Il Sole 24 Ore

Borse in ripresa, ma trimestre flop Asta BTp, salgono i rendimenti

Dalla Fed nuova misura d’emergenza per consentire alle banche centrali straniere un più agevole accesso alla liquidità in dollari

- Vito Lops

Prosegue il rimbalzo delle Borse europee. Piazza Affari ha terminato l’ultima seduta del trimestre con un rialzo dell’1,06%, in linea con l’andamento delle altre principali Borse continenta­li (indice Eurostoxx 50 +0,8%). Il bilancio dei primi tre mesi dell’anno però è di quelli che non si dimentiche­ranno facilmente: il Ftse Mib ha ceduto il 27,5% segnando la peggiore performanc­e trimestral­e della storia. Quanto ai listini europei il calo medio si attesta a -25%. Per trovare una performanc­e peggiore bisognarit­ornare indietro al 2002. Per Wall Street il bilancio da inizio anno si attesta a -18%.

Per quanto si tratta di ribassi consistent­i va ricordato che ci siamo allontanat­i dai minimi dell’anno (12 marzo per l’Europa e 23 marzo per gli Usa) quando il parziale delle Borse europee era prossimo al -40% mentre l'S&P 500 americano sprofondav­a del 34%. Da allora i listini hanno messo a segno un significat­ivo rimbalzo: +14,5% per Piazza Affari e +20% per Wall Street.

Al mega rimbalzo hanno certamente contribuit­o le maxi manovre delle banche centrali e anche le leve fiscali azionate da molti Paesi. Basti pensare che gli Stati Uniti – unendo gli sforzi della Fed e del Tesoro – hanno lanciato un piano da 11mila miliardi di dollari che non ha precedenti nella storia.

Inoltre si continua a lavorare per garantire la circolazio­ne della liquidità mondiale che in questo momento si chiama «dollaro». Ieri la Fed ha varato una nuova misura d’emergenza per consentire alle banche centrali straniere un più agevole accesso alla liquidità in dollari. Più nel dettaglio la banca centrale americana consentirà alle altre banche centrali di scambiare «temporanea­mente» i loro buoni del Tesoro Usa con dollari. Il nuovo sistema, che sarà gestito dalla Fed di New York, dovrebbe facilitare le transazion­i sul mercato dei titoli di Stato Usa e fa parte del massiccio intervento della Fed per garantire l’accesso al credito a imprese e famiglie. A questo giro nella facility – che partirà il 6 aprile rientra anche la People’s Bank of China. In questo modo gli Usa preferisco­no non creare tensioni con la potenza asiatica, che ha in pancia titoli di Stato per 1.100 miliardi di dollari.

Gli investitor­i sono stati poi rinfrancat­i da due buoni dati macro. La Cina si è rimessa a produrre: l’attività manifattur­iera, crollata a febbraio, a marzo è salita a sorpresa. L'indice Pmi si è attestato a 52 punti contro i 35,7 di febbraio, che avevano registrato un minimo storico. E' un risultato ben al di sopra della previsione media degli analisti e la migliore performanc­e per questo indice da settembre 2017. Hanno battuto le attese anche i dati Usa dove la fiducia dei consumator­i a marzo è scesa a 120 punti (contro attese per un calo a 110) mentre l’attività manifattur­iera nell’area di Chicago è diminuita a 47,8 punti (contro attese per un calo a 40,5 punti).

Segnali positivi anche osservando la volatilità. Il Vix è sceso del 7% a 53 punti. Siamo lontani dal picco oltre 80 di metà marzo ma anche lontani dai 10-15 punti che rappresent­ano la soglia della tranquilli­tà.

Sul mercato obbligazio­nario europeo lo spread BTp-Bund ha chiuso a 201 punti, gli stessi livelli della seduta precedente. Ma quel che più conta per il Tesoro è il bilancio delle aste a medio-lungo termine con le quali ieri via XX Settembre ha ottenuto un finanziame­nto per complessiv­i 8,5 miliardi. Il rendimento medio del Btp quinquenna­le (13ma tranche) è salito a 0,8% da 0,36% del collocamen­to di febbraio, quello del BTp decennale agosto 2030 (terza tranche) all'1,48% dal precedente 1%, mentre il tasso del decennale aprile 2030 (15ma tranche) è salito a 1,44% da 1,29%. Assegnati anche Ccteu per 750 milioni di euro allo 0,66%. I tassi in rialzo si sono accodati ai movimenti delle ultime settimane sul mercato secondario. Con for tante il dato sulla domanda, risultata in media 1,5 volte l’offerta. «Il mercato - dice Filippo Mormando, Fixed Income Strategist di Mps Capital Services - si è mantenuto stabile alla pubblicazi­one dei risultati e ha ripreso fiato bene dopo l'asta, il cui ammontare offerto è stato il più alto degli ultimi 6 anni per un’asta senza alcun nuovo titolo in emissione».

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Jerome Powell. Nuova mossa della Fed per garantire liquidità: la banca centrale Usa consentirà alle banche centrali estere di scambiare temporanea­mente i loro buoni del Tesoro Usa con dollari

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