Ricoveri ancora in calo Per la fase 2 corsa ai kit rapidi sul sangue
Aziende e Regioni aprono ai test sierologici . Pronto lo scudo per i sanitari
La cartina di tornasole che il coronavirus fa un po’ meno male è il calo dei ricoveri: ieri solo 137 in più (211 il giorno prima) e solo 18 in terapia intensiva. In Lombardia, la Regione più colpita, addirittura i ricoveri sono in calo (-165) e si aggiungono solo 9 pazienti in terapia intensiva. Numeri ancora in lieve calo anche per i malati di Covid che salgono a 83.049 (+2.477 rispetto ai 2.937 di mercoledì) mentre il numero complessivo dei contagiati (comprese le vittime e i guariti ) - che è il vero indicatore dell’andamento del’epidemia - sale a 115.242 (+4.668 a fronte d 4.782 nuovi casi del giorno prima). Resta alto il numero dei morti: 760 (erano 727 mercoledì) per un totale di 13.915 vittime.
Mentre si aspetta una discesa dal picco dei contagi raggiunto da alcuni giorni si comincia a lavorare alla «fase due», quella della «convivenza con il virus» come l’ha definita il premier Giuseppe Conte. E tra gli strumenti che potrebbero far parte di questa fase ci sono i test sierologici (test rapidi del sangue) che servono a identificare chi ha sviluppato gli anticorpi perché verosimilmente ha già avuto il virus e quindi è immune. Sono questi test, secondo i ricercatori, che potranno aiutare a comprendere per esempio quante siano state le persone hanno avuto il virus in Italia, oltre ai casi diagnosticati. Il nodo per il loro impiego è l’affidabilità sui risultati anche se già ce ne sono molti sul mercato anche a costo basso. Per questo il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia è stato chiaro: «Servono linee guida chiare e urgenti» per i test sierologici «perché è illusorio pensare ad un mondo senza positivi tra un mese». Una richiesta che fa anche la Regione Lazio che infatti chiede «una strategia nazionale unica». E forse già oggi il Comitato tecnico scientifico potrebbe fare chiarezza sul loro utilizzo.
Intanto sono diverse le Regioni partite in ordine sparso - dal Veneto alla Puglia, la Lombardia invece si dice per ora contraria - che li stanno provando prima di tutto sugli operatori sanitari, ma già diverse aziende si sono dette pronte a impiegarli per i loro dipendenti, come la Ducati che punta a ripartire al più presto con la produzione in sicurezza all’interno delle proprie fabbriche. Una mano tesa alla sperimentazione arriva anche da altre grandi aziende del Paese, come quelle emiliane. Nel consiglio di presidenza di Confindustria Emilia, dalla Voilà del presidente Valter Caiumi alla Bonfiglioli Riduttori, e poi Ima, Datalogic, Euroricambi si sono detti disponibili a supportare questa e ogni iniziativa per provare a riaprire in sicurezza.
Intanto arriva una buona notizia per gli operatori sanitari impegnati nella trincea del Covid-19. Ieri la maggioranza, su spinta del ministro della Salute Roberto Speranza, ha trovato l’accordo sullo scudo penale e civile ispirato a un emendamento al decreto Cura Italia del capogruppo Pd Andrea Marcucci. Il testo della norma che dovrebbe essere votato lunedì prevede che la responsabilità civile delle strutture sanitarie e sociosanitarie, pubbliche o private, e di medici e infermieri «è limitata ai casi» di «dolo o colpa grave». Mentre la responsabilità penale per lesioni colpose è limitata ai casi di colpa grave. In pratica «si giustifica la limitazione della punibilità - si legge nella relazione illustrativa dell’emendamento - ai soli atti e fatti commessi con dolo ovvero con grave imperizia».
La modifica però così congegnata secondo il presidente dell’Aiba (Associazione italiana broker assicurativi) Luca Franzi potrebbe non difendere in pieno gli operatori sanitari: «La nuova norma va nella direzione auspicata da Aiba per quanto riguarda la responsabilità civile dei professionisti e delle strutture sanitarie, ma non esclude margini interpretativi circa la sussistenza della colpa grave. Se venisse approvata così, si rischierebbe di non garantire la piena tutela dei medici, delle organizzazioni e di tutti coloro che si sono trovati a dover operare in situazioni impreviste e imprevedibili a causa della pandemia di Corona Virus».