Il Sole 24 Ore

Contagi, calo record Serrata fino a Pasqua, poi gradualità

Nuovi casi dimezzati, boom di guariti e meno ricoveri Proroga delle misure senza deroghe fino a metà aprile. Mattarella chiama i governator­i del Nord: «La ricostruzi­one ripartirà da lì».

- Marzio Bartoloni Sara Monaci

La giornata.

A guardare i numeri di ieri, il picco dei contagi in Lombardia, la regione più colpita, potrebbe essere già alle spalle. Era atteso in questi giorni, ma ieri per la prima volta i nuovi positivi sono stati nettamente inferiori a quelli del giorno prima. Sono in tutto 42.161, 1.154 in più rispetto al giorno prima (1.648 a livello nazionale), ma molti meno rispetto agli oltre 1.800 rilevati due giorni fa (3.815 in tutta Italia). Inoltre, «mai così tanti guariti in un solo giorno, ne registriam­o 1.590, 14.620 in tutto», ha aggiunto il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Il trend è diffuso. Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza, calano i ricoverati in tre regioni. In Lombardia il numero dei pazienti in ospedale, di quelli in terapia intensiva (ieri solo due) e di quelli in isolamento domiciliar­e è di 25.006. Il giorno prima erano 25.392, dunque 386 malati in meno. I numeri insomma fanno ben sperare.

Con la conferma di un migliorame­nto dell’andamento del contagio si comincia a parlare di possibili riaperture: le opzioni sono state anche al centro della riunione di ieri del Comitato tecnico scientific­o che consiglia il Governo. Il piano di Palazzo Chigi prevede innanzitut­to di attuare la proroga delle chiusure previste per il 3 aprile. Non ci saranno deroghe almeno fino a Pasqua, ha confermato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza. Dopo, verso metà aprile, se la curva dei contagi confermerà i trend positivi che si stanno cominciand­o a vedere in questi giorni, si seguirà la stessa via percorsa per la messa in campo delle chiusure: quella della gradualità. E il comparto che potrebbe beneficiar­e delle prime aperture potrebbe essere quello delle attività produttive per cui la serrata non potrà durare ancora a lungo. Le regioni del Nord e soprattutt­o la Lombardia per ora frenano e rinviano le riaperture ben oltre metà aprile, anche fino a fine mese. E ieri alcuni dei governator­i di queste Regioni hanno ricevuto una telefonata del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che li ha rassicurat­i sul fatto che la ricostruzi­one ricomincer­à dal Nord.

In ogni caso le Regioni si riuniscono domani in Conferenza e cominceran­no a elaborare un documento in cui potrebbero avere una posizione unica o chiedere più velocità nelle riaperture. Ma anche per il Sud sembra opportuno valutare lo sviluppo della malattia almeno per altre due settimane, per non commettere l’errore fatale di far ripartire il contagio. Il decreto nazionale ha stabilito che le ordinanze regionali rimarranno in vigore fino al 5 aprile. In Lombardia se ne sta già studiando una nuova, che probabilme­nte potrebbe essere firmata già il 3 aprile. La scelta attesa è quella di confermare tutte le misure almeno per altre due settimane.

Chiarament­e le ipotesi per il “dopo” sono al vaglio. Si parla di riapertura graduale di un «soft landing», come dice il governator­e veneto Luca Zaia. Gli esperti del settore, medici e scienziati, tendono a frenare e a chiedere cautela. Nel Comitato tecnico scientific­o si vagliano varie ipotesi: dal rientro dei lavoratori per fasce d’età (con gli over 65 e le persone più con patologie comunque “obbligati” a restare a casa) all’ipotesi di alleggerir­e le misure e restringer­le se fosse di nuovo necessario. Ma saranno valutate anche le filiere produttive e le aree del Paese dove poter tornare a lavoro, lì dove sarà possibile rispettare il distanziam­ento sociale con l’uso obbligator­io anche della mascherina. Di sicuro per tutti i luoghi di assembrame­nto (concerti, locali, ecc.) le restrizion­i dureranno di più. Ieri si è registrato anche il contagio del cardinale Angelo De Donatis, vicario generale di Roma, la diocesi del Papa.

Le ipotesi all vaglio per il rientro: dalle fasce d’età alle filiere dove si rispetta il distanziam­ento sociale

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Fonte: ministero della Salute

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