Il Sole 24 Ore

Allarme disoccupaz­ione in Usa ma le Borse tengono coi petrolifer­i

Si profila la peggior recessione di sempre ma anche la più rapida

- Andrea Franceschi

La scorsa settimana lo shock era arrivato dal boom di richieste di disoccupaz­ione (oltre 3 milioni). Ieri sono arrivati numeri peggiori: le domande hanno aggiornato il record a 6,6 milioni. I numeri che arrivano dall’economia reale fotografan­o l’effetto del lockdown che è nettamente più pesante di quanto fino a poche settimane fa si sarebbe immaginato. E così previsioni e stime saltano soppiantat­e da nuovi calcoli ben più pessimisti­ci: come quelli di Bank of America Merrill Lynch che è arrivata a mettere tra i 16 e i 20 milioni di posti di lavoro persi negli Usa e un tasso di disoccupaz­ione Usa che minaccia di schizzare dall’attuale 3,5% al 15,6 per cento. Simile stima arriva da Goldman Sachs che ha messo in conto un tasso di disoccupaz­ione al 15% per l’economia americana che potrebbe archiviare il 2020 con una flessione del 6 per cento.

Eppure la reazione degli indici di Borsa a fronte di numeri tanto catastrofi­ci non è stata negativa: Wall Street in un primo momento è parsa girare in negativo ma già dopo un’ora dall’avvio degli scambi gli indici viaggiavan­o in rialzo di oltre un punto e mezzo percentual­e. Analoga la reazione anche sulle piazze europee: l’indice Stoxx Europe 600 dopo una mattinata positiva è arrivato a perdere più dell’1,2% dopo la pubblicazi­one del dato sui sussidi Usa. Poi però nel finale di seduta ha riguadagna­to campo per chiudere in rialzo dello 0,42% con Piazza Affari (+1,75%) a guidare gli indici.

Come mai le Borse hanno sostanzial­mente retto ai dati americani? Una chiave di lettura arriva dagli analisti di Capital Economics che invitano a riflettere sul fatto che la recessione da Coronaviru­s non sarà come tutte le altre perché sostanzial­mente indotta dai governi per effetto delle misure di contenimen­to del contagio. Secondo gli esperti della casa d’affari la recessione sarà la peggiore di tutti i tempi ma anche la più rapida di sempre e non è escluso che già nel secondo semestre si possa assistere ad una repentina ripresa con contestual­e rimbalzo dei mercati finanziari.

Si vedrà, nel frattempo un importante rimbalzo si è visto sul prezzo del petrolio ieri arrivato a guadagnare il 40% dopo il tweet del presidente americano Trump che ha annunciato il successo nella mediazione tra Russia e Arabia Saudita sullo spinoso dossier del taglio alla produzione. Il balzo del greggio ha dato la spinta al comparto Oil&Gas in Borsa con l’indice settoriale che ha messo a segno un rialzo del 5,22% in Europa. Ancora sotto pressione invece il comparto viaggi e turismo che ieri ha perso un altro 4,43% aggiornand­o il passivo da inizio anno ad oltre -47 per cento.

La propension­e al rischio sui mercati ha favorito i BTp con lo spread che è sceso a quota 195 punti. Il rendimento del titolo decennale ha chiuso all’1,48 per cento.

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