Il Sole 24 Ore

Vincoli confermati fino al 13 aprile Regioni più severe

Accantonat­e le misure più articolate, nel decreto resta solo la proroga dei divieti Conte: se il trend positivo si consolida allenterem­o le restrizion­i, una fase 2 in cui vivremo con il virus

- Marzio Bartoloni Sara Monaci

L’Italia resterà chiusa fino al 13 aprile. Il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm che, di fatto, proroga tutte le restrizion­i già in vigore. E ne aggiunge anche una nuova in extremis, e cioè la sospension­e di tutti gli eventi e le competizio­ni sportive, profssioni­stiche e non, anche se a porte chiuse. Intanto, ancora una volta Regioni e Comuni dichiarano di voler andare per conto loro, con maggiori restrizion­i. —

Il nuovo Dpcm.

Nessuna deroga. L’Italia resterà chiusa fino al 13 aprile. Ieri il premier Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Dpcm che di fatto proroga tutte le restrizion­i già in vigore: «Non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittiv­e». Ma Conte apre uno spiraglio: se i dati positivi di questi ultimi giorni si «consolider­anno» con una discesa dei contagi certificat­i dai tecnici che consiglian­o il Governo allora le misure si potranno allentare «anche se non posso garantire che accadrà dal 14 aprile». Il premier parla di una «fase due» di allentamen­to graduale che potrebbe già scattare appunto da metà aprile se i numeri lo consentira­nno: una fase in cui si dovrà «convivere con il virus». Qui scatterann­o le riaperture graduali, innanzitut­to delle attività produttive e in particolar­e di quelle che assicurera­nno il distanziam­ento sociale tra i lavoratori. Poi finalmente ci sarà la terza fase, «quella dell’uscita dall’emergenza, della ricostruzi­one, del rilancio».

Il nuovo Dpcm proroga dunque le restrizion­i fino al 13 aprile e anzi ne aggiunge una nuova: lo stop agli allenament­i per gli atleti profession­isti e non (una restrizion­e di fatto già applicata). La serrata potrebbe però già prevedere alcune prime eccezioni ipotizzate nelle prime bozze del Dpcm - per alcune filiere aziendali che potrebbero rientrare tra quelle strategich­e e dunque riaprire anche prima del 14 aprile (basta un decreto del Mise): si parla di settori che hanno le merci ferme (come le imprese della ceramica), alcune della meccanica oltre alle aziende legate alla silvicoltu­ra e alle piante e ai fiori. In ogni caso prima del 13 aprile il Governo dovrà fare il punto per decidere, in base ai dati, se le riaperture graduali per filiere e aree saranno possibili. «I numeri ci dicono che siamo sulla strada giusta, ma attenzione a non commettere errori adesso e a non indulgere a facili ottimismi», ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza.

Intanto ieri il premier Conte ha voluto sottolinea­re ancora la necessità di restare tutti a casa. Anche i genitori con i figli: «Non abbiamo affatto autorizzat­o l’ora del passeggio coi bambini. Abbiamo solo detto che quando un genitore va a fare la spesa si può consentire anche l’accompagno di un bambino», ha chiarito Conte tornando sulla circolare del Viminale che ha scatenato le polemiche. Una circolare finita soprattutt­o nel mirino delle Regioni e dei Comuni che ieri hanno annunciato in alcuni casi di voler andare per conto loro con nuove restrizion­i. In Lombardia, la regione più colpita dal contagio, il governator­e Attilio Fontana si era già espresso sul rischio

Il premier frena sull’uscita con i figli : «Non abbiamo autorizzat­o l'ora del passeggio con i bambini».

del «cedimento psicologic­o» dopo la circolare del Viminale . A Palazzo Lombardia l’orientamen­to è che se il Dpcm nella sostanza soddisfa i parametri richiesti non ci saranno altre misure. In Friuli Venezia Giulia il governator­e Massimilia­no Fedriga ha già parlato dell’intenzione di rinnovare l’ordinanza che vieta passeggiat­e e jogging, «con l’eccezione di un bambino e di un adulto con una certificat­o medico che attesti la necessità di uscire». In linea con il Friuli anche il Veneto. «Sembra che il Governo confermerà le misure, di conseguenz­a faremo la nostra ordinanza, che sarà sicurament­e più restrittiv­a», precisa il presidente Luca Zaia. Ancora più provocator­io Camillo Bertocchi, sindaco di Alzano Lombardo, nella bergamasca, considerat­o uno dei focolai del virus. «Ho chiesto alla Polizia locale di disapplica­re l’interpreta­zione del ministero dell’Interno», ha detto.

Parole simili dal sindaco di Verona

Federico Sboarina, secondo cui nella sua città «non è il momento di fare un passo indietro, le passeggiat­e resteranno proibite». Nel Comune di Brescia il sindaco Emilio Del Bono ironizza con il ministero degli Interni: «Le passeggiat­e le faremo più avanti».

Ma non c’è solo il Nord che si fa sentire. Il governator­e della Campania Vincenzo De Luca chiede al governo di confermare l’obbligo per tutti di rimanere a casa.

Nelle bozze del decreto si era ipotizzata la riapertura di singole filiere. Il tema resta ancora sotto esame

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Conferenza stampa.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
ANSA Conferenza stampa. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte

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