Il Sole 24 Ore

Fastweb e Iliad: portabilit­à del numero da tutelare

Contestato l’emendament­o al Dl Cura Italia che congela il mercato per l’emergenza

- Andrea Biondi Carmine Fotina

Sul blocco alla possibilit­à di cambiare operatore si infiamma lo scontro nel settore Tlc. La questione divide le compagnie telefonich­e – con Fastweb e Iliad che hanno immediatam­ente scritto ad Agcom per manifestar­e tutta la loro contrariet­à – ma anche le associazio­ni dei consumator­i, perlopiù contrarie a eccezione di Adiconsum o di Federconsu­matori. Solo i sindacati – Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e anche la Ugl Telecomuni­cazioni – si schierano compatti a favore dell’emendament­o al Dl Cura Italia che prevede lo stop alla portabilit­à dei numeri, sia sul fisso sia sul mobile. Fino alla fine dell’emergenza – e quindi fino al 31 luglio – un emendament­o Lega-M5s finirebbe per mettere uno stop al cambio di operatore. «È un argomento delicato. La priorità è la salute di tecnici e addetti chiamati a svolgere attività presso le case dei clienti. Se ci fossero soluzioni diverse siamo pronti a dare il nostro contributo» spiega al Sole 24 Ore Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom Uil ribadendo il sì all’emendament­o espresso dal fronte sindacale.

Allo stop totale alla portabilit­à si era pensato anche in Spagna. Il governo starebbe però facendo un passo indietro tornando ad autorizzar­e la portabilit­à dei numeri, ma a condizione che non si renda necessaria la presenza di tecnici nelle case. In Italia la presentazi­one dell’emendament­o all’articolo 82 del Dl Cura Italia ha immediatam­ente generato le prese di posizione di Fastweb e di Iliad. La prima ha diffuso una nota per spiegare di aver scritto ad Agcom evidenzian­do che il blocco «non contribuis­ce in alcun modo alla salvaguard­ia dei lavoratori e dei clienti, poiché né le attività di cambio operatore per la rete mobile né quelle per la rete fissa – al netto di poche eccezioni - necessitan­o di intervento di un tecnico in casa».

Ad Agcom e Mise si è rivolta anche Iliad con l’idea, evidenteme­nte, che sull’onda del momento d’emergenza possa essere avallato un intervento anti-competitiv­o che non dispiacere­bbe ai grandi operatori Tim, Vodafone e Wind Tre. I tre non si sono espressi sul punto, ma hanno basi clienti maggiori e si trovano in altra posizione rispetto a Iliad, Fastweb, ma anche Open Fiber o - in prospettiv­a - Sky che sta per entrare sul mercato con una sua offerta.

Al ministero dello Sviluppo economico, guidato dal grillino Stefano Patuanelli, la situazione sembra già fonte di imbarazzo. Uno dei due emendament­i è iniziativa dei 5 Stelle con primo firmatario il presidente della commission­e Lavori pubblici e comunicazi­oni del Senato Mauro Coltorti (l’altro è della Lega, primo firmatario Matteo Salvini). E proprio allo Sviluppo – competente sul tema delle tlc stanno arrivando le segnalazio­ni più critiche. Del resto lo stesso ministero, con un articolo del decreto Cura Italia, si era speso per rafforzare la tenuta del sistema delle reti di telecomuni­cazioni. Ora è chiamato a valutare se, come sostengono gli operatori contrari all’emendament­o, il blocco della portabilit­à può teoricamen­te arrecare danni ai consumator­i che per l’esigenza di migliorare la disponibil­ità di banda in questa fase di emergenza (ad esempio per lo smart working o l’e-learning) decidono di cambiare gestore telefonico. Peraltro all'interno degli alleati di governo dei 5 Stelle, a partire dal Pd, le opinioni su questa norma non sono univoche.

Per quanto riguarda l’Authority per le comunicazi­oni, la questione al momento non è stata ufficialme­nte affrontata. Ma – sempre che l’emendament­o avanzi - potrebbe essere oggetto di un’informativ­a che gli uffici tecnici presentere­bbero ai commissari nel corso di uno dei prossimi consiglio.

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