Vivendi, a Tencent il 10% di Umg
Il gruppo che fa capo a Vincent Bollorè incassa 3 miliardi e vola in Borsa
La notizia è che Tencent non si tira indietro, anche se ha preannunciato un forte calo della crescita a causa del coronavirus, e Vivendi porta a casa quasi 3 miliardi con la cessione del 10% di Universal Music alle condizioni concordate pre-pandemia. Il closing sul triangolo Cina-Francia-Usa - di ieri la finalizzazione dell’accordo firmato il 31 dicembre 2019 - ha sostenuto le quotazioni del titolo Vivendi, che ha chiuso a Parigi in rialzo del 7,4% a 19,5 euro, dopo aver superato quota 20 euro nel corso della seduta con un balzo dell’11%. La cessione della quota alla società di entertainment cinese valorizza l’enterprise value (molto equity, poco debito) di Universal - di gran lunga l’asset più redditizio del gruppo che fa capo a Vincent Bolloré - 30 miliardi di euro.
Il consorzio di investitori guidato da Tencent ha la facoltà di rilevare un ulteriore 10% alle stesse condizioni entro il 15 gennaio del 2021. Un’opzione distinta dall’operazione principale permette inoltre a Tencent Music Entertainment di acquisire una partecipazione di minoranza della filiale di Umg che raggruppa le attività cinesi. Vivendi, nella nota, sottolinea che la partnership consentirà a Universal di svilupparsi maggiormente in Asia.
Il gruppo francese, inoltre, continua a lavorare sulla possibile cessione di altre quote di minoranza di Umg con l’assistenza di otto diverse banche a cui ha dato mandato a questo scopo. Nei piani c’è la quotazione in Borsa di Universal Music, precisa la nota, al più tardi «entro l'inizio del 2023». Vivendi intende utilizzare la liquidità che otterrà da queste operazioni «per un programma significativo di riacquisto di azioni proprie e di acquisizioni».
Già nel 2019 Vivendi ha cancellato azioni proprie pari al 10% del capitale. Alla data del 13 febbraio scorso, quando la società ha diffuso i risultati preliminari dell’esercizio al 31 dicembre, risultavano in portafoglio azioni proprie per una quota pari all’1,85%. Tra i punti all’ordine del giorno dell’assemblea in programma per il 20 aprile c’era l’approvazione di un programma di riacquisto di azioni fino al 30% del capitale e fino a un prezzo massimo di 26 euro per azione tramite il meccanismo classico del buyback (fino al 10%) e un’offerta istantanea di acquisto sul mercato.