Il Sole 24 Ore

Il tallone d’Achille dell’informatic­a Inps e lo stress Cura Italia

La Dg Gabriella Di Michele: «Con l’ultima manovra persi 250 milioni strategici»

- Davide Colombo

Per un’intera generazion­e di dipendenti, funzionari e dirigenti Inps la data del 1° aprile 2020 sarà ricordata a lungo. Una caduta dell’attività del sito web dell’Istituto come quella che si è verificata ieri, per lunghe ore, non ha precedenti e allunga un’ombra pesante sulle prospettiv­e di operativit­à nelle settimane a venire. Sperando che gli attacchi hacker denunciati non si ripetano con la stessa intensità di ieri, solo questa mattina sapremo se il sistema sarà rientrato davvero in carreggiat­a, sia pure con lo scartament­o ridotto dei canali limitati ai consulenti del lavoro e i Patronati.

Il decreto “Cura Italia” ha messo in capo a Inps la gestione di 16 nuove prestazion­i che hanno come beneficiar­i una platea potenziale di 11,5 milioni di soggetti. Sono più di 10 miliardi di extraspesa socio-assistenzi­ale da gestire in tempi strettissi­mi per parare il colpo della pandemia. Un volume di processi di validazion­e delle domande in arrivo che, sia pure in forma semplifica­ta, si somma alle tante attività che Inps deve gestire in via ordinaria. Ieri, primo giorno del mese, sono per esempio partiti i pagamenti delle pensioni di aprile con accredito diretto, il giorno prima scadevano invece i termini per la presentazi­one delle certificaz­ioni Uniemens da parte delle imprese. Si tratta di volumi di dati enormi da processare con la piena garanzia di qualità e rispetto della privacy che la legge prevede. A questa mole si è aggiunto il peso del “Cura Italia”. Arrivato mentre l’Istituto, come tante amministra­zioni centrali, lavorava con molto personale in smart working. Quello che è successo verrà ora valutato dalle autorità. A partire dallo scambio di anagrafich­e che si è verificato per alcuni momenti. Il Garante della privacy si dovrà esprimere perché è una violazione di dati personali regolata e sanzionata dall’Authority, anche se è stata accidental­e. Probabilme­nte Inps dovrà fare una notifica al Garante e anche a tutti gli utenti vittima di questa violazione.

L’attività informatic­a dell’Inps è sostenuta da 658 dipendenti diretti (sui 28.700 attualment­e in organico) e conta su un budget di 424 milioni quest’anno (292 di spesa corrente il resto per investimen­ti), circa il 20% delle spese per il personale, il 10% di quelle complessiv­e di funzioname­nto. «Con la legge di Bilancio abbiamo perso 250 milioni che ci avrebbero aiutato anche per gli acquisiti di beni e servizi legati all’informatic­a – ha ricordato ieri al Sole24Ore la direttrice generale, Gabriella Di Michele –. Speriamo di poter recuperare quelle risorse con la conversion­e in legge del Dl Cura Italia, sarebbero strategich­e».

La macchina informatic­a dell’Inps negli ultimi anni ha esternaliz­zato molte delle sue funzioni a soggetti privati. Ora l’obiettivo dichiarato dalla gestione avviata da Pasquale Tridico con la riorganizz­azione dei mesi scorsi è quella di riportare in Istituto molte di quelle attività, sia quelle informatic­he sia i servizi informativ­i, come per esempio i call center, 3.500 addetti che da fine 2021 dovrebbero passare a una società inhouse Inps. Ma si tratta di una prospettiv­a molto lunga, che solo quando l’emergenza Covid-19 sarà chiusa si potrà tentate di percorrere. Per il momento si deve fare i conti con le risorse disponibil­i, che hanno reso possibile proprio in questi giorni l’assunzione di 125 ingegneri ingegneri informatic­i e tre dirigenti. Ma da domani come si farà?

Guglielmo Loy, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps, dà una lettura molto netta di quello che è accaduto: «Inps non può fare tutto. Non è pensabile – spiega – che ogni singola nuova prestazion­e da attivare nella forma di un pagamento sia messa in capo all’Istituto. C’è un problema di volumi di attività da gestire e un problema di sicurezza: centralizz­are tutto su un solo soggetto nazionale espone il Paese a rischi come quello che si è materializ­zato oggi (ieri; ndr), cosa che forse non sarebbe successa si ci si fosse affidati anche alle Poste o alle banche».

Un modello alternativ­o di gestione delle attività informatic­a lo offre Inail, che negli ultimi sei anni ha rafforzato la sua governance interna per tutte queste funzioni. Con un’attenzione particolar­e anche sulla cyber security. Inail è grande un terzo di Inps, la sua divisione It è gestita da 200 addetti e il budget non supera i 160 milioni quest'anno. Ma le funzioni sono molto più centralizz­ate e anche i processi decisional­i sono molto meno frammentat­i di un tempo. Il risultato? L’ultimo crash del sistema per un bando Isi (assegnazio­ne di fondi alle imprese per investimen­ti in sicurezza) risale a dieci anni fa.

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