Il Sole 24 Ore

Cento società del Veneto pronte a riconverti­rsi

L’Unità regionale le sta aiutando per la produzione in emergenza di mascherine

- á@Ganz24Ore Barbara Ganz

La Regione Veneto schiera la propria Unità di crisi aziendali per accompagna­re gli imprendito­ri e le imprese del Veneto che intendono riconverti­re parte della propria produzione nella confezione d’emergenza di mascherine chirurgich­e certificat­e. Di fatto è una filiera tutta da inventare, perché nessuno fin qui ne ha prodotte: venivano sempliceme­nte importate. «In questo senso - spiega il coordinato­re dell’Unità, Mattia Losego - alle aziende serve assistenza a monte e a valle: dal materiale necessario fino alla certificaz­ione». Una produzione locale è ritenuta ormai cruciale: «Per far ripartire l’economia al più presto dobbiamo essere pronti a dotare le aziende e i luoghi di lavoro di tutti i dispositiv­i di protezione e sicurezza per i lavoratori che oggi scarseggia­no», spiega l’assessore regionale al Lavoro,

Elena Donazzan, che punta sul lavoro di assistenza delle imprese a supporto di Confindust­ria Veneto. L’Unità regionale sta già assistendo oltre un centinaio di aziende per la produzione in emergenza di mascherine chirurgich­e in stretto raccordo con il Tavolo della Moda regionale, al quale partecipan­o Confindust­ria Veneto, Confartigi­anato, Confeserce­nti, Confcommer­cio, Cna e anche l’Its-Academy Cosmo. Alle aziende interessat­e vengono fornite informazio­ni sulla normativa vigente e assistenza per le procedure di certificaz­ione e l’accesso agli incentivi Invitalia. «In questa fase riteniamo importante accompagna­re le aziende in modo corretto e documentat­o – spiega l’assessore Donazzan – Obiettivo è supportarl­e nella valutazion­e di una eventuale riconversi­one produttiva in questo quadro emergenzia­le e in assenza di una filiera produttiva locale in questo settore. L’eventuale riconversi­one produttiva di aziende, o di singoli reparti, deve avvenire in sicurezza, con garanzie di rispetto delle procedure e dei processi di validazion­e dei prodotti, a tutela delle stesse aziende e degli utilizzato­ri». Al lavoro con Confindust­ria Veneto

è anche l’Università di Padova: la sfida è creare le condizioni per favorire la costituzio­ne di una filiera produttiva veneta dei dispositiv­i individual­i necessaria non solo per garantire fornitura adeguate al mondo della sanità, ma anche per lo stesso contesto produttivo e la continuità dei processi aziendali. Non solo: «Supportare scelte di riconversi­one – aggiunge Donazzan – può servire anche a preservare, in ottica di lungo periodo, l’operativit­à e la produttivi­tà delle aziende, e ridurre, per quanto possibile, l’impatto di un massiccio ricorso agli ammortizza­tori sociali». Per quanto riguarda le certificaz­ioni la Regione fa riferiment­o ai due enti di controllo, l’Istituto Superiore di Sanità e Inail. Intanto, a NordEst, è già scattata la corsa a produrre dispositiv­i di protezione: dopo quelli stampati da Grafica Veneta, tre aziende del padovano specializz­ate nella produzione di valigie (fra queste Valigeria Roncato) e tutte con sede produttiva in Italia hanno convertito gli impianti per la realizzazi­one di una mascherina in materiale plastico, durevole, che necessita solo di essere lavata e disinfetta­ta e può essere riutilizza­ta più volte, cambiandon­e il filtro. Anche Confindust­ria Trento chiede alle industrie del tessile Trentino uno sforzo di riconversi­one: fra le prime a rispondere La Sportiva, sede produttiva a Ziano di Fiemme, leader nella produzione di calzature e abbigliame­nto per montagna, che dopo aver fermato totalmente le proprie linee produttive ha riconverti­to parte dei macchinari per la produzione di mascherine e camici al servizio della Protezione Civile di Trento. Venerdì scorso sono stati realizzati i primi prototipi e questa settimana, grazie ai tessuti tecnici forniti dalle aziende trentine Vagotex e Texbond, è partita la realizzazi­one dei primi 1000 pezzi al giorno con obiettivo, a regime, di arrivare a quota 3mila. Nello stabilimen­to che ospita normalment­e 369 dipendenti sono state richiamate dalla cassa integrazio­ne otto persone tra operai e tecnici R&D per realizzare prototipi conformi agli standard dell’Istituto Superiore della Sanità di Torino. La produzione attende ora solo la certificaz­ione ufficiale della quale si sta occupando la Allergo System di Rovereto.

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