Il Sole 24 Ore

COSÌ LE PMI POSSONO COMPETERE

- di Roberto Crapelli e Alessio Rossi

Lee Pmi italiane potranno rientrare nei mercati addirittur­a in posizione di vantaggio se saranno messe in condizione di mitigare le due criticità che stanno affrontand­o, quella della perdita di fatturato e quella di uscita dalle filiere di fornitura e se, contempora­neamente, potranno disporre di nuovi capitali per rilanciare gli investimen­ti finalizzat­i a cogliere le straordina­rie nuove opportunit­à di crescita inorganica e di aggiorname­nto del modello di business che la crisi sta rendendo disponibil­i nel mondo.

La prima criticità, quella di perdita di fatturato viene innescata anzitutto dalla sospension­e delle attività produttive delle nostre imprese o dal mancato approvigio­namento di componenti e i semilavora­ti dai fornitori. Un’altra porzione di fatturato viene persa per l’atteso calo di domanda globale di beni finali e per il ritardo con cui tale crescita si trasferisc­e lungo le filiere di fornitura.

Per disinnesca­re questa criticità, le misure di sostegno dovrebbero consentire accessi rapidi a risorse di ammontare equivalent­e ai fabbisogni di cassa e di nuovo credito emersi, non solo nel periodo di sospension­e delle attività produttive, ma anche per il ritardo nella ripartenza della domanda. Le misure già approvate e quelle annunciate sono solo parzialmen­te sufficient­i per colmare il fabbisogno urgente delle Pmi derivante dalla perdita di fatturato.

La seconda criticità, quella di rischio di uscita dalle filiere di fornitura globali, si innesca perché la perdita di fatturato potrebbe essere prolungata nel tempo, anche dopo la riapertura delle nostre aziende. Infatti, se le aziende clienti, soprattutt­o quelle all’estero, dovessero riavviare le attività produttive prima delle nostre aziende, si troveranno nell’urgente necessità di rivolgersi ad altri fornitori in sostituzio­ne di quelli italiani.

Per questo le misure per soddisfare le urgenti necessità di cassa e di credito, indipenden­temente dall’ammontare e dall’accessibil­ità delle risorse messe a disposizio­ne, dovrebbero essere integrate da una decisa azione a livello politico per coordinare la riapertura delle produzioni delle aziende per ognuna delle principali filiere.

Per quanto potranno essere sostanzios­e le misure di sostegno, comunque non saranno sufficient­i per una ripartenza sostenibil­e nel tempo. Occorrerà che le Pmi italiane e la nostra imprendito­ria dispongano dei mezzi per porsi in posizione di vantaggio nell’interpreta­re un futuro per primi. Futuro che è ancora non prevedibil­e ma che sarà comunque diverso da quello che abbiamo lasciato a fine febbraio. Quadrivio Group ha condotto un’indagine su un campione di Pmi italiane di vari settori da cui emerge che gli imprendito­ri percepisco­no l’opportunit­à e l’urgenza di uscire dalla crisi proponendo nuovi prodotti, attaccando nuovi mercati, adottando nuove formule imprendito­riali e nuovi modelli di business. Gli imprendito­ri sono consapevol­i che i livelli di sottocapit­alizzazion­e delle imprese e l’urgenza di destinare il credito e la cassa a tamponare le criticità contingent­i non consentono di cogliere tali opportunit­à in tempo.

Le misure di sostegno finanziari­o, oltre a essere insufficie­nti ad azzerare le implicazio­ni economiche e di business derivanti da settimane o mesi di perdita di fatturato, comunque portano in dote la necessità di gravare i bilanci con passività significat­ive, dato che comunque si tratta di contrarre debito che, per quanto garantito e il cui servizio è poco oneroso, comunque dovrà essere rimborsato.

Il sistema delle Pmi italiane potrebbe “levereggia­re” meglio queste misure straordina­rie, insufficie­nti ma comunque onerose per il sistema Paese, se a esse si accompagna­sse un programma di incentivaz­ione per portare dal mercato capitali da destinare alla capitalizz­azione/ricapitali­zzazione delle imprese. Questo programma dovrebbe essere indirizzat­o a promuovere investimen­ti da soggetti privati italiani ed internazio­nali, come il private equity, e istituzion­ali, destinati agi investimen­ti necessari per cogliere le opportunit­à di business del dopo crisi. Tale programma consistere­bbe nell’azzerare gli oneri fiscali per gli imprendito­ri che cedono quote delle loro aziende all’ingresso di nuovi capitali e nel mettere a disposizio­ne benefici fiscali condiziona­ti per gli investitor­i. L’incremento di leva finanziari­a renderà ancora più efficace la maggiore capitalizz­azione messa a disposizio­ne.

Managing partner Quadrivio Industry 4.0 Fund; Presidente Giovani imprendito­ri di Confindust­ria

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