Disoccupazione, la Ue lancia un fondo da 100 miliardi
Primo strumento di solidarietà. La cassa integrazione europea sarà modellata sullo schema del Kurzarbeit tedesco. Parigi propone un’emissione congiunta a 5-10 anni per la ricostruzione
A meno di una settimana da una riunione dei ministri delle Finanze della zona euro,si moltiplicano le proposte per meglio affrontare lo shock economico provocato dalla pandemia influenzale da coronavirus. La Commissione europea ha preannunciato la nascita di un fondo per finanziare programmi sociali pur di evitare la disoccupazione, mentre la Francia ha presentato una proposta concreta di obbligazioni congiunte per finanziare la risposta europea alla crisi economica.
Sul primo fronte si è espressa ieri la presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen: «Vogliamo esprimere solidarietà concreta e permettere di mantenere i posti di lavoro ed evitare licenziamenti». Lo strumento, che verrà ufficialmente presentato oggi, servirà a finanziare in via temporanea forme di sussidi statali quali la cassa integrazione in Italia,il Kurzarbeit in Germania o il chômage partiel in Francia con l’obiettivo di evitare disoccupazione di massa durante il confinamento.
Secondo le informazioni raccolte ieri sera a Bruxelles, il denaro, che dovrebbe essere raccolto sui mercati finanziari ex articolo 122.2 dei Trattati grazie a garanzie statali, sarà a disposizione dei Paesi membri sotto forma di prestiti. «L’ammontare sarà di almeno 100 miliardi di euro, ma la cifra ancora non è stata decisa - spiegava ieri un esponente comunitario -. Nei fatti vogliamo aiutare i Paesi più piccoli o quelli che hanno elevati costi di indebitamento».
«Ho parlato con il premier Giuseppe Conte dell’iniziativa della Commissione in sostegno alla cassa integrazione – ha scritto su Twitter la signora von der Leyen –. Un aiuto per salvare il lavoro di molti italiani dalla crisi del coronavirus». Il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha salutato l’iniziativa di cui si è fatto promotore in queste settimane, spiegando che «il progetto servirà a salvare milioni di posti di lavoro».E’nei fatti una prima versione di un più permanente fondo di riassicurazione degli schemi di disoccupazione.
I capi di Stato e di governo hanno dato ai ministri delle Finanze due settimane per mettere a punto una risposta politica congiunta, che si aggiunga alle misure regolamentari e a quelle monetarie (si veda Il Sole/24 Ore del 27 marzo). «Tutte le opzioni compatibili con i Trattati devono essere prese in considerazione», ha detto due giorni fa il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. In questo contesto, l’Eurogruppo si riunirà il 7 aprile per discutere le diverse opzioni.
Oltre alla nuova proposta di Bruxelles, i ministri dovrebbero discutere anche una nuova proposta francese. Parlando ieri al Financial Times, il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha tratteggiato l’idea di creare un fondo finanziato con delle obbligazioni congiunte, della durata di 5-10 anni. La proposta è la messa in pratica dell’idea di coronabonds, così come è stata cavalcata da nove Paesi europei, tra cui l’Italia (si veda Il Sole/24 Ore del 26 marzo).
Il tentativo è di trovare un compromesso tra due ipotesi controverse: gli eurobonds (osteggiati dall’Olanda o dalla Germania) e l’uso del Meccanismo europeo di Stabilità (avversato dall’Italia o dalla Spagna). Il Tesoro francese ha spiegato che dettagli devono ancora essere precisati, ma che il fondo potrebbe distribuire ai Paesi membri sia prestiti che sovvenzioni, in ambiti generali di politica economica e non per progetti specifici come avviene per i crediti concessi dalla Banca europea degli investimenti.
Parlando alla televisione belga VRT e riferendosi indirettamente alla proposta francese, il commissario Gentiloni ha precisato che «non si tratta di mutualizzare il debito passato, ma di finanziare problemi che riguardano la situazione di oggi e dei prossimi mesi e anni». Difficile capire quale sarà la posizione di Berlino, convinta che obbligazioni congiunte debbano comportare un controllo della spesa nazionale. Dal canto suo, il premier olandese Mark Rutte si è detto più disponibile a concedere aiuti a fondo perduto che a perseguire la strada della mutualizzazione dei debiti.
Ciò detto, sia nella proposta comunitaria che in quella francese si intravede sempre più chiaro il tentativo di mettere a punto una risposta europea che sia congiunta, e non semplicemente coordinata a livello nazionale.