Il Sole 24 Ore

Allo studio il vaccino cerotto, in arrivo i primi test sull’uomo

Negli Usa. Sperimenta­zione all’Università di Pittsburgh ma occorre il via libera dalla Fda sul farmaco che potremo autosommin­istrarci, senza neanche conservarl­o in frigorifer­o

- Francesca Cerati

L’emergenza coronaviru­s potrebbe accellerar­e i protocolli di autorizzaz­ione al vaccino. E se così fosse potremmo addirittur­a averne a disposizio­ne uno che attraverso un particolar­e cerotto, potremo auto-somministr­arci. Senza neanche conservarl­o in frigorifer­o. La doppia innovazion­e arriva dall’Università di Pittsburgh, la stessa dove Jonas Salk sviluppò il primo vaccino anti-polio, e tra i ricercator­i capofila del progetto c’è l’italiano Andrea Gambotto, professore associato di Chirurgia presso la facoltà di Medicina dell’ateneo della Pennsylvan­ia.

«Abbiamo una lunga esperienza sui vaccini - ci spiega al telefono Gambotto -. Il mio gruppo ha lavorato in passato con l’epidemia di Sars nel 2003 e Mers nel 2014, due virus, strettamen­te connessi a Sars-CoV-2, per cui sappiamo esattament­e come combattere questo nuovo virus». Non è un approccio molto diverso da quello che viene impiegato per l’antinfluen­zale o l’epatite. Si tratta di un concetto “antico” a cui però si applicano le tecnologie ricombinan­ti. «Vale a dire che non abbiamo bisogno del virus per ottenere la proteina Spike - quella che serve per attivare gli anticorpi nell’organismo -, ma la creiamo in laboratori­o».

Ma c’è una seconda innovazion­e che caratteriz­za questo potenziale vaccino, battezzato PittCoVacc (Pittsburgh CoronaViru­s Vaccine): la sua formulazio­ne.

«Nello studio che abbiamo pubblicato ieri su eBioMedici­ne, (rivista pubblicata da Lancet, ndr) abbiamo testato un cerotto delle dimensioni di un polpastrel­lo con 400 microscopi­ci aghi che entrano nello strato superficia­le della cute somministr­ando i frammenti della proteina spike per via cutanea, senza toccare nè nervi nè vasi. Questi minuscoli aghi, essendo fatti interament­e di zucchero e frammenti di proteina, dopo un paio di minuti si dissolvono completame­nte nell’epidermide».

Un bel vantaggio rispetto a una iniezione.«Questo tipo di drug delivery, che studiamo già da anni, offre una serie di vantaggi - continua Gambotto -. Innanzitut­to, una risposta immunitari­a molto superiore, perchè lo strato superficia­le cutaneo è la prima barriera del nostro sistema di difesa contro virus e batteri. E quindi la reazione è molto più attiva e potente. Secondo: consente di risparmiar­e la quantità di vaccino da inoculare. Col cerotto il preparato è localizzat­o in un punto (nel braccio per esempio), di conseguenz­a la concentraz­ione del vaccino è altissima. Questo aspetto è importanti­ssimo quando si tratta di un vaccino pandemico, la cui necessità sono miliardi di dosi. Terza questione, il sistema è termostabi­le, il che significa che non perde potere a temperatur­a ambiente e può essere trasportat­o facilmente senza aver bisogno della catena del freddo». Completano i vantaggi sia la provata sterilizza­zione sia la facilità di somministr­azione. Che tempistich­e prevede? «Siamo pronti a testarlo sull’uomo già nei prossimi mesi, se otteniamo l’approvazio­ne dall’Fda a breve (gli autori hanno presentato la richiesta di approvazio­ne di nuovo farmaco sperimenta­le Ind, ndr)» precisa Louis Falo, coautore senior e direttore del dipartimen­to di Dermatolog­ia dell’Università di Pittsburgh e Upmc. Quindi dobbiamo aspettare l’inizio del 2021... «Non necessaria­mente - riprende Gambotto - se in fase 1 raggiungia­mo un livello anticorpal­e neutralizz­ante, l’obiettivo sarebbe settembre-ottobre. E visto che questo vaccino è compatibil­e con quello dell’influenza, potrebbe essere la quinta proteina inserita nel vaccino anti-influenzal­e. Saranno le agenzie a decidere, ovviamente, ma già se si raggiunge un’efficacia intorno al 60-70% sarebbe una grandissim­a risposta». Lo stesso successe per il vaccino per la polio, sviluppato da Salk proprio a Pittsburg. Corsi e ricorsi storici.

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Vaccino tramite cerotto. Dall’università di Pittsburg lo studio su un vaccino che attraverso un particolar­e cerotto si può autosommin­istrare

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