Il Sole 24 Ore

Le Fondazioni (per ora) confermano le erogazioni

Nel 2018 incidenza del 45% delle cedole bancarie nei bilanci degli Enti

- Laura Serafini

La sospension­e del pagamento dei dividendi da parte delle banche si riflette inevitabil­mente sui bilanci delle fondazioni di origine bancaria, che ne sono azioniste. Ma l’impatto non le mette in difficoltà e nella maggior parte dei casi vengono confermati i pia nidi erogazioni sul territorio per il 2020 e non sono previste tensioni sulla liquidità. Va detto che i bilanci delle fondazioni non sono più così dipendenti dai dividendi bancari: l’ incidenza sui proventi complessiv­i nel 2018 per le 86 fondazioni associate Acri è stata del 45%( circa 400 milioni ), a fronte di proventi complessiv­i per 1 miliardo. Il range oscilla tra il 30 e il 50% a seconda degli anni. Il rapporto 2019 Acri ancora non è stato approvato, ma in baseai primi dati emergech el’ andamento è stato molto positivo, tanto che i proventi complessiv­i potrebbero attestarsi attorno a 2 miliardi. Le erogazioni per il 2020 sono state pianificat­e a ottobre 2019, per cui il supporto al territorio quest’ anno non sarebbe intaccato.

Detto questo, ci sono altri aspetti che impattano sui proventi della fondazioni. Molte hanno diversific­ato il portafogli­o. E questo in virtù dell’accordo Acri-Mef che prevede che l’ investimen­to nel capitale delleb anche debb ascendere entro un terzo del totale dell’attivo. Il termine scade il 22 aprile e dovrebbero essere fuori norma non più di 5 o 6 banche localinon quotate. Chi ha diversific­ato ha investito in strumenti finanziari di vario tipo, che in questo momento però stanno subendo perdite importanti a causa della volatilità dei mercati. C’è poi una componente­parial30-35%deproventi che è data da altri dividendi: ci sono molte fondazioni azioniste della Banca d’ Italia, che lo scorso anno ha distribuit­o cedole per 6,2 miliardi; il dividendo di quest’ anno sarà comunicato oggi e sarà nettamente in aumento. E poi ci sono i dividendi della Cdp: lo scorso anno, tra cedola ordinaria e straordina­ria, alle fondazioni sono andati circa 350 milioni.Queste istituzion­i hanno in ogni caso gli strumenti per evitare crisi di liquidità: esse tengono liquidi(dunque investimen­ti facilmente smobilitab­ili) fondi che servono per alimentare i pagamenti erogativi e costi per un anno, alcune addirittur­aper due anni. Poi ci sono gli accantonam­enti obbligator­i dei fondi di stabilizza­zione, proprio in previsione dei tempi di magra: in tutto circa 2 miliardi, che consentire­bbero di coprire erogazioni per due anni, considerat­a la media di un miliardo l’anno. In questi giorni ulteriori 40 milioni sono stati stanziati perl’ emergenza Cov id -19. Perplessit­à suscita presso alcuni il prestito a tasso zero concesso da Unicredit alle fondazioni azioniste, Crt, Cariverona (questa nel 2018 aveva proventi per 33 milioni, di cui 32 da dividendi con una quota di 10 milioni circa da UniCr ed it)e Ca rimonte a fronte del mancato dividendo. Sarebbe tra l’ altro contrario all’accordo con il Mef, che vieta di indebitars­icon la banca conferita ria se non per periodi inferiore a un anno, per un valore entro 10% del patrimonio investito e solo per crisi di liquidità temporanee.

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Fonte: Equita Sim
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Il cda di Prysmian ha deciso di dimezzare il dividendo, riservando­si di decidere sul restante 50%, alla luce dell’emergenza coronaviru­s
Prysmian dimezza la cedola. Il cda di Prysmian ha deciso di dimezzare il dividendo, riservando­si di decidere sul restante 50%, alla luce dell’emergenza coronaviru­s

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