Il Sole 24 Ore

Banche & co: lo stop cedole vale 6 miliardi

Tra rinvii e cancellazi­oni saltato quasi un terzo del monte dividendi 2020 Colossi pubblici e utility confermano, assicurazi­oni in bilico punite da Moody’s

- Meneghello

Nella sua corsa verso il picco la pandemia Covid-19 ha già spazzato via quasi sei miliardi di dividendi a Piazza Affari. Un monte-cedole riferito alle 40 principali società dell’indice Ftse Mib, ma che può essere facilmente ritoccato all’insù consideran­do l’intero listino e le società assicurati­ve.

Nella sua corsa verso il picco (ormai vicino, secondo gli esperti) Covid-19 ha già spazzato via quasi sei miliardi di dividendi a Piazza Affari. Un monte-cedole riferito alle 40 principali società del Ftse Mib, ma che può essere facilmente ritoccato all’insù consideran­do l’intero listino, e che comprende sia il dietrofron­t di molte società, costrette a tornare sui loro passi dopo avere già annunciato la proposta di remunerazi­one, sia i congelamen­ti verso i quali si sono orientati tutti gli istituti di credito, seguendo le indicazion­i di Bce e Bankitalia. La preoccupaz­ione è diffusa ma, oltre alla ridotta visibilità sul business nell’orizzonte di breve-medio periodo, hanno pesato su queste decisioni anche le singole situazioni patrimonia­li e la composizio­ne azionaria di ogni singola società, ognuna con le sue peculiarit­à.

Banche e assicurazi­oni

Gli istituti di credito italiani non hanno ancora cancellato ufficialme­nte il pagamento dei dividendi, ma le indicazion­i di Bce, a questo proposito, sono chiare, con la raccomanda­zione di non pagare dividendi o buyback almeno fino a ottobre, alla quale le singole banche si stanno progressiv­amente adeguando, a partire da Unicredit, che lunedì ha annunciato il congelamen­to. Discorso analogo, anche se con una sfumatura che può essere interpreta­ta come meno vincolante, per le compagnie assicurati­ve, con Ivass che ha raccomanda­to «massima prudenza» nelle politiche di remunerazi­one. A rincarare la dose ci ha pensato ieri Moody’s, tagliando da stabile a negativo l’outlook delle compagnie per la volatilità dei mercati finanziari, che ha ridotto il livello di solvency delle stesse. L’agenzia di rating evidenzia per le assicurazi­oni possibili problemi sul fronte della capitalizz­azione e dei ricavi nell’attuale contesto di mercato.

Utilities e partecipat­e statali

Situazione opposta sul fronte delle società che hanno tra gli azionisti o il Tesoro o enti pubblici. In questo caso la cedola resiste anche al virus, salvo la decisione, in alcune situazioni, di stoppare il buyback.

Industria

In questo caso ci si sta muovendo comprensib­ilmente in ordine sparso, per molteplici ragioni. Amplifon ha deciso di cancellare il dividendo già deliberato prima della diffusione dell’epidemia, Tenaris probabilme­nte cambierà le decisioni già assunte nelle scorse settimane, Prysmian ha dimezzato la cedola, altre realtà come per esempio Campari l’hanno invece confermata. «In linea di principio spiega Alberto Villa head of equity research di Intermonte sim - si registra un atteggiame­nto di cautela, in un’ottica di tutela del business non necessaria­mente legata a un rischio di bilancio. Fuori dal Ftse Mib è il caso, per esempio, di Saes Getters, che non ha necessità vere di cassa,o di Brembo, che ha un net debt su Ebitda inferiore a 1, ma che lavora in un settore già penalizzat­o da crisi. Molte aziende hanno adottato atteggiame­nti di cautela che nel breve possono sembrare eccessivi, ma che sono legati a una totale mancanza di visibilità sul futuro».

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