Formazione continua in realtà virtuale
Dall’e-learning l’opportunità per progettare una nuova ripartenza
Allenarsi per ripartire. E farlo con una formazione a distanza che oggi più che in passato può riempire questo nuovo tempo sospeso del lavoro da casa. «Il virus potrebbe agire come punto di svolta. Nonostante tutto rappresenta un’opportunità per ristrutturare le organizzazioni e per ripensare la formazione», ha affermato Prithwiraj Choudhury, docente di tecnologia all’Harvard Business School. Così nel più grande esperimento collettivo di e-learning grandi e piccole realtà ripensano i training a distanza e moltiplicano le occasioni di formazione continua.
Un mercato già in crescita lo scorso anno: McKinsey ha stimato che nel 2019 le organizzazioni hanno speso 359 miliardi di dollari a livello globale per la formazione. Per Cfmt (Centro di formazione management del terziario) e Asfor (Associazione italiana per la formazione manageriale) il tempo formativo in azienda è aumentato del +44%, con una media di 6,4 giornate per dipendente negli ultimi due anni e si prevede che possa superare il 62% entro il 2022. Docebo, piattaforma di e-learning basata anche sull'intelligenza artificiale, nel suo rapporto 2020 ha segnalato come il 57% delle imprese preveda di investire in didattica da remoto. Ma c’è di più: Fluentify, attiva nella formazione linguistica, segnala come sette imprese su dieci stiano implementando progetti di mobile learning e addirittura quasi due, sempre su dieci, soluzioni di gaming.
«Oggi la stragrande maggioranza delle aziende ha intrapreso per necessità questo cambio di paradigma e ha scelto in modo esteso e continuativo lo smart working e la formazione a distanza», afferma Alfonso Fuggetta, docente ordinario al Politecnico di Milano e Ceo del Cefriel, nato trent'anni fa da un’alleanza tra Pubblica amministrazione, università, imprese, La società è partecipata da Regione Lombardia, quattro università e diciotto soci industriali.
Per Fuggetta restano sottotraccia criticità culturali e infrastrutturali: «Si troverà in una posizione di vantaggio chi è arrivato prima a ripensare questa modalità di formazione, mettendo a sistema processi e policy. C’è poi l’elemento critico della banda. In alcuni posti si naviga bene, ma in altre aree si fa fatica».
Nuove piattaforme, nuove startup, nuove competenze da riscrivere. Tra quelle diffuse da parte dei colossi mondiali dell’hi-tech c’è Teams di Microsoft per la teledidattica: si tratta di una piattaforma web based accessibile per webinar e che prevede un numero elevato di partecipanti. Ci sono poi le suite di formazione di Google con Meet, canale di conference call e formazione a distanza. Cisco affronta la formazione con Webex, piattaforma che consente di avere in linea decine di professionisti via computer o smartphone.
Tra le startup internazionali si distingue Moodle, uno dei sistemi di gestione dell’apprendimento più diffusi e gratuiti. C’è poi ATutor, open source per inserire contenuti formativi. Lms è stata creata da un network di varie società impegnate a organizzare corsi di formazione e aggiornamento. Olat invece presenta una serie di elementi che consentono di organizzare un corso di e-learning e assicurare la collaborazione tra gli utenti.
In Italia, tra le varie esperienze impegnate nel settore dell’edutech, si distingue Social Academy, realtà romana presente nell’hub di LVenture Group. «Siamo nati come marketplace italiano della formazione. Dal 2016 aggreghiamo l’offerta formativa italiana di corsi in aula e online e ospitiamo più di 500 aziende con un migliaio di moduli venduti», afferma Andrea Genovese, co-founder e Ceo.
Formazione che riesce ad andare oltre la realtà virtuale, grazie a soluzioni immersive XR: esserci a distanza, ma come se si fosse lì. Ci ha pensato la startup milanese AnotheReality. Un’intuizione nata sei anni fa da Lorenzo Cappannari, Fabio Mosca e Matteo Favarelli. L’impresa è impegnata nella formazione a distanza, nei servizi simulati per l'industria 4.0, nelle soluzioni in remoto per la gestione del cliente, nei progetti di intrattenimento.
L’esperienza immersiva offre soluzioni personalizzate e coinvolgenti
Tra i loro servizi c’è Virtuademy, piattaforma che permette di realizzare formazione con realtà virtuale all’interno delle aziende, simulando ambientazioni complesse. «L’esperienza immersiva permette di simulare operazioni e procedure in un ambiente protetto, anche con il gioco», dice il Ceo Lorenzo Cappannari.
Quella della formazione a distanza è una grande opportunità, nonostante la fase delicata. Ne è convinto Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio smart working al Politecnico di Milano: «L’uso delle tecnologie rappresenta un’esperienza didattica complessiva che comprende clip fruite autonomamente, piattaforme di interazione, lezioni real time o asincrone. Oggi si può fare una formazione più personalizzata, più ingaggiante, più coinvolgente perché la persona seleziona, sceglie, partecipa, attraversa i percorsi formativi con un ritmo su misura».
La scommessa però è incrementare l’engagement. «Le aziende stanno ancora sbagliando con l’apprendimento a distanza», ha titolato l’Harvard Business Review: il 75% dei manager intervistati non è stato soddisfatto delle modalità di apprendimento adottate dalla propria azienda. E si dimentica rapidamente ciò che si impara.
«Il coronavirus sta spingendo tutti in questa nuova dimensione legata alla formazione da casa. La soluzione è puntare su moduli brevi, coinvolgendo i colleghi e moltiplicando i momenti di break. Accanto alla formazione occorre ricostruire segmenti di quotidianità», ha dichiarato alla Bbc Nicholas Bloom, docente di economia all'Università di Stanford. Anche la nuova aula virtuale ha bisogno di ricreare le vecchie dinamiche dal vivo.