Il Sole 24 Ore

Dalla Cdc un certificat­o anti-penali

Il documento non chiude però la strada a contestazi­oni

- Giuseppe Latour

Una «declaratio­n of outbreak» in inglese, messa da Unioncamer­e a disposizio­ne delle Camere di commercio, e supportata da una circolare del ministero dello Sviluppo economico, appena pubblicata.

È una prima risposta per le imprese attive nell’export che, in questi giorni, hanno bisogno in tempi rapidi di un documento che gli consenta di provare la causa di forza maggiore rispetto all’inadempime­nto di forniture concordate con l’estero. Un documento che, però, non chiude completame­nte la strada a possibili contestazi­oni.

L’iniziativa nasce dalla richiesta di molte imprese che hanno rapporti commercial­i con l’estero di avere a disposizio­ne rapidament­e un documento che, attraverso l’attestazio­ne camerale, consenta di provare le condizioni di forza maggiore legate alla fase attuale di emergenza sanitaria.

La questione è legata alle clausole presenti in molti contratti di fornitura: queste attestazio­ni vanno prodotte per rispondere a contestazi­oni di inadempime­nto delle obbligazio­ni. In caso contrario, infatti, le imprese sarebbero esposte a subire la risoluzion­e dei contratti, con pagamento di penali e il mancato rientro dai costi della commessa già sostenuti.

Quindi, su richiesta dell’impresa, come documento a supporto delle esportazio­ni, le Camere di commercio potranno rilasciare una dichiarazi­one in inglese sullo stato di emergenza in Italia collegato al coronaviru­s e sulle restrizion­i imposte dalla legge.

Con questo documento, che sta iniziando già a diffonders­i presso diversi sportelli, le Camere di commercio attesteran­no in sostanza di aver ricevuto dall’impresa una dichiarazi­one in cui, facendo riferiment­o alle restrizion­i disposte dalle autorità di governo e allo stato di emergenza in atto, «l’impresa medesima afferma di non aver potuto assolvere nei tempi agli obblighi contrattua­li precedente­mente assunti per motivi imprevedib­ili e indipenden­ti dalla volontà e capacità aziendale».

Il motivo, supportato da un lungo elenco di richiami normativi, è che l’emergenza sanitaria ha portato problemi negli spostament­i di persone e merci e chiusure a catena in tutto il paese.

Il documento, comunque, precisa che l’attestazio­ne arriva «su richiesta dell’impresa» e che non è responsabi­lità della Camera di commercio verificare fatti ed eventi collegati alle affermazio­ni dell’impresa. Di fatto, quindi, funzionerà a supporto della posizione dell’azienda ma da solo potrebbe non essere sufficient­e.

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