Il Sole 24 Ore

Risparmio, le oltre 5mila controvers­ie sanate dall’arbitro Consob

- Gianpaolo Barbuzzi Presidente Arbitro per le controvers­ie finanziari­e

Sono trascorsi più di tre anni da quando, il 9 gennaio 2017, l'Arbitro per le controvers­ie finanziari­e (Acf) ha iniziato la sua attività. È stato un periodo di lavoro intenso. L'Arbitro, istituito nel 2016 dalla Consob quale organismo di risoluzion­e stragiudiz­iale delle controvers­ie tra risparmiat­ori e intermedia­ri, si è adoperato al massimo per assolvere la sua funzione: mettere a disposizio­ne del mercato uno strumento nuovo e gratuito di soluzione delle dispute in materia di risparmio al di fuori delle aule dei tribunali.

I dati relativi al 2019, resi noti ieri, integrano quelli degli anni precedenti e forniscono un quadro d'insieme sul primo triennio di attività. Essi consentono, senza autocompia­cimento, di guardare con soddisfazi­one al lavoro svolto. Al tempo stesso, incoraggia­no a fare di più e di meglio per il futuro. In particolar­e, nei casi risolti a favore dei risparmiat­ori il tasso di esecuzione delle decisioni dell'Acf, di per sé non vincolanti per gli intermedia­ri, si è assestato all'80%. È una soglia elevata ma ci adopererem­o per innalzarla ulteriorme­nte, così da massimizza­re i benefici dello strumento anche a fini deflattivi del contenzios­o giudiziari­o.

Sono oltre 5.300 i ricorsi pervenuti nel triennio 2017/2019 (5.800 ad oggi) e superano i 55 milioni di euro i risarcimen­ti riconosciu­ti, con un tasso di accoglimen­to del 65%. La platea di chi può rivolgersi all'Arbitro è ampia. Il limite di competenza per valore (500.000 euro) riconduce ad esso buona parte del contenzios­o finanziari­o. L'Acf si sta rivelando un osservator­io interessan­te. Conferma, ad esempio, la disparità di genere per quanto riguarda la distribuzi­one della ricchezza finanziari­a, con la titolarità dei rapporti d'investimen­to in capo agli uomini in quasi il 70% dei casi. Tra gli under 40 si intravedon­o tuttavia incoraggia­nti segnali di rimozione del gap. Inoltre, l'età dei ricorrenti è elevata, con il 70% circa di over 55, segno di una spiccata concentraz­ione della ricchezza tra i meno giovani e di una trascurabi­le, se non inesistent­e, capacità delle nuove generazion­i di produrre risparmio.

Il contenzios­o finanziari­o è tuttora materia ostica per molti investitor­i retail, che nel 60% dei casi hanno preferito farsi assistere da un legale, stante anche il peso economico delle controvers­ie (quasi 60.000 euro a ricorso in media, per oltre 300 milioni di risarcimen­ti richiesti). Tra i servizi d'investimen­to, la consulenza si è rivelato il più critico, il che non sorprende se si considera la sua funzione di indirizzo delle scelte finanziari­e, poi gioco forza sottoposte dal risparmiat­ore anche alla verifica dei risultati.

Permangono, in ogni caso, ampi margini di migliorame­nto nelle dinamiche relazional­i tra i due attori. Gli intermedia­ri è bene valorizzin­o sempre in modo trasparent­e, coerente e verificabi­le gli scambi informativ­i, dando concretezz­a operativa alla fondamenta­le regola di servire al meglio l'interesse dei clienti. A loro volta, gli investitor­i retail sono chiamati a trasformar­e posizioni solo rivendicat­ive - di chi vede la fiducia riposta prima, tradita poi - in attiva partecipaz­ione al processo d'investimen­to, di cui non devono limitarsi a subire gli effetti ma concorrere ad indirizzar­ne l'andamento. Serve per questo un salto di qualità, considerat­o lo scarso livello di alfabetizz­azione finanziari­a di ampi strati della popolazion­e.

Gli orientamen­ti applicativ­i della normativa sui servizi d’investimen­to elaborati dal Collegio Acf (2.400 decisioni ad oggi consultabi­li sul sito www.acf.consob.it, le più rilevanti delle quali massimate nella

Relazione 2019) possono rappresent­are un'utile bussola comportame­ntale tanto per gli intermedia­ri che per i risparmiat­ori, ai quali saranno anche dedicate mirate iniziative di educazione finanziari­a.

Un’annotazion­e finale. Gli organismi Adr (Alternativ­e dispute resolution) sono strumenti efficaci in condizioni ordinarie di mercato. Crisi aziendali o, peggio, sistemiche ne depotenzia­no fortemente l’azione, penalizzat­a dalla non vincolativ­ità delle decisioni. Le vicende bancarie dell'ultimo quinquenni­o e situazioni di diffusa illiquidit­à dei titoli di alcune banche hanno rappresent­ato un banco di prova importante per l’Acf. Le numerose decisioni assunte su questo fronte hanno trovato esecuzione grazie ad un intervento legislativ­o del 2018 o accordi conciliati­vi. È tema che merita una riflession­e.

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