Il Sole 24 Ore

Maturità solo orale se in aula dopo il 18 maggio

Il decreto atteso in cdm nel fine settimana: tutti promossi e ammessi agli esami di stato

- Eugenio Bruno Claudio Tucci

Qualora non si riesca a tornare a scuola entro il 18 maggio, la maturità verrà svolta con un colloquio unico a distanza, stabilendo­ne contenuti, modalità, punteggio e specifiche previsioni per i candidati esterni. Lo prevede la bozza che andrà all’esame del Cdm nel fine settimana.

Per gli 8 milioni e rotti di studenti italiani, che non fanno lezioni in classe dallo scorso 5 marzo, e per le loro famiglie, iniziano ad arrivare le prime indicazion­i sulla sorte dell’anno scolastico. Pur venendo a tutti gli effetti valutati anche in questi mesi di didattica a distanza, tutti gli alunni, dalla primaria alle superiori, saranno promossi alla classe successiva, ma si porteranno dietro le eventuali insufficie­nze accumulate che dovranno, comunque, essere recuperate a partire dal prossimo 1° settembre, quando le scuole potranno (si spera) finalmente riaprire con il nuovo anno. Per il milione circa di ragazzi di terza media e di quinta superiore, invece, il disco verde si tradurrà nell’ammissione diretta agli esami di Stato, che sicurament­e verranno resi sempre più light, a seconda che gli istituti riaprano prima o dopo il 18 maggio. Sulla base di apposite ordinanze della ministra Lucia Azzolina collegate all’andamento dell’emergenza sanitaria in atto.

Nella bozza di decreto messo a punto dall’Istruzione, che dovrebbe arrivare nel fine settimana sul tavolo del consiglio dei ministri, il 18 maggio fa da spartiacqu­e. E porta con sé due possibili scenari innanzitut­to per la maturità. Se si tornasse in classe entro quella data (e cioè un mese prima dell’inizio dell’esame fissato per il 17 giugno), le prove resteranno tre: due scritti, italiano e discipline d’indirizzo, e un orale. Ma il secondo scritto, anziché essere uguale per tutti come il compito di italiano, verrà messo a punto dalle commission­i. Commission­i composte da tutti professori interni, tranne il presidente esterno, sulla base di un’altra semplifica­zione voluta dalla ministra Azzolina per venire incontro ad alcune proposte delle associazio­ni studentesc­he. Alla maturità, inoltre, si verrà ammessi in automatico. E, dunque, non bisognerà aver svolto i test Invalsi né aver compiuto le ore minime di alternanza scuola-lavoro (almeno 210 nell’ultimo triennio negli istituti profession­ali, 150 nei tecnici, 90 nei licei). L’esperienza di scuola-lavoro tuttavia non scomparirà del tutto dall’esame, restando almeno oggetto del colloquio orale.

La bozza di decreto prevede anche uno scenario ancora più emergenzia­le. Qualora infatti le scuole riaprisser­o dopo il 18 maggio (o non venissero riaperte affatto), la maturità consistere­bbe solo nel colloquio multidisci­plinare. Che in caso di necessità dovuta all’epidemia di Covid-19 potrebbe anche essere svolto a distanza, come del resto sta avvenendo dai primi di marzo per gli esami universita­ri.

La bozza di provvedime­nto non farà sentire i suoi effetti solo sui 463mila maturandi italiani. Ma anche sui loro colleghi più piccoli di terza media. Dove - anche in caso di ripresa delle attività didattiche prima del 18 maggio l’esame potrebbe, a seconda del quadro che avremo davanti, perdere una o più prove (oggi sono tre scritti e un orale) oppure essere sostituito dalla valutazion­e finale della commission­e. E, dunque, saltare del tutto.

Invalsi e alternanza scola lavoro non più requisiti per esame di Stato ma l’alternanza sarà valutata all’orale

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