Meccanica Cipriani, un ordine salva la produzione mondiale

«Se fermiamo l’attività della nostra officina meccanica per rispettare il decreto sull’emergenza coronavirus, a cascata l’intera produzione mondiale di telai tessili si dovrà fermare”.

Giovanni Cipriani, titolare insieme col fratello Andrea della Cipriani srl di Montemurlo (Prato), piccola azienda (dieci dipendenti e circa 1 milione di fatturato) che produce un componente strategico dei telai tessili - il nastro laminato per pettini (reed wire) fatto con filo d’acciaio e alte tecnologie - è rimasto senza parole quando ha visto l’elenco delle attività “essenziali” autorizzate a rimanere aperte, inserito nel decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 22 marzo. Tra queste, com’è noto, non c’è la meccanica. «Noi siamo gli unici produttori al mondo di nastri per pettini tessili, che esportiamo al 98% - ha pensato Cipriani - e la nostra chiusura metterebbe in crisi l’industria globale dei telai tessili, che rimarrebbe senza questo componente fondamentale. In pratica non si potrebbero più tessere le stoffe».

Per uscire da tunnel come questi, il decreto presidenziale prevede la possibilità di chiedere al prefetto una deroga alla chiusura dell’attività, dimostrando di essere “agganciato” a uno dei settori “essenziali”, cioè di lavorare nella stessa filiera produttiva.

«Ma chi, come noi, esporta quasi tutta la produzione come può essere inserito in una filiera italiana?», si è chiesto prima di tutto Cipriani. Per poi valutare con sgomento un secondo ostacolo: anche la filiera tessile, a cui sono rivolti i componenti meccanici da lui prodotti, è considerata dal decreto un settore “non essenziale” e come tale costretto a chiudere i battenti per l’emergenza Covid-19, con l’eccezione dei produttori di tessili tecnici e di tessuto-non-tessuto. La soluzione per continuare a produrre è arrivata all’ultima curva: proprio un’azienda di tessili tecnici di Prato (come tale rimasta aperta) ha appena ordinato a Cipriani dei nastri per pettini tessili: questa commessa permetterà all’officina di chiedere al prefetto una deroga per proseguire l'attività. «Ma cosa sarebbe successo se non avessi trovato un cliente italiano pronto a fare un ordine? - si chiede Cipriani - La produzione del tessuto tecnico, che è necessaria per fronteggiare questa minaccia globale, si sarebbe fermata per mancanza dei nostri componenti fondamentali».