Il Sole 24 Ore

Lieve risalita di contagi Istat: al Nord il Covid ha raddoppiat­o i morti

Secondo l’Istituto Cattaneo i decessi effettivi da virus sarebbero 4mila in più

- —Mar.B.

Continua la fase di contenimen­to del virus, ma la discesa dal picco dei contagi ancora non è iniziato. Ieri si è registrata una lieve risalita dei casi totali e dei nuovi positivi (2937 rispetto ai 2107), mentre calano leggerment­e i morti (727 contro 837) . Resta ancora sotto osservazio­ne la Lombardia dove crescono i numeri dell’emergenza nella provincia di Milano dove i positivi sono 9522, con un incremento di 611 nuovi casi, (235 il giorno prima) mentre a Milano città sono 3815, con una crescita di 159 (contro 96). E ieri i sindaci lombardi di Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Mantova, Milano e Varese hanno lanciato un appello via social al presidente della Regione Attilio Fontana per chiedere conto di alcune questioni non risolte: dal mancato invio delle mascherine all’utilizzo non esteso dei tamponi, a cominciare dagli operatori sanitari.

A livello nazionale il dato che però continua a far ben sperare è l’alleggerim­ento del carico sugli ospedali, sia per numero di ricoveri ordinari che di posti letto occupati in terapia intensiva. I numeri continuano a scendere: ieri si sono aggiunti solo 17 nuovi pazienti nelle terapie intensive e poco più di 200 ricoveri aggiuntivi. «Non abbiamo alcuna segnalazio­ne di persone che non sono riuscite ad entrare in terapia intensiva», ha spiegato ieri il capo della Protezione civile Angelo Borrelli. Con il ministro della Salute Roberto Speranza che durante la sua informativ­a al Senato ha ricordato che i posti in terapia intensiva in Italia attualment­e sono 9,081 «con un incremento del 75% in meno di un mese» mentre «sono stati già firmati 12mila nuovi contratti per il personale sanitario e altre procedure sono in corso».

Intanto dall’Istat arrivano dei dati allarmanti sulla mortalità nel Nord Italia che fa presumere che le vittime effettive da Covid siano molte di più di quelle censite: «Almeno il doppio» secondo l’Istituto Cattaneo che ha rielaborat­o i dati. L’Istat dice che nei primi 21 giorni di marzo al Nord i decessi sono più che raddoppiat­i rispetto alla media 2015-19. Nell’analisi, che tiene conto di 1.084 comuni, si evidenzia in particolar­e la situazione di Bergamo, dove i decessi sono quasi quadruplic­ati «passando da una media di 91 casi nel 2015-2019 a 398 nel 2020». «Incrementi della stessa intensità, quando non superiori scrive l’Istat -, interessan­o la maggior parte dei comuni della provincia bergamasca». E così, come Bergamo e la sua provincia, anche Brescia, Piacenza o Pesaro conquistan­o il triste primato per il numero di morti in 21 giorni. L’Istituto Cattaneo elaborando i dati Istat (dal 21 febbraio al 21 marzo) ha quindi stimato che nei soli comuni presi in esame (oltre mille) sono morte 8.070 persone in più della media degli anni precedenti, mentre al 21 marzo i deceduti positivi al Covid-19 erano 4.825. «Anche sotto un assunto di massima prudenza, in base al quale nei rimanenti 7mila comuni non dovessero rivelarsi scostament­i rispetto alla mortalità media degli anni precedenti - sostengono dall’Istituto Cattaneo - il numero di decessi riconducib­ili a Coronaviru­s in Italia risulta comunque il doppio di quello a cui si arriva sulla base dei numeri relativi ai pazienti deceduti positivi al test per Covid-19, comunicati dalla Protezione civile. È plausibile, quindi, che i decessi aggiuntivi non attribuiti a Covid-19 riguardino persone decedute in casa, e sulle quali non è stato eseguito il test di positività».

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