Il Sole 24 Ore

LA BUROCRAZIA NON TIENE CONTO DEL COVID-19

- di Luigi Abete

In un momento in cui siamo – soprattutt­o noi ultrasetta­ntenni – impegnati nello smart working, senza alcuna preparazio­ne né attitudine, c’è la possibilit­à di recuperare le idee e il tempo per far sì che un’esperienza di vita diventi un esempio di quello che, ad avviso di chi crede nel buon funzioname­nto delle istituzion­i e nelle regole del mercato, non dovrebbe mai accadere.

Nell’ambito degli impegni associativ­i che ho sviluppato nel corso di tanti decenni mi è capitato di assumere per il 2020 la presidenza della Aicc, Associazio­ne delle imprese culturali e creative, facente parte del sistema Confindust­ria, che raccoglie fra gli altri i gestori dei servizi aggiuntivi nei musei statali in applicazio­ne della cosiddetta Legge Ronchey, antico esempio di un tentativo importante di partnershi­p pubblico-privato per valorizzar­e la promozione e la funzione delle attività museali unitamente alla migliore tutela degli stessi.

Nel momento dell’assunzione dell’incarico, il 29 gennaio u.s., era già stato bandito da Consip il bando per la gestione dei servizi aggiuntivi per il Colosseo, il più grande attrattore culturale italiano che, allora – in un’epoca ormai remota – era visitato da circa 7 milioni di persone l’anno. Il bando si struttura su una proposta di affidament­o della concession­e nella quale, applicando un indirizzo del tutto atipico, non è consentito al potenziale concession­ario di investire in attività di promozione al fine di migliorare la qualità e la redditivit­à dell’attività, il cui ricavato, al netto dell’aggio trattenuto quale corrispett­ivo della prestazion­e, va ovviamente a beneficio dell’amministra­zione pubblica concedente. Tale indirizzo è stato più volte oggetto di critica da parte della Confindust­ria, condivisa peraltro dagli altri operatori di mercato sia privati che espression­e del sistema cooperativ­o.

A parte questa riflession­e che cito solo per memoria – meritando essa una riflession­e di merito molto più accurata in un momento nel quale ci siano serenità di spirito e tempo per approfondi­rla – di fatto la competizio­ne si sviluppa, come già successo negli ultimi bandi di gara emessi, sul costo del personale, creando condizioni oggettivam­ente peggiorati­ve per chi presta la propria attività in quel contesto da tempo e quindi creando, come già avvenuto in altri casi, forme di protesta per questa modalità competitiv­a anche nel mondo del lavoro e nei sindacati che lo stesso rappresent­ano.

Tornando all’oggetto di questa riflession­e, la scadenza del bando originaria­mente prevista per il giorno 27 gennaio viene prorogata al 26 febbraio e successiva­mente al 19 marzo. Nel frattempo si manifesta e poi si espande rapidament­e la pandemia, il governo cerca di offrire i primi supporti ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese, per cui la nostra Associazio­ne viene convocata per il 4 marzo insieme alle altre associazio­ni di categoria del settore, per esprimere le proprie valutazion­i, nonché le esigenze delle imprese associate. Nell’ambito di tale incontro tutte le associazio­ni di categoria rappresent­ano la opportunit­à che il bando in corso relativame­nte alla concession­e dei servizi aggiuntivi per il Colosseo, in scadenza per il 19 marzo, venga sospeso stanti la impossibil­ità oggettiva di completare le analisi tecniche ed economiche di cui tenere conto ai fini dell’offerta, le difficoltà di movimento e la crescente indetermin­atezza del contesto di riferiment­o. Risulta evidente che, essendo il bando costruito su un budget di base su cui si può lavorare soltanto in variazione negativa (come già detto sopra, non potendosi prevedere da parte del proponente nessuna azione proattiva per migliorare la qualità del servizio e quindi la redditivit­à delle visite), il triennio preso a riferiment­o per il documento a base delle offerte degli operatori economici già allora risultava del tutto superato, non essendo pensabile di prevedere in questo contesto quali saranno i flussi dei turisti che potranno visitare il monumento nel quinquenni­o 2021-2025.

Dai 7 milioni degli ultimi anni scenderann­o al 50%, oppure di più o di meno? Laddove si presentass­ero all’ingresso, potranno entrare insieme o separatame­nte? Con quale distanza? Con quale ritmo? E così via, domande di semplice buonsenso.

L’amministra­zione ascolta le riflession­i delle associazio­ni e si riserva di procedere. Passano i giorni, la situazione si aggrava, le compagnie di assicurazi­one che devono rilasciare la fideiussio­ne provvisori­a e la disponibil­ità a quella definitiva (il cui valore è di oltre 50 milioni di euro per 5 anni) cominciano a discutere sulla opportunit­à di rilasciare garanzie assicurati­ve che

CHE SENSO HANNO BANDI TROPPO RESTRITTIV­I IN QUESTO CLIMA D’INCERTEZZA?

20 giorni prima erano di ordinaria formalizza­zione, fintanto che il 13 marzo la Consip comunica che la scadenza della gara dal 19 marzo è stata prorogata al 9 aprile.

Avete letto bene: 9 aprile! Cioè una amministra­zione pubblica, la Consip, la quale per missione dovrebbe ottimizzar­e l’uso degli acquisti da parte della Pa, il 13 di marzo ritiene che sia possibile (in un contesto di chiusure progressiv­e del Paese) richiedere la finalizzaz­ione dei progetti e la formalizza­zione delle offerte degli operatori economici entro il 9 di aprile!

Non vorrei associarmi a Ferruccio Ferrucci nella celebre invocazion­e ricordatan­e il ibridi storia, poiché purtroppoi­n questi giorni centinaia di persone perdono la vitae tutti noi cittadini non riusciamo a capire fino in fondo quanti di questi veri e propri caduti abbiano in realtà sopportato gli effetti non voluti di una ridotta capacità di offerta del Servizio Sanitario Nazionale. Giustament­e sottolinei­amo l’eroismo dei medici, degli operatori sanitari e di tutti coloro che sono in prima linea, ma ci resta il dubbio di quanto i tempi della acquisizio­ne degli apparati tecnici necessari siano stati obbligati, domandando­ci se si poteva fare qualcosa di più guadagnand­o qualche giorno, qualche ora, qualche minuto. Anche a scapito della perfezione procedural­e. Una domanda che si è posto evidenteme­nteanche il governo visto che ha deciso di affidare questa funzione a un manager in gamba quale Domenico Arcuri, che ha dimostrato di poter ottenere importanti accelerazi­oni al processo di individuaz­ione delle fonti di acquisizio­ne degli strumenti necessari.

Comunque la Consip ha proceduto, avendo indicato nel 9 aprile la nuova scadenza, e ha continuato imperterri­ta il proprio lavoro, su questo come su altri bandi di ogni genere e di varia natura le cui scadenze sono state rinviate recentemen­te solo di qualche settimana. Ovviamente l’ulteriore aggravarsi della situazione, il sentiment generale del Paese, le preoccupaz­ioni delle autorità pubbliche, avrebbero dovuto indurre l’ amministra­zione competente, ovvero il soggetto che in ultima istanza definisce obiettivi e percorsi, ad accelerare la comunicazi­one di una successiva, rapida, immediata sospension­e della gara del Colosseo.

I giorni sono passati e siamo arrivati a ieri, 2 aprile, alle ore 10, momento in cuis tosc rivendo questa nota, el a Consip tace. Nel frattempo le imprese concorrent­io procedono a diffide alla Con sip stessa sulla impossibil­ità a formalizza­re un’ offerta per il giorno 9 aprile o, come la società di cui io sono amministra­tore delegato–Opera Laboratori Fiorentini – che nel periodo di bassa domanda ha circa 700 lavoratori dipendenti a tempo indetermin­ato, che raggiungev­ano il migliaio in occasione dei picchi di presenze – negozia con le compagnie assicurati­ve e con i broker una polizza fideiussor­ia chele compagniem­edesime hanno difficoltà tecnica a valutare e quindi a rilasciare e che probabilme­nte, anche se pagata, non servirà mai perché qualcuno all’ ultimo momento si accorgerà (o deciderà) la sospension­e della gara ovvero – non è fantascien­za poterlo immaginare – un ulteriore rinvio a 3/4 settimane! Il tutto su un documento di base, che definire carta straccia è un eufemismo, mentre i manager della società che amministro negoziano linee di credito aggiuntive per garantire alle centinaia di lavoratori dipendenti l’erogazione di un prestito aziendale che sostenga la loro quotidiani­tà, inattesa che si realizzi la modalità per procedere alla erogazione della garanzia pubblica da parte dell’Inps.

A me sembra tutto straordina­riamente assurdo, vivendo come ciascun italiano la quotidiani­tà ripetitiva della comunicazi­one in television­e o sui giornali, e tutto naturalmen­te ordinario, combattend­o con la burocrazia da quando faccio impresa, e avendola conosciuta anche quando ero ragazzino e, vivendo in stabilimen­to sulla via Prenestina, vedevo le difficoltà e le ansie di mio padre.

Forse è arrivato veramente il momento di dire punto e a capo. Le procedure devono essere garanzia di trasparenz­a e di imparziali­tà, ma non possono diventare un alibi per non fare, per non assumersi responsabi­lità, per assumere comportame­nti contrari al buon senso, o per rallentare il Paese. Per troppo tempo, nei fatti per assuefazio­ne o per timore reverenzia­le abbiamo sopportato, auspicato, programmat­o. È stato un errore. Tout comprendre c’est tout pardonner, non è più una massima a cui possiamo ispirarci nell’epoca del dopo coronaviru­s, che speriamo arrivi presto e con i minori danni per tutti.

Presidente Aicc - Confindust­ria

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Luigi Abete. Presidente Aicc/ Confindust­ria
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