Tempi più lunghi per il nuovo deficit e per il varo del decreto Aprile
La relazione sul disavanzo dovrebbe passare in Cdm la prossima settimana
Lo spin off del decreto Aprile con le garanzie per la liquidità delle imprese si allunganeicontenutimarallentailpasso. Oggi non andrà in consiglio dei ministri, dove potrebbe arrivare nel fine settimana.Mentresembranoallungarsiitempiancheperledecisionisulnuovodeficit.Eiduefattorisonointrecciati.
Agganciare al primo decreto le sospensionidellescadenzefiscaliattenua unpo’l’urgenzadelsecondoprovvedimento,chenonsarebbepiùappesoalla necessitàdiintervenireprimadellescadenze del 16 aprile. Ma tutto l’impianto è ancora mobile per due domande di fondo: quanto deficit aggiuntivo fare per i due provvedimenti? E quando?
Tra Palazzo Chigi e la Ragioneria si lavora con fatica sulla possibilità di approvare garanzie e sospensioni fiscali prima di alzare nuovamente il disavanzo. Per il capitolo fisco non ci sono grossi problemi, perché il nuovo slittamento inciderebbe solo sulla cassa. E anche per le garanzie statali sui prestiti si sta lavorando a un meccanismo che inciderebbe sul fabbisogno ma non sull’indebitamentonetto.Unmeccanismo che in ogni caso ha bisogno di dimensioni importanti: perché il progetto governativo viaggia sui 3-5 miliardi con l’obiettivo di muoverne fino a 200 miliardi da aggiungere ai 350 stimati come effetto dei provvedimenti di marzo. Sulla falsariga del «modello francese», il nuovo meccanismo offrirebbe a tutte le imprese una garanzia fino al 90% per un importo che arriverebbe al 25% del fatturato, scaglionato per fasce di volume d’affari. La misura, ha spiegato il ministro Gualtieri alle opposizioni, sarebbe accompagnata da un rafforzamento e una semplificazione del fondo centrale di garanzia, cheneicalcoliMefoffreunombrelloda 100miliardi.Coni290miliardiinteressati dalla moratoria, avrebbe rivendicato il ministro, le garanzie italiane supererebbero quelle francesi.
Per completare l’opera la ricerca delle risorse è a tutto campo, e coinvolge anche la norma finanziaria del decreto Marzo con la revisione mensile dei flussi di spesa a caccia di possibili risparmi e l’utilizzo della mancata spesa per interessi per la quota non attivata del fondo salva-banche di fine 2017 (poco più di 300 milioni). Proprio nel decreto Marzo, all’articolo 49, c’è del resto anche il gancio normativo sulle «ulteriori misure di sostegno finanziario alle imprese». L’idea iniziale era di attivarle con decreto ministeriale: ma le dimensioni della crisi, e quindi delle contromisure necessarie, impongono il decreto legge.
Anche con lo spin off, comunque, i tempi per avviare il nuovo indebitamento non sono distesi. Prima c’è da definire la cifra, che si orienta intorno ai 30 miliardi ma come ribadito da Gualtieri deve arrivare dopo la definizionedeicontenuti.D’accordoleopposizioni, unite però nel chiedere «tempi certi». La richiesta al Parlamento deve essere approvata a maggioranza assoluta,el’esperienzadimarzomostrache l’organizzazionenonèsemplice.Ilpassaggio in consiglio dei ministri, quindi, dovrebbe avvenire la prossima settimana, per arrivare qualche giorno dopo al via libera parlamentare.
Nel decreto Marzo un gancio normativo per completare la dote necessaria per al Dl sulla liquidità alle imprese