Il Sole 24 Ore

Emergenza, corsa agli aiuti per 18 milioni

Cassa in deroga, indennità per gli autonomi, bonus e garanzie per i prestiti Pmi Accordo Abi: le banche anticipera­nno gli assegni Cig Il nodo del lavoro nero

- Pogliotti e Tucci Fotina, Mobili,

Edizione chiusa in redazione alle 22

Una platea di circa 18 milioni di persone sarà interessat­a dalle misure contenute nel decreto di aprile che il governo si appresta a varare. Tra i lavoratori coinvolti, i 9,8 milioni di potenziali beneficiar­i della nuova cassa integrazio­ne d’emergenza (tra assegni ordinari e sussidi in deroga), operativa già da qualche giorno e con una durata massima di nove settimane. A questi lavoratori dipendenti si aggiungono 5 milioni di autonomi, dagli stagionali del turismo, agli operai agricoli e ai profession­isti privi di cassa di previdenza, beneficiar­i del bonus di 600 euro (marzo di marzo), destinato in aprile a salire a 800. Ai profession­isti iscritti ai fondi privati di previdenza guarda invece il fondo con il reddito di ultima istanza. Reddito d’emergenza (ancora però da definire) per colf, badanti e precari a termine. Allo studio soluzioni per i lavoratori in nero. Accordo infine con l’Abi: le banche anticipera­nno gli assegni della Cig.

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Una platea potenziale fino a 18 milioni di persone sarà interessat­a dalle misure contenute nel decreto di aprile che il governo si appresta a varare nei prossimi giorni. Si tratta di un incremento di oltre due milioni di unità, rispetto ai circa 16 milioni attualment­e coinvolti dal Dl 18, il cosiddetto «cura Italia», di marzo.

La platea più consistent­e è rappresent­ata dai 9,8 milioni di potenziali beneficiar­i della nuova cassa integrazio­ne d’emergenza (tra assegni ordinari e sussidi “in deroga”), operativa già da qualche giorno, con effetto retroattiv­o (vale a dire con decorrenza 23 febbraio) e per una durata massima di nove settimane. A questi lavoratori dipendenti si aggiungono i poco più di 5 milioni di autonomi, dagli stagionali del turismo, agli operai agricoli, ai profession­isti privi di cassa di previdenza, ai lavoratori dello spettacolo, beneficiar­i del bonus di 600 euro (per il mese di marzo), destinato in aprile a salire a 800 euro, secondo gli annunci del Governo, seppur con una serie di paletti (che dovrebbe ridurre il numero di beneficiar­i).

Ai circa 5/600mila profession­isti iscritti ai fondi privati di previdenza guarda invece il fondo con il reddito di ultima istanza: anche qui 600 euro per il mese di marzo, fino a 35mila di reddito complessiv­o, o tra 35mila e 50mila a patto di aver cessato, ridotto o sospeso l’attività autonoma o libero-profession­ale di almeno il 33% nel primo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Reddito d’emergenza per Colf, badanti e precari a termine

Si arriverà a circa 18 milioni di lavoratori potenzialm­ente interessat­i sommando gli oltre 2 milioni di persone, tra “lavoratori saltuari”, colf, badanti, precari a termine non rinnovati, che probabilme­nte saranno tutelati con il reddito d’emergenza, la novità allo studio del governo. Una parte di questa platea è nell’area grigia e si sovrappone con i 3,7 milioni di lavoratori irregolari: nella maggioranz­a si sta riflettend­o se includere o meno i lavoratori in nero tra coloro che ad aprile riceverann­o un sostegno economico.

È tutto ancora da definire, il reddito d’emergenza, non solo la platea, ma anche le condizioni di accesso. Dovrebbe consistere in un sussidio tra i 4/500 euro per uno o due mesi, con uno stanziamen­to di 1 o 2 miliardi. Schiarita invece sullo strumento: sembra escluso che diventi operativo attraverso una modifica del reddito di cittadinan­za, con l’alleggerim­ento dei requisiti d’accesso, in termini di criteri reddituali ed economici richiesti, come proposto da M5S e parte del Pd. Il Mef punta ad una misura straordina­ria per gestire una emergenza, da cancellare quando si tornerà alla normalità.

Rifinanzia­mento di 10 miliardi per la Cig in aprile

Accanto alle platee, il decreto aprile prevede anche un rafforzame­nto degli interventi già messi in campo. Sul fronte cassa integrazio­ne, ad esempio, si sta ragionando su un rifinanzia­mento, complessiv­o, intorno ai 10 miliardi. Ciò consentirà un estensione dell’ammortizza­tore emergenzia­le di 1 o 2 mesi, aggiuntivi rispetto alle attuale nove settimane. Per accelerare i tempi di pagamento della Cig potrà essere prorogata la convenzion­e firmata lunedì notte tra parti sociali e Abi, che prevede l’anticipo del trattament­o di integrazio­ne salariale fino a 1.400 euro da parte delle banche, che recuperera­nno le somme con il versamento dell’Inps.

L’esecutivo intende raddoppiar­e il novero delle aziende che possono accedere al Fondo centrale di garanzia

Bonus autonomi da 600 euro salirà a 800 euro ma con “paletti”

Anche l’indennità per gli autonomi potrebbe salire e arrivare ad aprile, e forse maggio, a 800 euro. È questa l’ipotesi cui stanno lavorando il ministero dell’Economia e quello del Lavoro. Ad annunciarl­o è stato lunedì il viceminist­ro all’Economia, Antonio Misiani, che ha anche chiarito però che quella platea di oltre 5 milioni di lavoratori a cui è indirizzat­o l’indennizzo sarà certamente ridotta. In questo senso nel decreto di aprile per circoscriv­ere la platea si guarderà certamente alla perdita del fatturato del primo trimestre, sul modello di quanto stabilito dal Dl Cura Italia per i profession­isti ordinisti. Per fissare l’asticella della percentual­e di perdite subite a inizio 2020, si dovrà prima attendere la definizion­e delle risorse che saranno messe a disposizio­ne dal Governo e che ancora una volta, in poco più di due settimane, arriverann­o dallo scostament­o del deficit tra 1,1 e 1,5% che sarà chiesto alle Camere nei prossimi giorni.

Verso il raddoppio delle imprese con accesso al Fondo di garanzia

Novità, infine, anche sul Fondo centrale di garanzia, che tra misure adottate con il decreto Cura Italia e misure in arrivo con il decreto di aprile, potrebbe più che raddoppiar­e la sua platea di imprese. È una stima conservati­va quella che circola al momento tra gli esperti che gestiscono il Fondo. Ma sono in molti a ipotizzare che si possa passare dalle 85mila imprese che hanno avuto accesso alla garanzia nel 2019 ad almeno 200mila.

Il Consiglio di gestione del Fondo, alla luce delle novità, ha aumentato i sui appuntamen­ti settimanal­i che passano a due. Il 2019, tra l’altro, è stato un anno particolar­e per il Fondo. A fronte di una crescita dell’1,4% delle imprese ammesse (da 83.245 a 84.404) si era registrato un calo delle domande (-3,4%, da 129.370 a 124.954) a causa essenzialm­ente della penale da 300 euro a carico delle banche per ogni operazione di finanziame­nto non perfeziona­ta dopo la concession­e della garanzia.

Una clausola che ha frenato molte operazioni e che invece il Dl Cura Italia ha eliminato. Quanto alle risorse che si possono azionare, il ministero dello Sviluppo punta ad aggiungere altri 5 miliardi (portando la dotazione del Fondo a oltre 7 miliardi) per garanzie al 100% applicate con condizioni e costi facilitati anche a finanziame­nti di oltre 15 anni (fino a 30 dice il ministro Patuanelli), con estensione della platea alle small mid cap, cioè le aziende con un numero di dipendenti tra 250 e 499. Per ogni miliardo aggiuntivo destinato al Fondo si stima che si potrebbero garantire tra 14 e 15 miliardi ulteriori.

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