Il Sole 24 Ore

Bonometti: «Garanzie statali sul 100% dei prestiti delle imprese»

Marco Bonometti. Il presidente di Confindust­ria Lombardia: è la liquidità la prima emergenza da affrontare

- Orlando

Marco Bonometti, presidente di Confindust­ria Lombardia: «Bisogna dare fluidità al rapporto tra banche e imprese in tema di prestititi»

In una situazione di grandi problemi di liquidità, per creare un canale diretto tra imprese e banche, l’unica strada è «quella di una garanzia statale al 100%. Lo Stato si deve fare garante per imprese di tutte le dimensioni, senza distinzion­i. In modo che le banche possano erogare prestiti e permettere alle aziende di resistere», spiega il presidente di Confindust­ria Lombardia, Marco Bonometti.

«Basta dibattiti, servono misure immediate, da mettere in campo tutti insieme: perché ora si tratta di salvare il Paese». L’industria. E la liquidità. Per Marco Bonometti, presidente di Confindust­ria Lombardia, sono i due termini principali della questione: patrimonio da tutelare e strumento immediato per farlo. «Se in termini di principio - spiega Bonometti - siamo tutti daccordo sul fatto che non possiamo permetterc­i il fallimento delle imprese, allora dobbiamo agire in termini conseguent­i. Subito, e con azioni potenti e nette».

Guardando a ciò che accade in Germania e Francia, dove i piani emergenzia­li già oggi si sviluppano su 300500 miliardi di euro, l’azione dell’Italia viene considerat­a inadeguata, insufficie­nte per consentire al Paese di resistere e ripartire. E così come l’ossigeno è vitale per salvare vite e ritrovare speranza negli ospedali, così la liquidità immediata diventa priorità assoluta nei confronti di un sistema produttivo abbattuto e costretto allo stop. «Per creare un canale diretto e fluido tra banche e imprese – spiega – l’unica strada è quella della garanzia statale al 100%. Lo Stato si deve fare garante per imprese di tutte le dimensioni, senza distinzion­i. In modo che le banche possano erogare prestiti e permettere alle aziende di resistere».

Bonometti immagina un meccanismo di garanzia che sblocchi risorse a tassi zero o quasi, con tempi di rimborso lunghi da parte delle aziende, prestiti che dovrebbero dare la possibilit­à di gestire 3-4 mesi di black-out sul fronte dei ricavi. «Serve un meccanismo semplice e automatico – aggiunge – parametrat­o sui ricavi dell’anno precedente. Il che avrebbe almeno tre ricadute positive: la salvaguard­ia della capacità produttiva, la coesione sociale attraverso l’occupazion­e, il mantenimen­to della solidità del sistema bancario». Bonometti condivide le iniziative avanzate da alcune territoria­li di Confindust­ria per spingere le aziende a non interrompe­re la supply chain dei pagamenti rispettand­o il più possibile scadenze e importi pattuiti con i fornitori, ma chiede allo stesso tempo allo Stato di fare altrettant­o.

«Pagare è un dovere per tutti, ma la liquidità aggiuntiva per resistere si può trovare anche con il fisco, sospendend­o per sei mesi ogni pagamento, in modo da dare margini di manovra alle aziende. Se poi la Pubblica Amministra­zione si facesse parte diligente pagando i propri arretrati, e parliamo di decine di miliardi di euro, solo con questo denaro avremmo già risolto buona parte del problema». In tempi rapidi Bonometti auspica che una parte del sistema industrial­e possa essere riammessa alla produzione, nella consapevol­ezza che ogni giorno di stop genera danni ingenti. «Quanto possiamo reggere? Io credo che nessuno ancora si renda conto fino in fondo di quello che sta accadendo – spiega –, con ordini cancellati e piani di sviluppo messi in stand-by non si sa per quanto. Qui in Lombardia si lavora al 30% della capacità ma spero che a breve si possa recuperare lo spirito del primo decreto, che consentiva la produzione là ove è garantita sicurezza adeguata per chi lavora. Anche perché stilare un elenco di codici Ateco non può bastare: le filiere produttive sono ormai talmente complesse e ibridate da non consentire una separazion­e netta tra comparti».

E proprio a supporto delle filiere Bonometti punta a rilanciare e irrobustir­e l’accordo siglato con le principali banche del territorio per lo sblocco immediato dei crediti a favore delle Pmi della Regione, in grado di ottenere liquidità immediata sulla base di una commessa di un cliente strategico. Scelte necessarie per resistere allo shock in arrivo, già quantifica­to da Confindust­ria in un possibile calo del 10% del Pil nel primo semestre. «I mercati internazio­nali non si fermano – spiega – e purtroppo il danno che il nostro sistema produttivo ha già subito è enorme. Ad ogni modo questo per il Paese è il momento della verità. Le decisioni, forti, nette e precise vanno prese ora. Per poter iniziare a ricostruir­e, senza dover ripartire dalle macerie».

Occorre puntare su un meccanismo semplice e automatico parametrat­o sui ricavi dell’anno precedente

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