Sul tavolo l’ipotesi di assegno a 800 euro ma con target ridotto
COM’È
Èun esercito di oltre 5 milioni di lavoratori a cui il decreto legge «cura Italia» riconosce un indennizzo di 600 euro per il mese di marzo. Ci sono circa 3,6 milioni di artigiani e commercianti, 340mila partite Iva e collaboratori coordinati e continuativi iscritti alla gestione separata Inps a cui si aggiungono almeno altri 500mila professionisti, tutti con un fattore comune: sono privi di cassa di previdenza. Tra i lavoratori che in questi giorni busseranno all’Inps per ottenere l’indennizzo rientrano anche i circa 660mila lavoratori agricoli, i 170mila stagionali del turismo e gli 80mila precari dello spettacolo. Per ottenere l’indennità Covid-19 si deve presentare domanda in via telematica all’Istituto di previdenza utilizzando il portale e le credenziali di accesso, dal Pin allo Spid. Ma anche ricorrendo al cosiddetto Pin semplificato, ossia la sola prima parte della chiave di accesso che l’Inps invia ai cittadini che ne fanno richiesta. Per i meno avvezzi con la tecnologia e l’informatica c’è sempre la possibilità di richiedere il bonus direttamente al call center. Come hanno ricordato nelle ultime ore sia il ministero dell’Economia nel riscrivere una delle faq pubblicate sul sito del Mef, sia lo stesso ministero del Lavoro, l’indennizzo di 600 euro per il mese di marzo spetta anche agli agenti di commercio iscritti all’Enasarco.
Il decreto «Cura Italia», inoltre, prevede espressamente che il bonus di 600 euro è incompatibile con le altre misure di sostegno introdotte per sostenere lavoratori e imprese colpite dall’emergenza sanitaria.
COME SARÀ
Il bonus per autonomi, stagionali del turismo, lavoratori agricoli e professionisti privi di cassa di previdenza potrebbe salire dai 600 euro di marzo a 800 euro al mese. È l’ipotesi cui stanno lavorando il ministero dell’Economia e quello del Lavoro nella messa a punto del nuovo decreto indennizzi, già ribattezzato dal titolare di via Venti Settembre, Roberto Gualtieri, «decreto di aprile». Ad annunciarlo è stato lunedì il viceministro all’Economia Antonio Misiani, il quale ha anche chiarito però che quella platea di oltre 5 milioni di lavoratori a cui è indirizzato l’indennizzo sarà certamente ridotta. In questo senso nel decreto di aprile per ridurre la platea si guarderà certamente alla perdita di fatturato del primo trimestre. Oggi per alcuni lavoratori e professionisti il decreto cura Italia prevede un calo del fatturato del 33 per cento. Per fissare l’asticella della percentuale di perdite subite a inizio 2020, si dovrà prima attendere la definizione delle risorse che saranno messe a disposizioni dal Governo e che ancora una volta, in poco più di due settimane, arriveranno dallo scostamento del deficit tra 1,1 e 1,5% che sarà chiesto alle Camere nei prossimi giorni.
Anche nella versione di aprile il bonus resterà incompatibile con le altre agevolazioni e gli altri sussidi che saranno prorogati la prossima settimana. Così come sarà incompatibile con le pensioni dirette a carico, anche pro quota, dell’assicurazione generale obbligatoria e delle forme esclusive, sostitutive ed esonerative della stessa, nonché con la cosiddetta Ape sociale e l’assegno ordinario di invalidità.
Per ridurre il numero dei beneficiari si guarderà certamente alla perdita di fatturato del primo trimestre