Alitalia, i dubbi di Bankitalia sui conti post nazionalizzazione
Efromovich ai sindacati: «Pronto a una partnership con il governo»
La Banca d’Italia solleva dubbi sulla tenuta futura dei conti della nuova Alitalia nazionalizzata. Lo dice nella memoria inviata il 25 marzo alle commissioni Bilancio di Senato e Camera, con l’analisi delle misure del decreto legge del 17 marzo. Intanto German Efromovich, pretendente alla compagnia (ma il commissario Giuseppe Leogrande ha sospeso la procedura di cessione) ha illustrato il suo progetto in videoconferenza a quattro sindacati.
Il documento di Banca d’Italia ricorda che «il decreto prevede maggiori spese per 500 milioni destinate da un lato alla compensazione dei danni subìti a causa dell’epidemia da compagnie gravate da oneri di servizio pubblico su particolari tratte e dall’altro alla nazionalizzazione di Alitalia-Sai e Alitalia-Cityliner». La Banca d’Italia osserva che «la nazionalizzazione di Alitalia non rientra nel campo di applicazione del divieto di aiuti di Stato, anche in virtù del principio di neutralità rispetto al regime di proprietà sancito nel diritto europeo, che esige tuttavia per il futuro il rispetto delle medesime regole di concorrenza per le imprese pubbliche e private».
Poi Banca d’Italia avanza i dubbi: «Va ricordato che la crisi di Alitalia, certamente aggravata dal Covid-19, ha radici profonde. La compagnia si trova da quasi tre anni in amministrazione straordinaria, in questo periodo ha continuato ad accumulare perdite ingenti a fronte di una redditività esigua. La crisi globale del settore potrebbe rendere particolarmente difficoltosa la formulazione di un piano industriale sostenibile».
Non c’è un piano industriale per la Newco, la nuova società pubblica che dovrà essere costituita dal Mef. Ai sindacati il 23 marzo il commissario ha detto che adesso volano solo 25-30 aerei sui 113 della flotta. La senatrice Giulia Lupo (M5S) su Facebook ha scritto: «La Newco si fa coi dati reali (e più probabilmente con qualche aeroplano in più di quanto si è detto ed io sono per i 50) pian piano che il mercato aumenta, si fano i travasi…».
I sindacalisti Fabrizio Cuscito (Filt-Cgil), Monica Mascia (Fit-Cisl), Ivan Viglietti (Uiltrasporti), Francesco Rocco Alfondi (Ugl Trasporti), preoccupati dalla richiesta di Leogrande di mettere in cigs quasi 6.900 dipendenti, hanno voluto ascoltare il progetto di Efromovich. Da San Paolo del Brasile l’imprenditore, insieme all’advisor Antonio Guizzetti, ha detto che è pronto a investire in Alitalia ed è «disponibile anche ad una partnership col governo», a condizione di avere la gestione. Secondo Efromovich Alitalia non deve essere ridimensionata, anzi la flotta può essere ampliata, perché dal 20121 la domanda di passeggeri tornerà a crescere. I dipendenti non devono essere tagliati: probabili 2mila esuberi iniziali, riassorbibili in futuro.