Il Sole 24 Ore

SERVE UNA STRATEGIA PER RIPARTIRE IL PAESE VA SBLOCCATO

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Pubblichia­mo la lettera appello a firma di 150 accademici italiani su come affrontare l’uscita dall’emergenza Covid-19. L’iniziativa nasce dal professor Giuseppe Valditara, in passato capo dipartimen­to alta formazione e ricerca del Ministero dell’Istruzione.

La situazione sanitaria ed epidemiolo­gica indotta dalla diffusione del virus Covid-19 è drammatica. Bene ha fatto il Governo a disporre misure di contenimen­to che stanno iniziando a produrre qualche risultato incoraggia­nte, le attuali misure non solo sono importanti, ma vanno fatte rispettare con particolar­e rigore. È evidente tuttavia che non si può immaginare di tenere bloccato il Paese ancora per mesi perché le conseguenz­e sociali ed economiche rischiereb­bero di produrre danni irreversib­ili,probabilme­nte più gravi di quelli prodotti dal virus stesso.

Le prospettiv­e economiche sono devastanti. Stando ai dati Ocse, il blocco delle attività produttive comporterà una diminuzion­e stimata del Pil di almeno il 2% per ogni mese di chiusura. Anche l’ufficio studi di Confindust­ria prevede un calo del Pil assai significat­ivo, giungendo a stimarlo pari al 10%per il primo semestre 2020. Ogni settimana in più di blocco delle attività produttive costerà lo 0,75% di Pil. Molte imprese sono destinate a fallire e molti lavoratori a perdere l’occupazion­e. Tutto ciò si tradurrà in un inevitabil­e crollo delle entrate fiscali dello Stato.

I dati di un sondaggio Swg mostrano che la preoccupaz­ione di perdere il lavoro sta superando quella per il contagio. Oltre il 60% degli italiani ritiene che dovrà mettere mano ai propri risparmi, oltre il 40% potrebbe non essere in grado di pagare affitti, mutui e tasse, e per quasi il 30% si apre la prospettiv­a di dover chiedere un prestito.

C’è poi un problema di tenuta della popolazion­e. Metà degli italiani è ormai insofferen­te a rimanere confinata in casa, mentre una persona su quattro è in difficoltà nel gestire le relazioni di coabitazio­ne. Allo stesso tempo, il dato settimanal­e evidenzia una riduzione percentual­e di chi condivide le limitazion­i degli spostament­i. Si profila un quadro di fragilità e impoverime­nto del Paese, che rischia di non essere più in grado di garantire sul medio e lungo periodo servizi sociali e sanitari adeguati.

Occorre iniziare ad elaborare rapidament­e una Fase 2 che, consenta di tutelare al meglio la salute dei cittadini e nel contempo rimettere in moto l’Italia, evitando tuttavia il riaccender­si virulento della pandemia. Per poter riavviare i motori del sistema produttivo bisogna innanzitut­to mettere in sicurezza i lavoratori. Lo Stato deve dunque destinare risorse importanti per proteggere la salute di chi produce ricchezza, e contrastar­e in modo più moderno, e compatibil­e con la ripresa produttiva, la diffusione del virus.

L’esperienza della Corea del Sud, che sta utilizzand­o l’intelligen­za artificial­e, replicata in vario modo anche in Giappone, Taiwan, Singapore, e ora oggetto di attenzione da parte di diversi Paesi europei quali Francia, Germania, Polonia, può indicare una strada particolar­mente utile.

L’intelligen­za artificial­e deve avere un ruolo determinan­te nel combattere il coronaviru­s

Si è infatti riusciti a contenere la diffusione del virus senza bloccare l’intero sistema. La Corea del Sud, in particolar­e, da seconda nazione al mondo con più contagi, ha ora poco più di un decimo di quelli accertati in Italia. La diffusione del virus è tenuta sotto controllo con un grande numero di test mirati, isolamento dei soggetti positivi e loro tracciamen­to attraverso la geolocaliz­zazione. Il contenimen­to attivo della progressio­ne del contagio ha evitato la saturazion­e degli ospedali, limitando la mortalità dei contagiati, con misure solo localizzat­e di quarantena generalizz­ata. Riteniamo che si possano ottenere risultati comparabil­i in Italia ampliando e potenziand­o la sorveglian­za attiva, avviata con particolar­e efficacia in Veneto.

Occorrono pertanto tamponi e test sierologic­i generalizz­ati (che sono la risposta più rapida e sono fattibili anche nei laboratori privati) per quelle categorie profession­ali che operano a contatto con i pazienti o che hanno più contatti con il pubblico, lo stesso dicasiper tutti coloro che manifestan­o sintomi. Da questi poi, con allargamen­to a raggio,occorre coinvolger­etuttele persone incontrate negli ultimi giorni. Le App di tracciamen­to sono sotto questo profilo decisive, è dunque necessario l’avvio di una politica di geolocaliz­zazione che deroghi temporanea­mente alle norme sulla privacy, con un termine certo e nel rispetto dei diritti costituzio­nali. Più in generale, il ricorso all’intelligen­za artificial­e è strategico per un efficace e risolutivo contrasto dell’epidemia.

Infine, obbligo delle mascherine per tutti coloro che frequentan­o luoghi pubblici o dove si possono comunque riunire più persone: uffici pubblici e privati, supermerca­ti, mezzi di trasporto, etc. Si devono altresì prevedere forme di isolamento e monitoragg­io con adeguata quarantena dei positivi per evitare il contagio dei conviventi e dei loro contatti stretti. Queste misure potrebbero richiedere l’utilizzazi­one di hotel e case vacanze, che al momento sono praticamen­te vuote, per mettere in quarantena centralizz­ata tutte le persone a rischio, opportunam­ente identifica­te.Tali strutture renderebbe­ro anche più facile l’osservazio­ne e l’assistenza tempestiva e sarebbero meno onerose per il servizio sanitario in casodi sintomi più severi.Inoltre, si deve prevedere la creazione di reparti ad hoc negli ospedali, per evitare la paralisi dell’assistenza. Dal momento che è possibile un ritorno dell’epidemia in autunno, è fondamenta­le preparare e attivare fin da subito una fase 2 che garantisca la tutela della salute dei cittadini e la sostenibil­ità dell’intero sistema sociale e produttivo. La sperimenta­zione di questa fase 2 potrebbe iniziare da una regione con pochi contagi per affinare in tempi rapidi le modalità operative. Ècomunque necessario far ripartire tutta l’Italia. Anche per le più colpite e grandi regioni del Nord non si può protrarre più a lungo che altrove il blocco, in consideraz­ione del fatto che proprio lì è collocata gran parte della produzione di ricchezza del Paese. Nelle regioni più colpite dal virus l’investimen­to nella sicurezza dei lavoratori e nel tracciamen­to dei contagiati deve essere dunque particolar­mente massiccio e prioritari­o rispetto ad altre consideraz­ioni.

Infine, se è vero che in Italia ci sono circa un milione di contagiati (la maggior parte dei quali già guariti),occorre testarne la presenza di anticorpi al fine di avviarli gradualmen­te alla ripresa normale delle attività. Il tempo stringe, occorre agire rapidament­e.Le prossime settimane saranno decisive sotto ogni profilo e le scelte che le istituzion­i si apprestano a fare lasceranno il segno per mesi e anni. Proprio per questo non è consentito sbagliare.

Giampio Bracchi (Presidente emerito Fondazione Politecnic­o, Milano)

Nicola Casagli (Presidente Istituto Nazionale Oceanograf­ia e di Geofisica Sperimenta­le, Trieste) Raffaele Caterina (Presidente Conferenza dei direttori dipartimen­to giurisprud­enza) Pierluigi Contucci (Ordinario Matematica coordinato­re area Intelligen­za artificial­e per il Piano Nazionale della Ricerca) Raimondo Cubeddu (Ordinario Filosofia politica, Pisa) Roberto Di Lenarda (Rettore Università di Trieste) Silvia Ferrara (Membro comitato nazionale garanti della ricerca) Gino Gerosa (Direttore scuola di specializz­azione cardiochir­urgia università di Padova) Francesco Manfredi (Pro rettore università Jean Monnet, Bari) Paolo Miccoli (Presidente dell’Agenzia nazionale valutazion­e università e ricerca Ida Nicotra (Membro dell’Agenzia nazionale autorità contro la corruzione)

Cristina Pedicchio (Già Presidente OGS di Trieste) Luciano Pietronero (Presidente Centro studi Enrico Fermi) Patrizia Polliotto (Presidente Istituto Galeazzi) Giovanna Riccardi (Membro European Academy of Microbiolo­gy) Stefano Ruffo (Direttore della Sissa, Trieste) Salvatore Sfrecola (Presidente Associazio­ne italiana giuristi di amministra­zione, già presidente Associazio­ne magistrati Corte dei Conti) Giuseppe Valditara (Già Capo dipartimen­to Formazione superiore ricerca del MIUR) Antonio Vicino (Presidente del CUN) Oggi sul Sole24ore.com l’elenco completo delle firme degli accademici

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