E Johnson & Johnson costruisce un impianto di produzione
L’obiettivo è arrivare a fornire a livello globale più di un miliardo di dosi
Tra i colossi del farmaco, J&J, dopo aver dichiarato di anticipare di due mesi i primi test clinici di fase 1 sull’uomo (da novembre a settembre), aggiunge che il vaccino potrebbe arrivare all’inizio del 2021.
Il programma di ricerca sui vaccini Sars-CoV-2 sfrutterà le tecnologie (AdVac e PER.C6) di Janssen, che offrono la possibilità di aumentare rapidamente la produzione del candidato vaccinale ottimale. La tecnologia AdVac® di Janssen si basa sullo sviluppo e sulla produzione di vettori di adenovirus (quelli che causano il raffreddore).
Questa stessa tecnica J&J l’ha utilizzata - con vari gradi di successo - per il trattamento dell’Hiv, Ebola e Zika. Ed è grazie a questi “precedenti” che la società procede rapidamente verso un vaccino Covid-19. «Abbiamo un percorso validato per arrivarci. Ed è per questo che possiamo affermare con precisione che a settembre partiranno gli studi clinici» ci risponde Paul Stoffels, direttore scientifico di Johnson & Johnson.
Intanto la Big pharma - prima ancora che il vaccino sia stato sottoposto a test clinici o approvato dalla Fda - si sta già portando avanti per essere pronta a coprire una massiccia produzione vaccinale, qualora dovesse arrivare il via libera dalle agenzie di regolamentazione. A questo scopo ha già iniziato a costruire un impianto negli Stati Uniti.
Non è certo la procedura standard, in genere prima si verifica la validità del prodotto e poi si avvia la produzione. «Ci troviamo di fronte a una crisi così grande che dobbiamo organizzarci in modo diverso e andare avanti - ci spiega Stoffels -. È una operazione a rischio molto elevato perché procediamo in parallelo, ma questa pandemia è così grave che non abbiamo altra scelta. Occorre farlo».
E aggiunge che la società non prevede di trarre profitto da nessun vaccino Covid-19. «Non tutti quelli che stanno lavorando al vaccino (sono circa una ventina nel mondo,ndr) hanno le capacità produttive per sostenere la domanda a livello mondiale - fa notare Stoffels -: Johnson&Johnson deve collaborare e non competere per affrontare l’infezione Covid19». Al momento però le uniche partnership sulla ricerca di un vaccino dichiarate sono quella con il governo federale e il Beth Israel Deaconess Medical Center. «Questo è il modo migliore per essere estremamente veloci, rendere il vaccino disponibile su larga scala e assicurarci di tenere sotto controllo la pandemia».
Il rapido incremento della capacità manifatturiera del Gruppo, in Usa come negli altri paesi, ha come obiettivo quello di provvedere alla fornitura a livello globale di più di un miliardo di dosi di vaccino.