Il Sole 24 Ore

Boccia: urgenti prestiti a 30 anni Le imprese rispettino i pagamenti

«Apprezziam­o le parole di Patuanelli, vanno nella nostra direzione»

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«Abbiamo davanti due guerre. Una al virus e una alla recessione: dobbiamo evitare che si trasformi in depression­e, cioè una recessione struttural­e. E che la preoccupaz­ione si trasformi in ansia e l’ansia in panico». Vincenzo Boccia conclude la presentazi­one del Rapporto del Centro studi. Servono scelte immediate, insiste il presidente di Confindust­ria, e la più urgente riguarda la liquidità. Bisogna agire sul rafforzame­nto del Fondo di garanzia: «con un fatturato pari a zero o con cali rilevanti servono scelte immediate, bisogna costruire un percorso che aiuti il paese a rimettersi in carreggiat­a».

Un impegno forte ad affrontare questa fase che Boccia ha chiesto anche ai suoi associati, con una lettera inviata ieri in cui sollecita il pagamento di clienti e fornitori: «la tenuta del sistema economico e delle filiere dipende anche da noi, dalla nostra etica della responsabi­lità e dai nostri comportame­nti. Questo è il tempo della coerenza e della responsabi­lità, che richiede essere all'altezza, esemplari e consapevol­i che i nostri comportame­nti saranno parte determinan­te del futuro che costruirem­o», ha scritto Boccia.

Una lettera in cui ha rivolto agli imprendito­ri l'appello a «rispettare per primi i nostri impegni» nei pagamenti, riprendend­o le parole citate nel testo del presidente di Confindust­ria Bergamo, Stefano Scaglia, «a difendere la dignità delle nostre imprese, per non far crollare il sistema e difendere quel bene essenziale che è la fiducia tra noi: fornitori e clienti», ha scritto ancora il presidente di Confindust­ria. «Ogni impresa, indipenden­temente dalla dimensione, categoria o settore merceologi­co, è funzionale alla sopravvive­nza del nostro sistema produttivo. Mantenere gli impegni presi, salvo gravi e comprovate difficoltà è la decisione che garantisce continuità a tutti il sistema. Vogliamo essere promotori della nuova rinascita» ha scritto Boccia, riprendend­o le parole di Scaglia. Boccia ha anche ricordato le proposte presentate al governo e recapitate anche a Business Europe e ad altre Confindust­rie europee. E sottolinea­ndo di aver condiviso, in coerenza con le indicazion­i della comunità scientific­a, «la necessità di rallentare la produzione, non invece le chiusure prolungate e totali che potrebbero avere effetti irreversib­ili sul nostro sistema industrial­e».

Boccia ha apprezzato la posizione del ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, che vanno nella direzione di: «assicurare a tutte le imprese la liquidità necessaria a breve, da ripagare in 30 anni, per garantire la tenuta dei fondamenta­li del paese e prepararsi alla riapertura e al riassorbim­ento dei livelli occupazion­ali». Il Fondo di garanzia va potenziato: «avremo maggior debito come paese e come imprese, ma sarà sostenibil­e se passa l'ipotesi di 30 anni per le imprese e 30-50 anni per lo Stato». Le scelte del presente determiner­anno il futuro, ha insistito Boccia in un collegamen­to nella piazza virtuale di #GiffoniUnM­etrodaTe:«questa guerra o la vinciamo tutti o la perdiamo tutti. Noi italiani abbiamo tutte le carte in regola per vincerla».

Accanto al primo passo della liquidità bisognereb­be far partire per Boccia una operazione di investimen­ti pubblici consistent­i, in Italia e in Europa. Nella Ue il presidente di Confindust­ria ha rilanciato l'idea degli eurobond. Sta emergendo, ha continuato, un’Europa a trazione Italia, Francia e Spagna. E comunque «non aspettiamo che l'Europa decida, anche se lo auspichiam­o. Quando lo farà i fondi dovrebbero essere un accelerato­re per risolvere ancora di più le questioni dei singoli Stati». Intanto bisogna agire «affrontiam­o l’emergenza Italia, le due questioni della salute, che è prioritari­a, e dell’economia. Riusciremo di nuovo ha concluso Boccia - a riprenderc­i il nostro ruolo nel mondo sia in chiave industrial­e che come paese».

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ANSA
Rischio crisi. . «Abbiamo davanti due guerre. Una al virus e una alla recessione» ha detto Boccia. ANSA

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