Parte la nuova Inwit con Ferigo ad e Tournon (Vodafone) presidente
La super Inwit è nata ieri con la fusione tra le torri di Tim e quelle di Vodafone Italia che ha raddoppiato a 22mila siti la rete infrastrutturale per la telefonia mobile della società. Nel contesto di incertezza attuale è uno dei pochi titoli ad avere mantenuto quotazioni vicine ai livelli di metà febbraio, quando peraltro Inwit aveva toccato il record storico a 10,6 euro. Nel giorno del closing, la società delle torri leader in Italia ha terminato la seduta in Piazza Affari sostanzialmente invariata a 9,88 euro, ma nel corso della seduta, poco prima di mezzogiorno, le quotazioni erano arrivate fino a 10,3 euro. Per avere un termine di raffronto basti pensare che cinque anni fa, quando Telecom aveva messo sul mercato il 40% del capitale con la quotazione, il prezzo dell’Ipo era stato fissato a 3,65 euro.
Da ieri, con la società operativa nella nuova dimensione, il capitale flottante è del 25%, dal momento che Tim e Vodafone hanno il controllo congiunto con il 37,5% ciascuna. Ma se non ci fosse stato lo sconquasso della pandemia si sarebbe potuto chiudere il negoziato con la cordata di fondi capitanata da Ardian che era già in stadio avanzato per un prezzo, secondo le indiscrezioni, non distante dai livelli attuali. Il problema però, appunto, non è tanto il prezzo, che tiene, quanto la complessità di portare all’approvazione dei comitati investimenti dei fondi (la sede di Ardian è a Parigi) operazioni d’oltrefrontiera impostate prima dell’emergenza sanitaria. L’obiettivo di scendere al 50%, appena possibile, è stato comunque ribadito anche recentemente dai due soci di controllo.
A sostenere le quotazioni in Borsa, oltre alle logiche del settore, c’è anche il maxi-dividendo da 570 milioni, con la cedola straordinaria da 0,5936 euro per azione che sarà staccata il 6 aprile e messa in pagamento l’8 aprile.
Il nuovo consiglio di amministrazione, che si è insediato ieri e riflette la nuova composizione dell’azionariato, ha nominato presidente Emanuele Tournon (chief operating officer di Vodafone Uk) e confermato come amministratore delegato Giovanni Ferigo, che ricopre anche il ruolo di direttore generale. È stata inoltre verificata la sussistenza dei requisiti di indipendenza per i consiglieri Laura Cavatorta, Filomena Passeggio, Secondina Giulia Ravera e Francesco Valsecchi.
Il consiglio ha anche nominato Diego Galli (group audit director di Vodafone a Londra) responsabile della funzione amministrazione, finanza, controllo e business support e individuato quali nuovi dirigenti con responsabilità strategiche, oltre a Galli, anche Massimo Scapini quale responsabile della funzione technology governance & master service agreement, confermando inoltre Elisa Patrizi, responsabile della funzione technology & maintenance e Gabriele Abbagnara, responsabile della funzione marketing & sales. È stata invece rinviata la costituzione dei comitati per poter prima procedere alla revisione delle procedure interne di riflesso all’uscita di Inwit dal gruppo Telecom (che prima controllava la società al 60%). Inwit ora non è più soggetta ad attività di direzione e coordinamento di Tim.
«Dall'unione delle infrastrutture passive di Tim e Vodafone nasce la più grande società delle torri in Italia – ha sottolineato il neo presidente della società, Emanuele Tournon Inwit ha le capacità tecniche e le risorse per realizzare una rete di telecomunicazioni a disposizione degli operatori che, anche grazie alle nuove tecnologie, rappresenterà per l’Italia un fattore importante di competitività e di crescita».