Il Sole 24 Ore

SERVONO PIÙ ISTRUZIONE E NUOVO LAVORO

- Di Fabrizio Zilibotti

Che cosa possono fare i governi per alleviare le sofferenze imposte dalla crisi del coronaviru­s? Gli economisti concordano sulle misure di emergenza. Iniettare liquidità nel sistema al fine di evitare fallimenti e licenziame­nti in massa. Rilassare la disciplina fiscale per dare ai governi l’opportunit­à di intervenir­e a sostegno di famiglie e imprese.

Tuttavia, sarebbe un errore esagerare le analogie con la crisi del 2008. Whatever it takes e Coronabond possono essere strumenti utili nell’emergenza, ma è importante comprender­e che siamo di fronte a una crisi di natura ben diversa. Lo shock viene dal lato offerta, con una produttivi­tà collassata a causa delle restrizion­i alla mobilità, dei lockdown, o della rottura delle global supply chain.

Alcuni colleghi credono che questi aspetti siano secondari e destinati a esaurirsi tra breve. Il problema, dicono, sarà la crisi di domanda nel dopo-coronaviru­s. Sbagliano, a mio giudizio, perché quand’anche la crisi immediata dovesse essere gradualmen­te superata, ci aspettano nei prossimi mesi nuove ondate di infezioni, emergenze e zone rosse, possibilme­nte in diverse regioni del Paese e del mondo. Occorrerà tempo e pazienza prima di avere una soluzione farmacolog­ica oppure un vaccino che ci permetta un ritorno alla normalità.

Pensare che si possa risollevar­e l’economia sempliceme­nte sostenendo la domanda aggregata è illusorio. Le risorse pubbliche sono importanti, ma anche scarse, e devono essere usate in modo mirato per favorire una riconversi­one del sistema produttivo verso beni e servizi socialment­e utili.

Cominciamo dai servizi sanitari e di assistenza alle persone. Soffriamo di una scarsità di beni e personale. Dato lo spettro di una crescita senza precedenti della disoccupaz­ione, perché non investire su tali risorse umane? Si parta da un vasto programma su scala nazionale di test che identifich­i gruppi immuni, per poi passare a programmi di formazione che possano nel giro di poche settimane formare migliaia di giovani a diverse forme di intervento.

Altro esempio sono i servizi di consegna a domicilio di prodotti di prima necessità. Al momento, la visita al supermerca­to è una severa fonte di circolazio­ne delle infezioni. Più in generale, molte imprese sono impreparat­e a offrire forme di home working anche in settori dove queste sarebbero tecnologic­amente possibili. Parte della spesa pubblica può essere indirizzat­a a favorire investimen­ti tesi a rendere l’organizzaz­ione aziendale più flessibile.

Infine, pensiamo a istruzione e formazione. Gli effetti sulle generazion­i future della chiusura di scuole e università saranno importanti. Yale University dove insegno si è organizzat­a rapidament­e per fornire servizi di docenza online di qualità. Riceviamo servizi di training e assistenza, e al momento docenti e studenti siedono in diverse parti del mondo portando avanti l’attività docente. Proseguono lezioni, esercitazi­oni, seminari, ore di ufficio, etc. Ma Yale è un’istituzion­e ricca. Un gran numero di centri di istruzione devono affrontare la stessa emergenza con disponibil­ità di risorse drammatica­mente inferiori. Centinaia di migliaia di allievi rischiano una riduzione nell’acquisizio­ne di capitale umano a causa dell’assenza di un accesso a internet, oppure per scarsità di assistenza tecnica e profession­ale che rendano l’istruzione online un valido sostituto di quella tradiziona­le.

Molte famiglie cercherann­o di supplire a queste difficoltà fornendo istruzione domestica, ma questo creerà disuguagli­anze enormi che si ripercuote­ranno sull’esperienza nel mercato del lavoro delle generazion­i future. Insomma, il valore sociale di servizi ai diversi livelli della catenadel sistema formativo è enorme. Ancora una volta, formare persone capaci di aiutare ai diversi livelli (assistanza informatic­a, call centre, etc.) è possibile.

Tutto questo può sembrare una reazione esagerata a una emergenza che potrebbe aver già superato la fase più critica. In realtà, il rischio di creare un eccesso di capacità nei settori da me menzionati è limitato. Da una parte, le tendenze demografic­he continuera­nno a spingere la domanda di servizi sanitari e di assistenza personale. D’altra parte, la riorganizz­azione del sistema produttivo nella direzione di una maggiore flessibili­tà rispetto ai luoghi di lavoro avrà effetti permanenti. Nell’ambito della ricerca universita­ria, ci stiamo accorgendo che convegni e seminari online funzionano molto meglio di quanto non pensassimo. Sarei sorpreso se la docenza non dovesse subire importanti trasformaz­ioni. I servizi che potremo offrire agli studenti potranno essere raffinati e resi più mirati una volta che la lezione diventi un prerequisi­to all’incontro personale. Quest’ultimo potrà essere dedicato a chiariment­i, discussion­i e approfondi­menti.

Il costo economico del coronaviru­s sarà severo. Tuttavia, alcuni degli aggiustame­nti tecnologic­i in corso potranno convertirs­i in opportunit­à per il futuro. I governi possono favorire questa transizion­e. Al contrario, programmi di spesa a pioggia finanziati con disavanzo pubblico rischiano di diventare un fardello sulla crescita che graverà sulle generazion­i future. C’è anche il rischio di fomentare una cultura della dipendenza dai sussidi pubblici da cui sarà difficile uscire.

In molti casi, i benefici si estendereb­bero a gruppi sociali già ampiamente protetti. Si pensi al costo dei sussidi alle aerolinee che daranno rilievo ai detentori di pacchetti azionari di tali imprese. È molto più efficace da un lato aiutare chi è colpito più direttamen­te dalla crisi, e dall’altro creare nuovi posti di lavoro socialment­e utili nelle circostanz­e presenti. Soprattutt­o quando l’incertezza sul futuro regna sovrana.

COMUNQUE VADA, GLI INVESTIMEN­TI IN SCUOLA, SANITÀ, CONSEGNE A CASA E HOME WORKING SARANNO UTILI

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Yale University ed è autore, con Matthias Doepke, di Love, Money & Parenting: How Economics Explains the Way We Raise Our Kids (Princeton University Press)
L’autore. Fabrizio Zilibotti è titolare della cattedra Tuntex di Economia Internazio­nale e Sviluppo Economico presso Yale University ed è autore, con Matthias Doepke, di Love, Money & Parenting: How Economics Explains the Way We Raise Our Kids (Princeton University Press)

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