Bed & breakfast, 30 mila a rischio sopravvivenza
Le attività extralberghiere come bed & breakfast, affittacamere, gestori di appartamenti a locazione turistica, affitti a breve e agriturismi chiedono al Governo aiuti e interventi. Ieri è stata inviata al ministro Dario Franceschini una lettera sottoscritta dai vertici di una quarantina di associazioni territoriali che chiedono un pacchetto di interventi a sostegno delle attività. In Italia, per esempio, ci sono circa 30mila B&B di cui il 70% a conduzione familiare, senza partita Iva. Attività per cui si prospetta il fermo per parecchi mesi.
Tra gli interventi chiesti l’inserimento di queste attività tra i beneficiari del “bonus affitti”, l’indennità per gli stagionali del turismo, un bonus fiscale che potrebbe essere parametrato al calo di reddito dell’attività nel 2020 rispetto al 2019, la sospensione delle rate dei mutui e delle bollette per le utenze per le strutture non imprenditoriali, il rimborso con credito d’imposta di tasse locali come l’Imu e quella sui rifiuti o, in alternativa, la riduzione o l’annullamento delle imposte per il prossimo periodo. Interventi che il decreto “Cura Italia” non ha previsto per le attività extralberghiere.
«Al momento non sappiamo quando potremo ripartire, si spera per l’estate ma concretamente puntiamo all’autunno - avverte Valerio Nicastro, presidente dell’Associazione Host Italia che rappresenta un migliaio di strutture che in un anno registrano circa 500mila pernottamenti -. Per B&B non imprenditoriali e locazioni turistiche “regolari” servirebbero le stesse misure varate per le partite Iva».
Problematiche simili ma impianti normativi diversi per gli agriturismo. «Con il supporto di Confagricoltura abbiamo chiesto al Governo la sospensione dei mutui e delle tasse locali - dice Augusto Congionti, presidente Agriturist, che rappresenta le aziende agrituristiche associate a Confagricoltura -. Le misure di aiuto e supporto dovrebbero durare almeno un paio di anni perché si dovrà ricostruire e ricreare l’immagine del turismo italiano. Temo che il nostro settore sia destinato a soffrire per almeno un paio di anni». Gli agriturismo sono attività connesse a quelle agricole e seguono gli stessi regimi normativi e fiscali tra qui quello “de minimis” che impedisce a queste aziende di ricevere finanziamenti e contributi che eccedono i 20mila euro in tre anni. «Per questo chiediamo l’eliminazione o un importante innalzamento del regime “de minimis” fino ai 200mila euro per potere ricevere quei contributi strategici necessari per la sopravvvivenza delle aziende agricole e degli agriturismo in questo momento difficilissimo».
Richiesti i bonus affitti e fiscale oltre al credito d’imposta per le tasse locali versate