Liquidità, da Cdp subito 2 miliardi di prestiti ponte alle aziende
Oggi il cda. In attesa delle misure del Governo prima tranche per le erogazioni con garanzia statale Il consiglio approverà il bilancio con utile di 2,7 miliardi e la rinegoziazione di mutui con i Comuni
La Cassa depositi e prestiti vara oggi l’anticipazione di finanziamenti a supporto di medie e grandi imprese per fare fronte alle esigenze di liquidità innescate dall’emergenza Covid-19. L’operazione verrà portata all’approvazione del consiglio di amministrazione, convocato anche per l’approvazione del bilancio 2019, e prevede l’impegno di risorse per 2 miliardi di euro. Queste prenderanno la forma di finanziamenti diretti erogati dalla Cdp attingendo alle risorse della gestione separata, e dunque dalla raccolta postale. L’istituto guidato da Fabrizio Palermo può utilizzare questi fondi, ma sino a oggi il limite era per finanziamenti di importi non inferiori a 25 milioni di euro. Per poter raggiungere una platea più ampia di imprese, anche di dimensioni medie, sono state studiate modalità per abbassare quella soglia.
Questi prestiti erogati da Cdp nei fatti saranno finanziamenti-ponte per portare ossigeno al tessuto imprenditoriale in attesa che sia emanato il decreto attuativo dell’articolo 57 del Dl Cura Italia. Questo articolo prevede che, ai fini di assicurare liquidità alle medie e grandi imprese, la Cassa possa beneficiare di garanzie statali per riassicurare le aziende generando un effetto leva. A fronte di uno stanziamento di 500 milioni si possono coprire con garanzie fino a 10 miliardi di euro di prestiti. Una volta attivate le garanzie statali, le imprese potranno chiedere un rifinanziamento bancario in sostituzione delle linee concesse da Cdp, che trasformerà il suo intervento in garanzia. Questo tipo di finanziamenti saranno di breve periodo, probabilmente entro un anno o poco più.
Questa iniziativa dovrebbe muoversi all’interno di un percorso più ampio che, attraverso i decreti attuativi e nuovi decreti legge annunciati dal governo, farà lievitare lo stanziamento di 500 milioni ad almeno 5 miliardi se non di più, per attivare garanzie attorno a 100-200 miliardi.
A queste misure dovrebbero poi sommarsene altre - forse utilizzando il varco aperto con il comma 9 dell’articolo 49, che consente garanzie fino al 90% - per garantire anche nuovi finanziamenti per investimenti a lungo termine (per durate di 6-10 anni).
L’idea sulla quale ci si sta muovendo è quella di mettere a disposizione strumenti di finanziamento per consentire alle imprese di seguire le opportunità di una ripresa, che sarà improvvisa e repentina, anche nell’ambito delle esportazioni.
Tornando al cda di Cdp, dovrebbero essere approvate anche operazioni di rinegoziazione delle condizioni dei mutui con 7 mila comuni, che stanno subendo un forte contraccolpo per via del calo dei tributi. E ancora: ci sarà il via libera a un bilancio 2019 che chiude con un utile netto di 2,7 miliardi contro i 2,5 miliardi del 2018. Al ministero dell’Economia andrà una cedola di circa 1,3 miliardi.
Le anticipazioni delle misure per il Cura Italia sono state volute dall’ad Palermo. Ma martedì scorso la questione è stata al centro di un’accesa discussione tra il ministro per l’Economia, Roberto Gualtieri, il viceministro Laura Castelli, i sottosegretari Paolo Baretta, Cecilia Guerra, e il deputato di Italia Viva Luigi Marattin. Alla fine ha prevalso la linea interventista, sostenuta dalla Castelli.
In realtà Cdp avrebbe voluto varare anche una donazione per l’emergenza coronavirus, alla quale in un primo momento avrebbero dovuto partecipare anche le Poste. Su questo aspetto, però, non è stato trovato il consenso per cui l’operazione è stata sospesa.
‘‘ Ampliare la nostra garanzia? Le scelte strategiche spettano all’azionista Cdp e al ministero dell’Economia