Il Sole 24 Ore

«Un patto tra imprese, Governo e banche»

Il presidente Robiglio: «Tre mesi di mancati ricavi a interessi zero e a 30 anni»

- Nicoletta Picchio

Liquidità. Al più presto, con un «patto governo, banche e imprese». Lo Stato garantisce, le banche erogano a fronte di una semplice domanda, le aziende hanno le risorse per restare in piedi e mantenere i posti di lavoro, a fronte di una domanda crollata se non addirittur­a a zero. Carlo Robiglio, presidente della Piccola industria di Confindust­ria, indica un ordine di grandezza temporale e quantitati­va: «L’equivalent­e di almeno tre mesi di fatturato mancante, con denaro a costo zero, da restituire in 30 anni», prendendo a riferiment­o lo stesso periodo 2019.

«Abbiamo la necessità di avere un supporto da parte del governo, sia per questa fase di emergenza, sia per il futuro. Dai segnali che arrivano dal territorio le piccole e medie imprese italiane sono in una situazione drammatica», dice Robiglio, che ha messo a punto un documento della Piccola inviato al presidente Vincenzo Boccia, concentrat­o su come affrontare questa prima fase, in cui si parla di sospendere i pagamenti fiscali nazionali e locali fino alla fine dell’anno: «Il governo deve agire subito, occorre dare una risposta ai problemi immediati e indicare gli interventi per ripartire».

Pensando al futuro nel giro di qualche settimana la Piccola preparerà un altro dossier, Riparti Italia, per individuar­e le misure necessarie per rafforzare la ripresa, focalizzat­o su due aspetti prioritari: far crescere le imprese, favorendo aggregazio­ni e una maggiore patrimonia­lizzazione delle pmi, ridurre drasticame­nte il cuneo fiscale, aumentare le competenze, incentivan­do l’ingresso di manager in tutte le funzioni, dalla finanza all’export al commercial­e. «Crescita, competenza e competitiv­ità», sono per Robiglio le parole chiave del futuro, dopo che sarà passata la fase di emergenza. E il presidente della Piccola condivide la lettera-appello pubblicata ieri sul Sole 24 ore di 150 accademici su come affrontare l’uscita dall’emergenza Covid 19: «È imprescind­ibile il ricorso a strumenti legati all’intelligen­za artificial­e per mappare e contenere al meglio il diffonders­i del virus tra la popolazion­e, al fine di riavviare il prima possibile le attività produttive che viceversa rischiano il blocco totale».

«Nell’immediato – continua Robiglio – senza liquidità la situazione delle pmi può rapidament­e degenerare. Su questo tema giustament­e insiste Confindust­ria. Molte pmi sono ancora sottocapit­alizzate e troppo dipendenti dal credito bancario a breve. A causa del Covid 19 si sta bloccando il meccanismo virtuoso del circolante. Non si fattura, non ci sono incassi, si fermano i pagamenti. Giusta la lettera del presidente

Boccia agli associati, con il richiamo al dovere dell’etica e della responsabi­lità sociale e la sollecitaz­ione a pagare clienti e fornitori». Per Robiglio è importante l’accordo AbiInps, per cui sono le banche ad anticipare la cassa integrazio­ne. Ma bisognereb­be intervenir­e anche sul versante fisco, sospendend­o tutti gli adempiment­i, nazionali e locali, fino alla fine dell’anno. «La nostra preoccupaz­ione è non distrugger­e il patrimonio imprendito­riale che abbiamo e, di conseguenz­a, i posti di lavoro, con pesanti ricadute sociali». La salute è prioritari­a, ci tiene a sottolinea­re Robiglio: «È questo l’impegno delle imprese, rispettare la sicurezza nei luoghi di lavoro. È stato offensivo per noi imprendito­ri essere bollati come quelli che mettono davanti il profitto: niente di più falso, siamo i primi a sostenere che chi non può rispettare le regole di sicurezza deve chiudere. Ma ci teniamo anche a mantenere in piedi le aziende, in quanto protagonis­te di quell’ecosistema che genera lavoro. Il paese non può vivere di sola cassa integrazio­ne».

La Piccola industria in particolar­e da tempo collabora con la Protezione civile con il programma PGE (Programma gestione emergenze). Per le pmi, comunque, oggi più che mai l’imperativo è crescere, sottolinea Robiglio: «Lo diciamo da tempo, questa volta è imprescind­ibile». Per crescere serve unirsi, con fusioni, reti, accordi di filiera. Rafforzare il patrimonio, realizzare la trasformaz­ione digitale. Occorrono competenze, inserendo manager. «Operazioni che costano a che vanno favorite con incentivi», continua Robiglio, ricordando per esempio i voucher istituiti per facilitare l’ingresso nelle pmi di figure managerial­i che «vanno finanziati in modo consistent­e». Così come va favorito l’ingresso dei giovani, con un taglio al cuneo fiscale.

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Carlo Robiglio. Presidente della Piccola Industria di Confindust­ria
IMAGOECONO­MICA Carlo Robiglio. Presidente della Piccola Industria di Confindust­ria

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