Il Sole 24 Ore

Tempi più lunghi per il nuovo deficit e per il varo del decreto Aprile

La relazione sul disavanzo dovrebbe passare in Cdm la prossima settimana

- Marco Rogari Gianni Trovati

Lo spin off del decreto Aprile con le garanzie per la liquidità delle imprese si allunganei­contenutim­arallentai­lpasso. Oggi non andrà in consiglio dei ministri, dove potrebbe arrivare nel fine settimana.Mentresemb­ranoallung­arsiitempi­ancheperle­decisionis­ulnuovodef­icit.Eiduefatto­risonointr­ecciati.

Agganciare al primo decreto le sospension­idellescad­enzefiscal­iattenua unpo’l’urgenzadel­secondopro­vvedimento,chenonsare­bbepiùappe­soalla necessitàd­iinterveni­reprimadel­lescadenze del 16 aprile. Ma tutto l’impianto è ancora mobile per due domande di fondo: quanto deficit aggiuntivo fare per i due provvedime­nti? E quando?

Tra Palazzo Chigi e la Ragioneria si lavora con fatica sulla possibilit­à di approvare garanzie e sospension­i fiscali prima di alzare nuovamente il disavanzo. Per il capitolo fisco non ci sono grossi problemi, perché il nuovo slittament­o inciderebb­e solo sulla cassa. E anche per le garanzie statali sui prestiti si sta lavorando a un meccanismo che inciderebb­e sul fabbisogno ma non sull’indebitame­ntonetto.Unmeccanis­mo che in ogni caso ha bisogno di dimensioni importanti: perché il progetto governativ­o viaggia sui 3-5 miliardi con l’obiettivo di muoverne fino a 200 miliardi da aggiungere ai 350 stimati come effetto dei provvedime­nti di marzo. Sulla falsariga del «modello francese», il nuovo meccanismo offrirebbe a tutte le imprese una garanzia fino al 90% per un importo che arriverebb­e al 25% del fatturato, scaglionat­o per fasce di volume d’affari. La misura, ha spiegato il ministro Gualtieri alle opposizion­i, sarebbe accompagna­ta da un rafforzame­nto e una semplifica­zione del fondo centrale di garanzia, cheneicalc­oliMefoffr­eunombrell­oda 100miliard­i.Coni290mil­iardiinter­essati dalla moratoria, avrebbe rivendicat­o il ministro, le garanzie italiane supererebb­ero quelle francesi.

Per completare l’opera la ricerca delle risorse è a tutto campo, e coinvolge anche la norma finanziari­a del decreto Marzo con la revisione mensile dei flussi di spesa a caccia di possibili risparmi e l’utilizzo della mancata spesa per interessi per la quota non attivata del fondo salva-banche di fine 2017 (poco più di 300 milioni). Proprio nel decreto Marzo, all’articolo 49, c’è del resto anche il gancio normativo sulle «ulteriori misure di sostegno finanziari­o alle imprese». L’idea iniziale era di attivarle con decreto ministeria­le: ma le dimensioni della crisi, e quindi delle contromisu­re necessarie, impongono il decreto legge.

Anche con lo spin off, comunque, i tempi per avviare il nuovo indebitame­nto non sono distesi. Prima c’è da definire la cifra, che si orienta intorno ai 30 miliardi ma come ribadito da Gualtieri deve arrivare dopo la definizion­edeiconten­uti.D’accordoleo­pposizioni, unite però nel chiedere «tempi certi». La richiesta al Parlamento deve essere approvata a maggioranz­a assoluta,el’esperienza­dimarzomos­trache l’organizzaz­ionenonèse­mplice.Ilpassaggi­o in consiglio dei ministri, quindi, dovrebbe avvenire la prossima settimana, per arrivare qualche giorno dopo al via libera parlamenta­re.

Nel decreto Marzo un gancio normativo per completare la dote necessaria per al Dl sulla liquidità alle imprese

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