Allarme disoccupazione in Usa ma le Borse tengono coi petroliferi
Si profila la peggior recessione di sempre ma anche la più rapida
La scorsa settimana lo shock era arrivato dal boom di richieste di disoccupazione (oltre 3 milioni). Ieri sono arrivati numeri peggiori: le domande hanno aggiornato il record a 6,6 milioni. I numeri che arrivano dall’economia reale fotografano l’effetto del lockdown che è nettamente più pesante di quanto fino a poche settimane fa si sarebbe immaginato. E così previsioni e stime saltano soppiantate da nuovi calcoli ben più pessimistici: come quelli di Bank of America Merrill Lynch che è arrivata a mettere tra i 16 e i 20 milioni di posti di lavoro persi negli Usa e un tasso di disoccupazione Usa che minaccia di schizzare dall’attuale 3,5% al 15,6 per cento. Simile stima arriva da Goldman Sachs che ha messo in conto un tasso di disoccupazione al 15% per l’economia americana che potrebbe archiviare il 2020 con una flessione del 6 per cento.
Eppure la reazione degli indici di Borsa a fronte di numeri tanto catastrofici non è stata negativa: Wall Street in un primo momento è parsa girare in negativo ma già dopo un’ora dall’avvio degli scambi gli indici viaggiavano in rialzo di oltre un punto e mezzo percentuale. Analoga la reazione anche sulle piazze europee: l’indice Stoxx Europe 600 dopo una mattinata positiva è arrivato a perdere più dell’1,2% dopo la pubblicazione del dato sui sussidi Usa. Poi però nel finale di seduta ha riguadagnato campo per chiudere in rialzo dello 0,42% con Piazza Affari (+1,75%) a guidare gli indici.
Come mai le Borse hanno sostanzialmente retto ai dati americani? Una chiave di lettura arriva dagli analisti di Capital Economics che invitano a riflettere sul fatto che la recessione da Coronavirus non sarà come tutte le altre perché sostanzialmente indotta dai governi per effetto delle misure di contenimento del contagio. Secondo gli esperti della casa d’affari la recessione sarà la peggiore di tutti i tempi ma anche la più rapida di sempre e non è escluso che già nel secondo semestre si possa assistere ad una repentina ripresa con contestuale rimbalzo dei mercati finanziari.
Si vedrà, nel frattempo un importante rimbalzo si è visto sul prezzo del petrolio ieri arrivato a guadagnare il 40% dopo il tweet del presidente americano Trump che ha annunciato il successo nella mediazione tra Russia e Arabia Saudita sullo spinoso dossier del taglio alla produzione. Il balzo del greggio ha dato la spinta al comparto Oil&Gas in Borsa con l’indice settoriale che ha messo a segno un rialzo del 5,22% in Europa. Ancora sotto pressione invece il comparto viaggi e turismo che ieri ha perso un altro 4,43% aggiornando il passivo da inizio anno ad oltre -47 per cento.
La propensione al rischio sui mercati ha favorito i BTp con lo spread che è sceso a quota 195 punti. Il rendimento del titolo decennale ha chiuso all’1,48 per cento.