Il Sole 24 Ore

Fisco, sospension­e in arrivo anche per gli avvisi bonari

Sul tavolo l’accesso ai rimborsi del 730 a chi ha perso il lavoro

- Marco Mobili

In arrivo la sospension­e dei pagamenti legati agli avvisi bonari. Sotto esame anche la possibilit­à di prevedere rimborsi da 730 anche a chi ha pero il lavoro. Il Governo continua ad approfondi­re il decreto legge legge di aprile; sul tavolo l’allargamen­to degli aiuti ai contribuen­ti.

Sospension­e di pagamenti e adempiment­i fiscali più ampia, a partire dagli avvisi bonari. Bonus affitti da estendere agli immobili ad uso non abitativo. Che tradotto potrebbe voler dire alberghi, capannoni e studi profession­ali. Ma c’è anche l’idea di una moratoria sulle locazioni di bar, ristoranti e pizzerie. Allo studio anche la possibilit­à di far rientrare tra i rimborsi veloci da modello 730 anche i lavoratori che hanno per so il lavoro a causa dell’emergenza sanitaria o per effetto delle misure di contenimen­to. Sono solo alcune delle misure allo studio del «decreto di aprile» su cui ieri al ministero dell’Economia si è tenuta una lunga riunione di maggioranz­a per definire il nuovo perimetro di intervento a sostegno di famiglie, lavoratori, autonomi e imprese. In questa direzione vanno ad esempio la proroga e l’allungamen­to della Cassa integrazio­ne in deroga, così come il reddito di emergenza, destinato a chi non può più lavorare e un reddito cosiddetto “light”da riconoscer­e ai lavoratori in nero. Le partita Iva, invece, dovranno continuare a richiedere un bonus - da domani si aprono i termini per presentare le domande - che secondo le prime ipotesi salirebbe da 600 a 800 euro (si vedano pagina 2 e 3 di oggi).

Nel decreto di aprile sarà certamente rafforzato il capitolo delle sospension­i degli adempiment­i e dei versamenti fiscali. Oltre a quanto anticipato domenica scorsa su queste pagine con l’estensione alle scadenze di aprile e maggio, Iva trimestral­e inclusa, tra le novità in arrivo c’è la sospension­e degli avvisi bonari. In questo modo si va a colmare il paradosso del decreto Cura Italia dove, ad esempio, un debitore si è visto sospendere le cartelle di pagamento e invece chi è stato avvisato dal Fisco “bonariamen­te”, quindi ancora prima dell’atto di accertamen­to è stato chiamato alla cassa.

Altra derogai n arrivo, già annunciata nelle Faqpubblic ate venerdì scorso sul sito del Mef,è quella del cosiddetto bonus prima casa. In sostanza si bloccano i due requisiti temporali legati alle agevolazio­ni fiscali per chi acquista l’ immobile da adibire a prima casa ossia i 18 mesi in caso di cambio di residenza da comune a comune, o i 12 mesi concessi dal Fisco per non perdere le agevolazio­ni Iva e di registro in caso di vendita e riacquisto dell’immobile.

Sui ritardi negli adempiment­i o nei versamenti è stato il ministro Gualtieri ad annunciare la scorsa settimana l’idea di introdurre una moratoria sulle sanzioni per ritardati versamenti. Mentre sulla consegna e gli invii delle certificaz­ioni uniche dei redditi, i cui termini sono scaduti ieri come prevede il decreto Cura Italia all’esame del Senato, si potrebbe arrivare a una norma che dia copertura giuridica alla “causa di forza maggiore” così da poter prevedere la disapplica­zione delle sanzioni.

Altro capitolo da affrontare alla luce delle tante richieste giunte al Mef negli ultimi giorni è quello del bonus affitti per le attività commercial­i, di impresa e profession­ali. La norma oggi riconosce un credito d’imposta del 60% solo alle locazioni di immobili classifica­ti C1, dunque a botteghe e negozi. L’ipotesi su cui la maggioranz­a e i tecnici si stanno confrontan­do sarebbe quella di un’estensione agli immobili ad uso non abitativo a partire da quelli del turismo come gli alberghi ma anche ai capannoni delle imprese, agli studi profession­ali e ai casi di affitti d’azienda. Il punto di caduta sull’aliquota del bonus e sulla platea di riferiment­o saranno stabiliti nei prossimi giorni sulla base delle risorse disponibil­i.

Nel decreto di aprile si proverà anche a colmare alcune delle lacune del decreto di inizio marzo. Nel Dl Cura Italia , ad esempio, manca una norma di garanzia o di moratoria dei ratei per i risparmiat­ori/consumator­i che hanno fatto ricorso a forme di credito al consumo, magari anche con cessione del quinto dello stipendio o della pensione. Secondo gli ultimi dati di Bankitalia a fine gennaio risultavan­o in corso prestiti di questa natura per oltre 111 miliardi: 3 con scadenza a un anno, 34 tra tre e cinque anni e 74 con scadenze oltre i cinque anni. Il tasso di interesse applicato su questi prestiti, spesso richiesti anche per fronteggia­re consumi non proprio imprevisti, è stato a gennaio del 7,96%.

Il problema è stato sollevato da Carlo De Masi, presidente di Adiconsum: «Abbiamo chiesto al governo di introdurre provvedime­nti per la sospension­e del credito al consumo e i finanziame­nti per liquidità anche per tutti quei consumator­i oggettivam­ente in difficoltà con l’adempiment­o al pagamento delle rate».

Nell’incontro di oggi con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, le opposizion­i torneranno a chiedere l’apertura dei cantieri. Su questo fronte potrebbe essere ripescata la norma già messa a punto per il decreto di marzo con cui il Governo può nominare tra i 1 0 e i 12 commissari per avviare la realizzazi­one delle 25 opere ritenute prioritari­e dell’Esecutivo. Il confronto sul tema è tutto interno alla maggioranz­a sulla possibilit­à o meno di poter concedere ai commissari gli stessi poteri adottati per la realizzazi­one del ponte di Genova, o, come prevede la norma già messa a punto, una deroga all’articolo 4 del cosiddetto sblocca cantieri.

Si riapre il confronto nella maggioranz­a sui cantieri e sui poteri dei commissari per avviare le opere prioritari­e

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