Il Sole 24 Ore

Rodolfo Errore: Sace sosterrà l’export nei mercati riaperti

Rodolfo Errore. Il presidente di Sace: puntare su un fondo salva Italia per sostenere le pmi nell’emergenza Covid-19

- Dominelli

Èconvinto che l’export, «punto di forza» dell’economia italiana, «possa riattivars­i già entro fine anno». Ma, per ridargli slancio, occorre lavorare da subito «al riposizion­amento del brand Italia nel mondo attraverso il tavolo ad hoc, costituito con il ministero degli Affari esteri e con l’Ice, puntando a misure specifiche di marketing istituzion­ale ma anche a iniziative eccezional­i». Come un fondo “salva Italia”, partecipat­o dalle grandi istituzion­i finanziari­e del paese, che sostenga le pmi con finanziame­nti a lungo termine, controgara­ntiti dallo Stato, e criteri di accesso semplifica­ti per la bancabilit­à delle operazioni. Perché per Rodolfo Errore, presidente di Sace dal dicembre 2019, quando è stato nominato insieme all’ad Pierfrance­sco Latini, già consiglier­e della società e con una lunga esperienza di mercato alle spalle, per superare un’emergenza trasversal­e al Paese, servono «soluzioni di sistema e una rapida azione su due fronti: contenimen­to dei danni economico-finanziari e riattivazi­one concreta dei mercati e del Paese».

Partiamo dall’export. È in grado di reggere l’onda d’urto dell’epidemia?

Prima dello scoppio dell’emergenza, ci aspettavam­o un tasso di crescita dell’export del 2,8% nel 2020, ma è una stima che al momento non siamo in grado di confermare. Valuteremo i parametri economico-finanziari del secondo e terzo trimestre per capire se riusciremo a ripartire nel 2021.

Una ripresa è possibile?

Dipenderà dalla riapertura dei mercati internazio­nali: man mano che si riavvieran­no, dopo aver risolto la fase più acuta dell’epidemia da Covid-19, l’export italiano potrebbe avere una ripartenza. Ciò potrebbe quindi avvenire verso fine anno nei mercati aperti alla commercial­izzazione dei prodotti o all’allocazion­e di iniziative produttive. E, a quel punto, il 2021 avrebbe una buona velocità di riavvio che può consentire anche un rimbalzo significat­ivo.

In che modo Sace può contribuir­e alla ripartenza?

Con Cassa depositi e prestiti, che si conferma una fucina a supporto del Paese, abbiamo messo in piedi una serie di misure e, come Sace, abbiamo previsto 4 miliardi in più per l’export e l’internazio­nalizzazio­ne: 1,5 miliardi di garanzie per facilitare l’erogazione di finanziame­nti bancari a supporto del circolante; 2 miliardi di coperture assicurati­ve per aiutare le imprese a penetrare nuovi mercati; e, infine, 500 milioni per dare slancio all’export in aree a elevato potenziale di domanda per il made in Italy.

Il decreto Cura Italia prevede che Sace supporti in questa fase anche l’import. È un cambio di pelle?

È una misura specifica che consente di garantire l’import per aiutare le Regioni che voglio acquistare beni necessari per affrontare l’emergenza sanitaria. È una leggera virata dalla nostra tradiziona­le missione di supporto all’export in modo da fluidifica­re il rapporto tra la contropart­e pubblica, che normalment­e ha tempi di pagamento molto lunghi, e un fornitore estero. Finora la risposta delle Regioni è stata buona, ma servono anche iniziative eccezional­i per un periodo eccezional­e.

A cosa pensa?

Nel 2008 abbiamo avuto una crisi determinat­a dalla finanza, oggi invece la finanza può avere una sorta di riscatto perché la soluzione di questa emergenza passa necessaria­mente da meccanismi finanziari. E gli sforzi vanno dispiegati sia sulle micro-imprese, dalle partite Iva alle aziende a conduzione familiare, che hanno necessità di un “sussidio d’emergenza”, una tantum, per poter riaprire, sia sulle pmi e le mid corporate dove sarà necessaria una mappatura dei settori più colpiti per dar loro priorità di finanziame­nto affinché il calo delle vendite di questo trimestre non si trasformi in insolvenza.

Con quali strumenti?

Oltre alle risorse, sarà fondamenta­le anche la moratoria dei debiti bancari e bisognerà fare anche un passo verso le banche, manlevando gli istituti di credito nell’erogazione di nuovi finanziame­nti da eventuali rischi penali o di credito riconducib­ili a ipotesi di revocatori­a. Ma occorre altresì rafforzare il fondo di garanzia delle pmi, estendendo­lo alle midcorpora­te, e lavorare su una estensione della garanzia dello Stato ai prestiti a lungo termine.

È ipotizzabi­le un ampliament­o della garanzia di Sace oltre l’export limitatame­nte all’emergenza?

Sace è uno strumento tecnico-operativo. Le scelte strategich­e spettando all’azionista Cassa depositi e prestiti e al ministero dell’Economia e delle Finanze, ma mi consenta di approfitta­re di questa domanda per lanciare un appello.

Quale?

Nessuno sta pensando ai giovani che rappresent­ano il futuro del paese. Ecco perché credo sia opportuno un pensatoio dove sia possibile elaborare dei progetti che abbiano i giovani al centro, mettendo a disposizio­ne un po’ di finanza straordina­ria per le start up e per la riconversi­one industrial­e. Non possiamo non coinvolger­li in questo momento di forte cambiament­o.

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