I contagi da rientro hanno già fatto 70 morti
La Romania è ad oggi il Paese più colpito dalla pandemia da coronavirus nell’Europa centro-orientale. Il contagio è cresciuto rapidamente nell’ultima settimana a causa del ritorno in patria di decine di migliaia di cittadini romeni abitualmente residenti per lavoro in Spagna e Italia. Le persone che hanno contratto il virus sono ormai più di 2.250 in Romania (con 300 nuovi casi solo nell’ultimo giorno), mentre le persone morte per il covid-19 sono almeno 70, un numero di decessi che quasi equivale a quello di Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia messe assieme. Il governo di Bucarest è stato tra i primi dell’Unione Europea, seguendo l’Italia, a imporre limiti agli spostamenti delle persone e alle attività commerciali dall’inizio di marzo. Le misure di emergenza sembrano tuttavia essere state vanificate dai contagi di importazione. La città di Suceava, nel Nord del Paese a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, è l’epicentro della pandemia con 22 morti ed è stata dichiarata zona rossa. In quarantena sono stati messi anche otto villaggi della stessa provincia- «Credo sia partito tutto dall’ospedale - ha dichiarato il sindaco di Suceava, Ion Lungu - e che si sia dunque trattato di un errore umano». Il sistema sanitario romeno è considerato tra i peggiori d’Europa e quindi tra i più vulnerabili nella crisi del coronavirus.
La diffusione del virus forse provocata da cittadini tornati in patria da Spagna e Italia