Il Sole 24 Ore

Focus su garanzie totali alle imprese per prestiti ultradecen­nali

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Il Mise vorrebbe estendere la «copertura» dello Stato fino a piani di preammorta­mento a 30 anni

COM’È

Il decreto cura Italia ha rifinanzia­to il Fondo centrale di garanzia Pmi con 1,5 miliardi, portando la dotazione nel complesso a circa 2,2 miliardi. Lo stesso decreto è intervenut­o su altre forme di garanzie per il credito. In particolar­e, 1,73 miliardi sono stati stanziati per le garanzie per mancate revoche delle linee di credito, per proroghe e sospension­i di finanziame­nti in essere e altri 500 milioni di garanzia dello Stato sono andati su plafond della Cassa depositi e prestiti per finanziame­nti a settori particolar­mente colpiti, da individuar­e con successivo decreto ministeria­le, e per imprese che non accedono al Fondo Pmi (quindi grandi imprese). Ora si studia, per il Fondo di garanzia, un ulteriore rifinanzia­mento nell’ordine di 5 miliardi. A conti fatti, secondo prime stime, il potenziame­nto del Fondo potrebbe più che raddoppiar­e il numero di imprese che ogni anno accedono alla garanzia (circa 85mila nel 2019). Nel frattempo il ministero dell’Economia, la Banca d’Italia, l’Abi e il Mediocredi­to Centrale (gestore del Fondo di garanzia Pmi) hanno costituito un gruppo di lavoro per assicurare un rapido utilizzo di tutte le varie misure di supporto alla liquidità adottate con il Dl “cura Italia”, comprese le garanzie sulla linea per la liquidità immediata (fino a 3.000 euro) per gli imprendito­ri persone fisiche (partite IVA, anche se non iscritti al registro delle imprese) con accesso senza bisogno di alcuna valutazion­e da parte del Fondo.

COME SARÀ

Garanzie statali, con condizioni facilitate e costi a zero o quasi, anche su finanziame­nti di lungo periodo. Sarà questo l’elemento centrale del nuovo pacchetto liquidità alle imprese atteso con il decreto di aprile. L’ipotesi più probabile è che il sistema esteso di garanzie, al 90% o anche al 100% se passerà la linea del ministro Stefano Patuanelli sostenuta anche dal sistema bancario, si applichi a finanziame­nti alle imprese fino a 20 anni. Ma Patuanelli punterebbe a estendere il meccanismo fino a piani di preammorta­mento a circa 30 anni. Quest’ultima ipotesi è sostenuta dal Movimento 5 Stelle come anticipato dal sottosegre­tario grillino al Mef Alessio Villarosa (si veda Il Sole 24 Ore di ieri). Molto dipenderà dall’incrocio del lavoro che in questi giorni si sta svolgendo tra il ministero dello Sviluppo - che valuta anche le proposte del Piano Bridge dell’associazio­ne Minima Moralia - e quello coordinato dallo staff del ministro Roberto Gualtieri. Il confronto finale verterà anche sulla percentual­e massima di garanzia, che il ministero dello Sviluppo e lo stesso mondo bancario propende sia fissata al 100%. Per ora si parte da un punto certo, ovvero l’estensione della percentual­e massima di garanzia (oggi per il Fondo centrale è all’80%) al 90% sfruttando le aperture della Commission­e europea sulle regole in materia di aiuti di Stato.

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