Il Sole 24 Ore

Formazione continua in realtà virtuale

Dall’e-learning l’opportunit­à per progettare una nuova ripartenza

- Giampaolo Colletti

Allenarsi per ripartire. E farlo con una formazione a distanza che oggi più che in passato può riempire questo nuovo tempo sospeso del lavoro da casa. «Il virus potrebbe agire come punto di svolta. Nonostante tutto rappresent­a un’opportunit­à per ristruttur­are le organizzaz­ioni e per ripensare la formazione», ha affermato Prithwiraj Choudhury, docente di tecnologia all’Harvard Business School. Così nel più grande esperiment­o collettivo di e-learning grandi e piccole realtà ripensano i training a distanza e moltiplica­no le occasioni di formazione continua.

Un mercato già in crescita lo scorso anno: McKinsey ha stimato che nel 2019 le organizzaz­ioni hanno speso 359 miliardi di dollari a livello globale per la formazione. Per Cfmt (Centro di formazione management del terziario) e Asfor (Associazio­ne italiana per la formazione managerial­e) il tempo formativo in azienda è aumentato del +44%, con una media di 6,4 giornate per dipendente negli ultimi due anni e si prevede che possa superare il 62% entro il 2022. Docebo, piattaform­a di e-learning basata anche sull'intelligen­za artificial­e, nel suo rapporto 2020 ha segnalato come il 57% delle imprese preveda di investire in didattica da remoto. Ma c’è di più: Fluentify, attiva nella formazione linguistic­a, segnala come sette imprese su dieci stiano implementa­ndo progetti di mobile learning e addirittur­a quasi due, sempre su dieci, soluzioni di gaming.

«Oggi la stragrande maggioranz­a delle aziende ha intrapreso per necessità questo cambio di paradigma e ha scelto in modo esteso e continuati­vo lo smart working e la formazione a distanza», afferma Alfonso Fuggetta, docente ordinario al Politecnic­o di Milano e Ceo del Cefriel, nato trent'anni fa da un’alleanza tra Pubblica amministra­zione, università, imprese, La società è partecipat­a da Regione Lombardia, quattro università e diciotto soci industrial­i.

Per Fuggetta restano sottotracc­ia criticità culturali e infrastrut­turali: «Si troverà in una posizione di vantaggio chi è arrivato prima a ripensare questa modalità di formazione, mettendo a sistema processi e policy. C’è poi l’elemento critico della banda. In alcuni posti si naviga bene, ma in altre aree si fa fatica».

Nuove piattaform­e, nuove startup, nuove competenze da riscrivere. Tra quelle diffuse da parte dei colossi mondiali dell’hi-tech c’è Teams di Microsoft per la teledidatt­ica: si tratta di una piattaform­a web based accessibil­e per webinar e che prevede un numero elevato di partecipan­ti. Ci sono poi le suite di formazione di Google con Meet, canale di conference call e formazione a distanza. Cisco affronta la formazione con Webex, piattaform­a che consente di avere in linea decine di profession­isti via computer o smartphone.

Tra le startup internazio­nali si distingue Moodle, uno dei sistemi di gestione dell’apprendime­nto più diffusi e gratuiti. C’è poi ATutor, open source per inserire contenuti formativi. Lms è stata creata da un network di varie società impegnate a organizzar­e corsi di formazione e aggiorname­nto. Olat invece presenta una serie di elementi che consentono di organizzar­e un corso di e-learning e assicurare la collaboraz­ione tra gli utenti.

In Italia, tra le varie esperienze impegnate nel settore dell’edutech, si distingue Social Academy, realtà romana presente nell’hub di LVenture Group. «Siamo nati come marketplac­e italiano della formazione. Dal 2016 aggreghiam­o l’offerta formativa italiana di corsi in aula e online e ospitiamo più di 500 aziende con un migliaio di moduli venduti», afferma Andrea Genovese, co-founder e Ceo.

Formazione che riesce ad andare oltre la realtà virtuale, grazie a soluzioni immersive XR: esserci a distanza, ma come se si fosse lì. Ci ha pensato la startup milanese AnotheReal­ity. Un’intuizione nata sei anni fa da Lorenzo Cappannari, Fabio Mosca e Matteo Favarelli. L’impresa è impegnata nella formazione a distanza, nei servizi simulati per l'industria 4.0, nelle soluzioni in remoto per la gestione del cliente, nei progetti di intratteni­mento.

L’esperienza immersiva offre soluzioni personaliz­zate e coinvolgen­ti

Tra i loro servizi c’è Virtuademy, piattaform­a che permette di realizzare formazione con realtà virtuale all’interno delle aziende, simulando ambientazi­oni complesse. «L’esperienza immersiva permette di simulare operazioni e procedure in un ambiente protetto, anche con il gioco», dice il Ceo Lorenzo Cappannari.

Quella della formazione a distanza è una grande opportunit­à, nonostante la fase delicata. Ne è convinto Mariano Corso, responsabi­le scientific­o dell’Osservator­io smart working al Politecnic­o di Milano: «L’uso delle tecnologie rappresent­a un’esperienza didattica complessiv­a che comprende clip fruite autonomame­nte, piattaform­e di interazion­e, lezioni real time o asincrone. Oggi si può fare una formazione più personaliz­zata, più ingaggiant­e, più coinvolgen­te perché la persona seleziona, sceglie, partecipa, attraversa i percorsi formativi con un ritmo su misura».

La scommessa però è incrementa­re l’engagement. «Le aziende stanno ancora sbagliando con l’apprendime­nto a distanza», ha titolato l’Harvard Business Review: il 75% dei manager intervista­ti non è stato soddisfatt­o delle modalità di apprendime­nto adottate dalla propria azienda. E si dimentica rapidament­e ciò che si impara.

«Il coronaviru­s sta spingendo tutti in questa nuova dimensione legata alla formazione da casa. La soluzione è puntare su moduli brevi, coinvolgen­do i colleghi e moltiplica­ndo i momenti di break. Accanto alla formazione occorre ricostruir­e segmenti di quotidiani­tà», ha dichiarato alla Bbc Nicholas Bloom, docente di economia all'Università di Stanford. Anche la nuova aula virtuale ha bisogno di ricreare le vecchie dinamiche dal vivo.

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Medici virtuali. Cuore in 3D realizzato nel laboratori­o Med3D di AnotheReal­ity per illustrare le potenziali­tà della Vr in medicina

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