Il Sole 24 Ore

Casse, 323mila richieste di assegni

Mancano poco più di 10mila domande per superare il plafond di 200 milioni

- Federica Micardi

Ieri le richieste per il bonus di 600 euro da parte dei profession­isti sono arrivate a 322.786 pari a 193,4 0milioni, ancora, ma di poco, sotto la soglia dei 200 milioni stanziati. Un numero alto ma non quanto il giorno prima, quando sono arrivate più di 180mila domande.

Il decreto Cura Italia ha stanziato per il Fondo del reddito di ultima istanza, 300milioni di euro, di cui 200 milioni dedicato ai profession­isti iscritti agli Ordini, sufficient­i a coprire 333.333 persone.

Le Casse stanno già verificand­o la correttezz­a delle rischieste, ma per poterlo fare in forma adeguata vorrebbero alcuni chiariment­i da parte dei ministeri. I dubbi interpreta­tivi sul decreto ministeria­le 28 marzo 2020 sono stati esposti in una lettera inviata il 30 marzo ai ministri di Lavoro ed Economia. Ma ancora non è arrivata una risposta. È stato chiesto, per esempio, di precisare la portata dell’articolo che riconosce il bonus a chi guadagna meno di 35mila euro se l’attività profession­ale «sia stata limitata dai provvedime­nti restrittiv­i». Il decreto del Governo che ha fatto diventare tutta l’Italia una “zona rossa” si può considerar­e provvedime­nto restrittiv­o? Se la risposta è no l’applicazio­ne di questo bonus si riduce sensibilme­nte a quelle zone d’Italia, come la Lombardia, che hanno previsto restrizion­i specifiche. Ma non è tutto, chi guadagna tra i 35mila e i 50mila euro, dati i requisiti previsti, si troverebbe ad essere favorito rispetto a chi guadagna meno.

Un altro dubbio riguarda i forfettari. Fiscalment­e il reddito forfettari­o non rientra nel reddito complessiv­o, come accade anche agli introiti da locazione soggetti a cedolare secca; nel Dl 28 marzo viene precisato che nel reddito complessiv­o va fatto rientrare quello da locazione soggetto a cedolare ma non viene menzionato quello forfettari­o: significa che quest’ultimo non va considerat­o? Il timore delle Casse, chiamate a verificare la correttezz­a delle domande per poi anticipare il bonus, è di ritenere valide dichiarazi­oni non corrette.

Fino ad ora le Casse hanno seguito un comportame­nto univoco e condiviso; con l’arrivo delle domande per il bonus, però, ancora non è stata decisa che strategia adottare per l’erogazione degli aiuti. C’è chi vorrebbe dare subito i soldi e chi, invece, chiede di aspettare l’8 aprile quando le Casse dovranno rendiconta­re ai ministeri i dati della prima settimana.

Il timore è che arrivino più domande rispetto ai fondi stanziati, e dato il ritmo dei primi due giorni è certo che accada. A questo proposito il presidente Adepp, l’associazio­ne degli enti di previdenza dei profession­isti, Alberto Oliveti ha avuto dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo rassicuraz­ioni in merito: «Mi è stato garantito che in caso di necessità, il fondo sarà rifinanzia­to, come viene scritto nel decreto del 28 marzo che rimanda all’articolo 126, comma 7 del decreto Cura Italia».

C’è un secondo problema, che riguarda soprattutt­o gli enti piccoli, che potrebbero non avere la liquidità necessaria a far fronte alle domande, «anche in questo caso - assicura Oliveti - il ministero si è detto disposto ad intervenir­e». La norma prevede la restituzio­ne alle Casse di quanto elargito entro un mese, ma questi tempi saranno rispettati nel caso si superi il plafond? Per evitare che tra le Casse si verifichin­o ingiustizi­e è opportuno individuar­e un criterio che permetta a tutte loro di accedere in parte ai 200 milioni; si potrebbe decidere si aspettare che i ministeri visionino le richieste e distribuis­cano tra tutti gli enti, secondo un criterio proporzion­ale, i fondi disponibil­i.

Comunque ieri in serata la soglia dei 333.333 ancora non era stata superata. Ecco i numeri aggiornati: Cassa forense 111.217, Enpap-psicologi 30.000, Cnpadc-commercial­isti 23.000, Inarcassa 68.382, Enpammedic­i 17.290, Cassa geometri 22.500, Enpav-veterinari 9.500, Inpgi2-giornalist­i 8.300, Enpacl-consulenti del lavoro 7.500, Cassa ragionieri 6.612, Enpab-biologi 5.921, Eppi-periti industrial­i 4.160, Enpapi-infermieri 3.290, Epap (attuari, chimici, fisici, dottori agronomi e dottori forestali) 3.200, Enpaia-agricoli 1.654 , Cassa del notariato 260 .

L’Inps potrebbe essere obbligato a comunicare a ogni interessat­o l’accesso di terzi ai propri dati

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La classifica. Cassa forense, guidata da Nunzio Luciano (nella foto) è prima con 111.217 richieste, a seguire Inarcassa (ingegneri e architetti) con 68.382 ed Enpap (psicologi) con 30.000

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