Costruttori di trattori chiusi: «Agricoltura senza ricambi»
Malavolti: «Rischiamo di bloccare il settore agroalimentare italiano»
«La situazione è preoccupante: rischiamo di perdere la stagione, colpendo al cuore l’economia agricola del Paese, e di bloccare il settore agroalimentare italiano. Ma il Governo non lo capisce». Alessandro Malavolti, presidente di FederUnacoma, la Federazione nazionale dei costruttori di macchine per l’agricoltura, spiega che il tempo rimasto ormai è poco. Giorni, più che settimane.
La richiesta è quella di far ripartire le aziende della filiera rappresentata da FederUnacoma, perché essenziali per il Paese. «Cominciano a scarseggiare componentistica e ricambi presso gli agricoltori. Inoltre – spiega Malavolti – non riusciamo a consegnare le macchine che servono per avviare la stagione: seminatrici, macchine per la concimazione e quelle per la lavorazione del terreno. Sono le cosiddette macchine “trainate”, che ciclicamente vengono sostituite causa usura. Chi ha fatto ordini per questo tipo di attrezzature, e si tratta di migliaia di agricoltori, oggi non può iniziare le lavorazioni ed è condannato a perdere l’intera stagione. Una tragedia».
La situazione è in stallo dal 25 marzo, giorno in cui il Governo, d’intesa con i sindacati, ha stilato l’elenco delle aziende costrette a fermarsi per l’emergenza Covid-19 perché non essenziali, inserendovi a sorpresa anche quelle del codice ateco 28.3, attive nella fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (considerate essenziali invece dal Dpcm del 22 marzo).
Eppure – è questa la critica di FederUnacoma – la filiera delle macchine agricole è considerata strategica in tutto il mondo. Stati Uniti, Germania, Francia, Austria. Ovunque le aziende produttrici di macchine per l’agricoltura sono state inserite tra le attività essenziali da tenere aperte anche durante l’emergenza Covid19. Ovunque, tranne che in Italia.
«Stiamo mettendo in difficoltà tutto il sistema europeo – conclude Malavolti –. Ho appena ricevuto forti critiche della Cema, l’associazione europea delle macchine agricole. L’accusa è che, non potendo spedire la componentistica, le nostre aziende stanno di fatto bloccando una fetta importante della produzione di macchine agricole in Europa».