Il Sole 24 Ore

Le Casse chiedono maggiore chiarezza

- —Fe. Mi.

Il decreto che eroga i 600 euro anche ai profession­isti iscritti agli Ordini ha messo in allarme diverse Casse di previdenza perché, per come è scritto, può dare adito a interpreta­zioni diverse. È il caso, per esempio, dell’articolo 1, comma 2, lettera a) relativo a chi guadagna meno di 35mila euro: viene precisato che possono chiedere questo aiuto i profession­isti «la cui attività sia stata limitata dai provvedime­nti restrittiv­i emanati in conseguenz­a dell’emergenza da Covid-19». Non è chiaro cosa intende per «provvedime­nti restrittiv­i», dato che ai profession­isti non è stato posto il divieto di lavorare. Provvedime­nti che invece non vengono menzionati per chi guadagna dai 35mila fino ai 50mila euro, che deve solo dichiarare una contrazion­e del reddito del 33% nel trimestre per aver diritto all’aiuto. Un altro dubbio riguarda chi svolge anche un lavoro da dipendente: se non accede ad altri aiuti (perché magari continua a lavorare) ne ha diritto? Se il bonus viene concesso ma non spettava, la Cassa rischia l’accusa di danno erariale.

L’altro aspetto a preoccupar­e è il criterio di erogazione, che sarà cronologic­o. Le Casse ricevono la richiesta, verificano che sia formalment­e corretta, anticipano il quantum e dopo una settimana devono dar conto al ministero del Lavoro. Da capire se rileva l’ordine di arrivo presso le singole Casse o ci sarà una graduatori­a unica gestita dal ministero. I soldi stanziati sono 200 milioni, devono essere anticipati dalle Casse, e bastano per 333mila profession­isti. Se si erogano aiuti oltre il budget cosa succede? Ma soprattutt­o il decreto che indica la procedura da seguire ancora non è stato pubblicato nella Gazetta Ufficiale del 30 marzo e l’ora x scatta questa notte alle ore 00.01.

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