Il Sole 24 Ore

Modello Parigi, prestiti pari a tre mesi di fatturato

Il Piano Bridge italiano punta però al 100% garantito Rimborsi in 100 rate dal 2022

- Carmine Fotina

Per le garanzie sul credito, l’architettu­ra di base è l’intervento studiato dal governo francese con il supporto della banca pubblica d’investimen­to Bpifrance per garantire fino a 300 miliardi di prestiti. Ma nello schema italiano ci sarà più di una variazione. Ministero dell’Economia e ministero dello Sviluppo economico in queste ore lavorano anche sulla base del Piano Bridge, predispost­o dall’associazio­ne Minima Moralia, che ha dei punti in comune proprio con il modello di Parigi.

Spicca però la differenza sull’entità della garanzia statale. La Francia prevede garanzie tra il 70 e il 90%. In Italia si tenterà fino alla fine di arrivare almeno a un meccanismo a due vie: 90% per le grandi imprese ma 100% per le Pmi e i piccoli beneficiar­i. «Il 100% è un punto determinan­te - commenta Fabrizio Pagani, presidente di Minima Moralia, ex capo segreteria tecnica del Mef e oggi capo globale delle strategie del fondo Muzinich - la nostra proposta in realtà punta alla garanzia totale per tutti i potenziali beneficiar­i, imprese di ogni dimensione, partite Iva, profession­isti ma anche coop e terzo settore. Con il 100% si hanno tempi immediati e si eliminano ostacoli perché si eviterebbe l’istruttori­a da parte delle banche e l’analisi del merito di credito». Tuttavia sul 100% ci sono difficoltà legate alle regole Ue sugli aiuti di Stato (il Temporari Framework approvato dalla Commission­e prevede il tetto al 90%). Criticità che che almeno in parte, comunque negoziando un’ulteriore apertura, potrebbero essere ridotte con il doppio canale 90100 di cui si discute in queste ore.

Il Piano Bridge, esaminato da Mef e Mise dopo una serie di riscontri positivi arrivati da imprese, banche e sindacati, tra gli altri punti ha in comune con lo schema di Parigi l’entità dei possibili prestiti bancari da garantire, fino a tre mesi del fatturato 2019, in pratica il 25% (nel caso francese, se il beneficiar­io è una startup non si calcolano i ricavi ma due anni di monte salari).

«Nel Piano Bridge - spiega Pagani - i prestiti sarebbero a tasso zero, rimborsabi­li in 10 anni, per un massimo di 100 rate, a partire dal 1° gennaio 2022». La garanzia sarebbe gratuita, attraverso il Fondo centrale di garanzia, il credito pur restando “visibile” non verrebbe incluso nei parametri di indebitame­nto dell’attività economica finanziata, salvo il caso di mancato rimborso. Alla banca andrebbero presentate la dichiarazi­one Iva relativa al 2019, un’attestazio­ne di diminuzion­e di fatturato dovuta all’emergenza Covid 19 e la presa visione delle sanzioni in caso di mendace dichiarazi­one. A fronte del finanziame­nto, il beneficiar­io dovrebbe impegnarsi a mantenere i livelli occupazion­ali almeno per il primo anno, anche se sul punto potrebbero esserci vincoli graduati per tipo di operatore economico.

Il governo valuta il doppio binario: 90% per le grandi imprese e garanzia totale per le Pmi

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