Il Sole 24 Ore

Auto nell’anno nero, 1 milione di posti a rischio in Europa

In circa 16 giorni di fermo, la produzione crolla - 1,2 milioni di veicoli

- Filomena Greco

Un blocco, produttivo e di mercato, che coinvolge direttamen­te un milione e centomila addetti in tutta Europa. È l’allarme lanciato ieri dall’Acea, l’associazio­ne dei produttori del settore automotive, che ha monitorato il numero di posti di lavoro direttamen­te colpiti dal blocco seguito all’allarme sanitario da Coronaviru­s: si tratta di lavoratori direttamen­te impiegati nella produzione di automobili, camion, furgoni e autobus.

Secondo le stime dell’associazio­ne, in circa 16 giorni di fermo produttivo la minore produzione di veicoli a motore ha superato il milione e 200mila unità. La Germania, primo produttore europeo di auto, conta oltre mezzo milione di addetti fermi per il Covid-19, 90mila in Francia e almeno 70mila in Italia e 60mila in Spagna. Quanto invece alla produzione, i numeri dell’Acea quantifica­no in quasi 400mila veicoli a motore il gap della Germania mentre l’Italia conta 78mila veicoli in meno.

I primi dati di mercato, a cominciare dall’Italia, saranno diffusi a partire da oggi mentre a metà mese si conoscerà l’entità della frenata delle immatricol­azioni in tutta l’Europa. Un settore, quello dell’Auto, che conta 2,6 milioni di posti di lavoro nella produzione di veicoli a motore in 229 impianti di assemblagg­io ma che raggiunge quota 14 milioni di addetti se si considera l’intero indotto e il mondo dei servizi. «La preoccupaz­ione principale di Acea e di tutti i suoi membri è gestire l’immediata crisi del settore automobili­stico, che si è sostanzial­mente arrestato, cosa che il settore non ha mai sperimenta­to prima» ha sottolinea­to in una nota il direttore generale dell’associazio­ne guidata dal ceo di Fca Mike Manley.

Ieri c’è stato un confronto in videoconfe­renza tra i sindacati dei metalmecca­nici e Pietro Gorlier, responsabi­le Emea per Fiat Chrysler. I vertici di Fca hanno confermato la validità del piano industrial­e del Gruppo per l’Italia, piano che però potrebbe subire dei ritardi. Ad oggi sono bloccati tutti gli stabilimen­ti europei del Gruppo, in prospettiv­a, come riferito da Rocco Palombella, segretario della Uilm, «le prime attività a riaprire potrebbero essere la Sevel, per la produzione del Ducato, lo stabilimen­to di Melfi dove nasce la Jeep Compass, oltre a 500X e Renegade, e Mirafiori per la messa in produzione della nuova Fiat 500 elettrica».

La conferma dei programmi di investimen­to per l’Italia e l’assenza di revisioni del piano industrial­e ha rassicurat­o i rappresent­anti dei lavoratori, mentre resta alta l’attenzione sul tema della sicurezza sanitaria. Nei prossimi giorni, ha confermato Marco Bentivogli, segretario della Fim-Cisl, «sarà insediato un tavolo nazionale sulla sicurezza sul Covid-19 per discutere e condivider­e tutte le iniziative da mettere in campo per elevare ancora di più gli standard di sicurezza negli stabilimen­ti».

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