarda a un allargamento più misurato per coinvolgere negli aiuti temporanei i quasi 2 milioni di stagionali e lavoratori domestici lasciati fuori dal decreto del mese scorso. Le calcolatrici sono poi all’opera per definire il costo in termini di finanza pubblica dell’estensione delle garanzie alla liquidità delle imprese, che il governo vorrebbe rafforzare riducendo nello stesso tempo la discrezionalità nell’erogazione dei prestiti. Nella partita rientra anche Cassa depositi e prestiti, al centro però anche di un ricco menù di opzioni nel capitolo enti locali, dalle anticipazioni di liquidità a tutto campo per sostenere la cassa e compensare la sospensione fiscale alla moratoria dei mutui. Tutti interventi per partire richiedono una garanzia statale e un sostegno per fissare l’equivalenza finanziaria a tutela del risparmio postale.
I numeri insomma girano in fretta, come accaduto alla vigilia del decreto di marzo. Ma altrettanto in fretta dovranno trovare pace. Perché il governo deve approvare a stretto giro la relazione per chiedere un deficit aggiuntivo che il Parlamento deve approvare a inizio della prossima settimana. Una corsa indispensabile per il via libera al decreto prima di Pasqua e delle scadenze fiscali del 16 aprile.