Tenaris, produzione di sole bombole
Riorganizzate le produzioni Dieci giorni per passare dai tubi ai contenitori
Le linee non si sono mai fermate nello stabilimento di Sabbio Bergamasco della TenarisDalmine. È su queste linee che vengono prodotte le bombole per l’ossigeno medicale - oltre a recipienti per gas in pressione e bombole destinate a vari impieghi -, oggi diventate preziose come non mai. A Bergamo, e più in generale in tutta la Lombardia, l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, ha generato un forte bisogno di bombole per ossigenoterapia, anche domiciliare. Così alla Tenaris, in questa fase di emergenza, il lavoro è stato riorganizzato per garantire tempi di consegna delle commesse più stretti, praticamente dimezzati.
Alla produzione delle bombole per il medicale oggi lavorano 20 persone, su base volontaria, contro le 35 normalmente operative, spiegano dall’azienda. Il lavoro prosegue in maniera molto serrata, per poter consegnare le bombole con una settimana di anticipo. Evadere una commessa di 5mila bombole in metà tempo ha reso necessaria una riorganizzazione del lavoro. Questa settimana, per esempio, spiegano dall’azienda, si lavorerà su 2 turni: in questo modo il numero di persone presenti contemporaneamente sulla linea è molto ridotto ed è possibile garantire il distanziamento necessario per evitare i rischi di contagio. Fin dall’inizio dell’emergenza Tenaris ha comunque adottato le misure anticontagio e ha distribuito agli operativi i dispositivi di protezione.
I ritmi produttivi continuano serrati, ma non si può dire che siano aumentati. Semmai, l’azienda ha studiato un’organizzazione che «consente di essere più veloci nel processare la produzione di bombole, anche grazie alla dedizione ed efficienza delle persone». Così, se generalmente sono necessari 20 giorni lavorativi per passare dal tubo alla bombola verniciata, oggi queste tempistiche sono dimezzate e in 10 giorni lavorativi Tenaris è riuscita a passare dal tubo alla bombola verniciata.
In questa fase l’azienda sta garantendo agli addetti operativi tutti i dispositivi di protezione e il rispetto del distanziamento che, talvolta, certe produzioni non garantiscono. Anche per il primo produttore italiano di tubi di acciaio senza saldatura per l’industria energetica, automobilistica e meccanica con quasi 2.100 dipendenti nei 5 stabilimenti produttivi di Dalmine, Arcore, Costa Volpino, Sabbio e Piombino, la produzione ha subito una battuta d’arresto e si sta lavorando a marce ridotte e con un numero molto ridotto di persone per garantire i materiali per alcune produzioni essenziali, come le bombole per i gas medicali. Secondo una stima sindacale sarebbero meno del 10% gli addetti operativi, compresa la parte impiegatizia e amministrativa che sta lavorando in smart working. Il confronto tra azienda e sindacati va avanti in maniera continua e, come racconta Andrea Agazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Bergamo, si fanno almeno due incontri, ovviamente a distanza, a settimana, per cercare di condividere le misure via via da prendere. Certamente «in tutta la bergamasca tra i lavoratori il timore del contagio è forte - spiega Agazzi -. Nei nostri territori, davvero, tutti abbiamo conoscenti, vicini, parenti che sono rimasti vittime del virus. È una situazione che viviamo sulla nostra pelle ogni giorno e questo crea molta angoscia tra i lavoratori. Voglio però ricordare che nel nostro territorio abbiamo iniziato a discutere di fermate della produzione prima che arrivassero i decreti del Governo». Ci sono state proteste ma anche molte intese tra aziende e sindacato. Proprio domani alla Tenaris è previsto un nuovo incontro in cui azienda e sindacati dovrebbero discutere capitoli importanti, tra cui quello della cassa integrazione e della graduale ripresa delle attività.